I sospiri
Salve. Inizio questo Notiziario con un argomento che può sembrare poco allegro: quello dei sospiri, collegati in genere all’idea della malinconia.
Un sospiro è definito scientificamente come un’ inalazione involontaria (e successiva esalazione) di un volume di aria superiore di 1,5 rispetto a quello medio abituale in ognuno, (Leiner & Abramowitz, 1958). Secondo alcuni (Wilhelm et al, 2001; Caughey et al, 1943), il volume sarebbe anzi pari a 2 volte rispetto a quello abituale . Il sospiro è in genere effettuato usando la parte superiore del torace ed è tra l’altro un sintomo di una respirazione abituale non diaframmatica ma toracica (Katagiri et al, 1998; Lum, 1975; Lum, 1981; Gallavardin, 1925; Leiner & Abramowitz, 1958).
I sospiri sono frequenti anche durante il sonno, in adulti e bambini. Uno studio (Perez-Padilla et al, 1983) effettuato su 12 adulti sani ha dimostrato che tutti e 12 sospiravano da 1 a 25 volte nel sonno.
(Non stupitevi se gli studi che cito sono spesso piuttosto “antichi”; per trovare una buona quantità di studi fatti sul fenomeno del respiro, non necessariamente collegato a specifiche malattie respiratorie, bisogna risalire a vari anni addietro, poiché a quanto pare le respirazione “normale” è al giorno d’oggi considerata come un argomento non molto interessante per l’effettuazione di studi scientifici).
Sospiri ed iperventilazione: l’aspetto più interessante per questo Notiziario è ovviamente il nesso tra sospiri frequenti ed iperventilazione. Come sopra accennato, durante i sospiri si respira una quantità d’aria superiore al normale ma questo “normale” in chi tende a sospirare molto è comunque già abitualmente superiore all’”ottimale”. In altri termini, come rivelano vari studi, la tendenza ai sospiri frequenti è un chiaro sintomo di iperventilazione abituale e cronica.
Mentre sono state avanzate varie ipotesi quanto alla causa dei sospiri frequenti, un numero considerevole di studi mette in evidenza questo collegamento tra i sospiri frequenti e l’iperventilazione abituale (Aljadeff et al, 1993; Brashear, 1983; Okel BB & Hurst, 1961; Saltzman et al, 1963). Molti ricercatori (Bass & Gardner, 1985; Berczeller, 1993; Brashear, 1983; Fraser & Pare, 1979; Gliebe PA & Auerback, 1944; Howell, 1990; Ker, 1937; Lum, 1975; Lum, 1981; Magarian et al, 1983; Rice et al, 1950). considerano la tendenza a sospirare come un classico sintomo della tendenza all’ iperventilazione. Blashear (1983) in un suo articolo sul periodico Lung , intitolato “La Sindrome dell’iperventilazione”, osserva che i medici dovrebbero considerare i sospiri frequenti dei loro pazienti come un sintomo classico della presenza della “sindrome di ipreventilazione”.
Conseguenze: per chi conosce bene le conseguenze dell’iperventilazione, non è quindi una sorpresa il fatto che numerosi studi abbiano messo in evidenza l’esistenza di un chiaro collegamento tra tendenza ai sospiri e attacchi di panico (Abelson et al, 2001; Schwartz et al, 1996; Wilhelm et al, 2001a; Wilhelm et al, 2001b), ansia (Lum, 1981), disturbi nervosi (Rechnitzer et al, 1929), dispnea (Magarian et al, 1983), astenia ed instabilità neurocirculatoria (White & Hahn, 1929), artrite reumatoide (Robbins et al, 2011).
E’ indubbiamente possibile che chi soffre di questi problemi di salute tenda alla malinconia e quindi ai sospiri frequenti, ma è anche possibile che questi problemi di salute (e magari anche una malinconia collegata alla sensazione di mancanza di energia) siano stati causati o aggravati appunto da uno stato di iperventilazione, di cui la tendenza ai sospiri frequenti è un chiaro sintomo. Dato che chi tende a sospirare frequentemente è già normalmente in uno stato di iperventilazione costante, è comprensibile come in queste persone una rapida successione di sospiri consecutivi possa provocare una ulteriore discesa dei livelli già bassi di CO2 e quindi scatenare, in chi tende a questi disturbi, degli attacchi di asma, dispnea, attacchi di panico ed altro (Chaitow, 2004)
In un precedente numero del Notiziario ho parlato degli effetti benefici della risata, durante la quale si tende a respirare poco e a muovere il diaframma, con un benefico massaggio. Meglio quindi, ogniqualvolta possibile, cercare di essere allegri e ridere, anziché essere malinconici e sospirare!

Ansia ed irritazione, e rischio di attacchi cardiaci
Appare sempre più chiaro il nesso tra lo stato d’animo e le condizioni di salute. In riunioni della American Heart Association, University of North Carolina, si è messo in evidenza come gli studi (condotti su 12.453 persone in un periodo di 8 anni) abbiano dimostrato che coloro che soffrivano per lunghi periodi di stress ed irritazione, avevano una probabilità di attacchi cardiaci in misura superiore del 42%-69% rispetto alle persone più tranquille e serene.
Risultati analoghi sono stati messi in evidenza da ricercatori della Johns Hopkins University che, seguendo 1000 studenti per un periodo dal 1948 al 1994, hanno accertato che gli studenti più “irritabili” avevano il triplo dei rischi di problemi di cuore in età relativamente giovane rispetto agli studenti di temperamento più calmo e poco irritabile. L’autrice dello studio, Dr. Patricia Chang, osserva che la rabbia e l’irritazione causano un rilascio di ormoni che provocano costrizione dei vasi sanguigni, aumentando quindi il rischio di attacchi cardiaci.
Come al solito, quando si fanno questi studi, si osserva tutto, e si colpevolizza tutto il possibile meno il modo “normale” di respirare, al quale non si dedica attenzione. Se si prendesse in esame il modo di respirare delle persone stressate ed arrabbiate, si osserverebbe che queste persone tendono ad iperventilare, ed affrontare il problema cercando di rieducare il respiro ed eliminare l’iperventilazione potrebbe quindi essere uno dei modi più efficaci per diminuire il rischio di future malattie.

Malattie dell’infanzia ed asma/allergie:
Una notizia che può consolare i genitori alle prese con le malattie infantili dei figli: il fatto di ammalarsi di morbillo nell’infanzia riduce il rischio d’asma dell’80% e di allergie del 30% (Rosenlund H et al. Allergic disease and atopic sensitization in children in relation to measles vaccination and measles infection. Pediatrics 2009; 123 (3): 771-8); ammalarsi di varicella prima degli 8 anni riduce il rischio di eczema del 45%, e di eczema grave del 96%! (Silverberg JI, Norowitz KB, Kleiman E et al. Association between varicella zoster virus infection and atopic dermatitis in early and late childhood: A case-control study. Journal of Allergy and Clinical Immunology 2010; 126: 300-305)
-Infezioni respiratorie e tumori
Sempre sulla stessa linea (e cioè: non tutto il male viene per nuocere!) un’altra notizia interessante. A quanto sembrerebbe un virus molto comune, diffuso nell’ambiente e responsabile di infezioni che molto spesso colpiscono le vie respiratorie, il Reovirus, avrebbe effetti protettivi contro i tumori, e sarebbe in grado di distruggere cellule cancerose senza danneggiare cellule sane, tanto che una compagnia americana, la
Oncolytics Biotech Inc. sta fin dal 1998 studiando l’argomento, ed ha messo a punto contro i tumori un preparato, il Reolysin®, che sembrerebbe molto promettente.
Le sperimentazioni su questo preparato non sono ancora concluse e quindi il Reolysin non è ancora in commercio ma nel frattempo chi è alle prese con le fastidiose infezioni alle vie respiratorie causate dal reovirus può forse consolarsi pensando che questo virus intanto sta anche distruggendo alcune delle cellule cancerose che tutti quanti abbiamo e che un buon sistema immunitario (rinforzato magari dal buon modo di respirare!) riesce a tenere sotto controllo.

* I notiziari hanno scopo informativo e non intendono in alcun modo dare consigli medici, per i quali sarebbe necessario un esame medico individuale e di persona, ed approfonditi accertamenti. Questo avviso vale per tutti i numeri dei nostri notiziari.