Sono qui riportati, suddivisi per argomenti, alcuni estratti del notiziario (“Notizie Salutari”) che la Dr. Fiamma Ferraro, scrive per Buteyko-Italia; il notiziario è periodicamente inviato per email a chi ne faccia richiesta (fiafer@yahoo.com).

Le Notizie tratte dai Notiziari del periodo 2002-2010 sono contenute anche nell’Appendice del libro “Attacco, all’Asma… e non solo”, della Dr. Ferraro, pubblicato dalla Macrolibri; sono state qui aggiunte, a quelle contenute nel libro, alcune Notizie prese dai Notiziari del periodo 2010-2013. I numeri completi di tutti i Notiziari degli ultimi 10 anni, in ordine cronologico, si trovano sul sito di Buteyko Italia al seguente link: www.buteyko.it

PREMESSA:…….Iniziamo riportando la notizia con cui, nel novembre 2012, abbiamo celebrato il “compleanno” del Notiziario:

Il Notiziario Buteyko compie 10 anni!

Come forse ricorderà chi ci ha seguiti fin dall’inizio, nell’autunno di 10 anni fa era stato scritto il primo numero di questo Notiziario; questo è il link a questo primo numero: http://buteykoitalia.homestead.com/Untitled1.html
Il Notiziario era all’epoca trimestrale e veniva inviato a molti ancora per posta “normale”! L’iniziativa del Notiziario era stata presa da mia madre, Rosa Maria Chicco che, come ho scritto nel mio libro ”Attacco all’Asma … e non solo”, aveva introdotto la conoscenza del Metodo Buteyko in Italia fin dal 1999 scrivendo il libro “Vivere di più respirando di meno” (ved. questo link a libri scritti da diplomatici: http://baldi.diplomacy.edu/diplo/books/chicco.htm ), fondando l’Associazione Buteyko Italia e formando i primi istruttori. Come spiego nella premessa al mio libro, mia mamma non è un medico (l’interesse per il respiro le è venuto dal talento per il canto, talento ereditato da mia nonna, greca e compagna di Conservatorio, ad Atene, di Maria Callas prima della guerra); si è invece laureata in legge ed è stata una delle prime donne riuscite a superare il concorso per entrare in carriera diplomatica. In questa qualità ha girato il mondo negli ultimi 44 anni e, grazie alla sua conoscenza di 5 lingue ed alle esperienze e conoscenze che questo mestiere consentiva di stabilire, (in un periodo in cui non esisteva internet, l’accesso a molte informazioni non era facile e i diplomatici erano sotto questo aspetto dei priviliegiati) aveva sentito parlare del metodo Buteyko da un collega diplomatico dell’Ambasciata dell’Unione Sovietica a Dublino nel 1986 e ne aveva constatato direttamente l’effetto straordinario. Oltre 10 anni dopo aveva finalmente potuto, nel suo tempo libero, approfondire l’argomento, imparando a fondo il metodo con il primo gruppo che aveva portato Buteyko in paesi di lingua inglese (un gruppo di emigrati russi stabilitisi in Australia; ved. www.buteyko.com)).
Nel frattempo io mi ero laureata in medicina, avevo iniziato a lavorare come medico e convinta, dai risultati che avevo visto, della bontà di questo metodo, quando mia mamma, sempre più presa dal suo lavoro diplomatico, non ha più avuto abbastanza tempo libero per occuparsi di Buteyko, ho iniziato a portare avanti la diffusione del metodo. Attualmente mia mamma è Ambasciatore d’Italia in Estonia , paese a 200 km. dal confine con la Russia, in cui si trova una minoranza russa pari al 30%, ed in cui il metodo Buteyko è quindi ben conosciuto e diffuso; ha potuto inoltre entrare in contatto con alcune ulteriori metodologie mediche russe di estremo interesse ed anch’io, andando spesso a trovarla in Estonia , ho potuto recarmi varie volte a San Pietroburgo dove ho potuto stabilire, con medici russi, dei contatti di estremo interesse.
Mia mamma andrà in pensione a fine novembre, poiché compirà 67 anni anche se, grazie forse a Buteyko, viene spesso presa per mia sorella (potete vederla ad es. in questa recente fotografia presa durante un evento dell’anno scorso: http://www.casaitaliaatletica.it/showquestion.php?faq=66&fldAuto=1332 ) .Tornerà quindi in Italia ed è molto contenta di avere finalmente un po’ di tempo da dedicare alla diffusione di notizie nel campo medico. Anch’io sto approfondendo una tematica interessantissima che ho iniziato ad esplorare a San Pietroburgo e tornerò sull’argomento. Aspettatevi quindi delle sorprese!

1) NOTIZIE SULL’ASMA :

-Nuovi studi, sperimentazioni e raccomandazioni sull’uso del metodo Buteyko per l’asma

……. Una nuova conferma dell’efficacia del metodo Buteyko dagli USA
Chiudiamo il 2012 con questa buona notizia: negli Stati Uniti l’ Agenzia per la Ricerca sulle Cure e la Qualità (AHRQ) ha appena pubblicato un rapporto di oltre 200 pagine (ved. www.effectivehealthcare. ahrq.gov/reports/final.cfm ) nel quale sono esaminati i risultati di 22 studi su larga scala condotti per accertare l’efficacia per l’asma di varie tecniche respiratorie. Nel rapporto, dal titolo “ Breathing Exercises and/or Retraining Techniques in the Treatment of Asthma AHRQ 12-EHC092-EF “ si conclude che l’efficacia maggiore è stata riscontrata con tecniche, come appunto la tecnica Buteyko, dirette a ridurre l’iperventilazione e a riportare la quantità di CO2 a livelli fisiologici, e si conclude che “le tecniche dirette a ridurre l’iperventilazione non hanno effetti nocivi e possono migliorare i sintomi dell’asma e ridurre l’uso di farmaci in un periodo di 6-12 mesi negli adulti con asma non ben controllata”
Il rapporto ha ricevuto una notevole pubblicità negli USA (ne ha parlato anche il New York TImes) dove peraltro, come in genere nei paesi di lingua inglese, la tecnica Buteyko è già ben nota e praticata.

…… USA e Canada. Dopo l’Australia, dove la Federazione Nazionale per l’Asma ha inccluso il metodo Buteyko tra quelli ritenuti efficaci, dopo la Gran Bretagna dove il servizio sanitario pubblico rimborsa l’addestramento respiratorio Buteyko, ora anche negli Stati Uniti, nelle linee-guida per la trattazione dell’asma, emanate dall’organo centrale per la salute, viene per la prima volta menzionato l’uso del metodo Buteyko . Chi è interessato a queste linee guida può leggere tutto il documento al seguente link: www.nhlbi.nih.gov/guidelines/asthma/asthgdln.htm
Riporto inoltre, per quanto riguarda il Canada, una dichiarazione del dr. Cowie, direttore della sperimentazione ufficiale canadese sul metodo Buteyko, di cui ho riferito in passati numeri del Notiziario. Il prof. Cowie, uno dei medici canadesi più prestigiosi nel settore della medicina respiratoria, ha dichiarato: ” in relazione a questa sperimentazione: “Sono rimasto stupito, e molto contento per l’eccellente risultato”.

….. In Australia (paese in cui, per motivi non chiari, il numero di asmatici è elevatissimo) l’Organizzazione Nazionale per l’Asma, espressione della medicina “ufficiale” e non certo molto ben disposta verso i trattamenti “alternativi”, ha dovuto ufficialmente riconoscere l’efficacia e validità del metodo Buteyko contro l’asma. Forse anche a seguito della pressione dell’opinione pubblica, allarmata per le conseguenze, in alcuni casi letali, di determinati broncodilatatori a lunga durata (ne ho riferito in passate edizioni del Notiziario), ha recentemente pubblicato i risultati di un’ampia ricerca sui 30 rimedi “alternativi” più diffusi contro l’asma, in cui è stata effettuata una revisione sistematica ed una valutazione di quanto accertato nelle varie sperimentazioni cliniche effettuate su questi rimedi. In questa revisione sono stati esaminati i risultati conseguiti in termini di “miglioramento dei sintomi e/o della funzione polmonare e/o diminuzione dell’esigenza di medicine negli asmatic”. Tra questi 30 rimedi, solamente a 2 è stato attribuito, in due di queste categorie, un punteggio di 2+ (significato: “probabilmente efficace”): uno di questi due è appunto il metodo di respirazione Buteyko, al quale questo punteggio è stato attribuito sia per quanto riguarda la riduzione dei sintomi che per la riduzione di medicinali (non invece per il miglioramento della funzione polmonare, che peraltro è misurato con l’espirazione forzata-FEV: nel metodo Buteyko si evita questo sistema di misurazione, che può provocare attacchi d’asma, e quindi gli studi non sono indicativi per questo aspetto). L’altro rimedio che ha ottenuto un analogo punteggio è il preparato giapponese a base di erbe, dal nome tsumura saiboku-to. (Francamente non lo conoscevo. Dalla ricerca internet che ho effettuato non sembra facile procurarselo). Se si considera che gli studi clinici presi in considerazione per il metodo Buteyko sono stati 5, mentre quelli per il rimedio giapponese solo 2, ed inoltre che solo il metodo Buteyko ha ottenuto il 2+ nella categoria della riduzione dei medicinali (il preparato giapponese ha ottenuto qui 1+, e solo per la riduzione di cortisonici e non per quella di broncodilatatori) risulta chiaramente che il metodo Buteyko è risultato primo, in efficacia, tra i 30 rimedi alternativi studiati . I punteggi attribuiti a quasi tutti gli altri rimedi alternativi, alcuni dei quali molto popolari e diffusi, sono stati invece “non efficace” oppure “risultati contrastanti”. E su questo vi sarebbe molto da osservare, ma dovrei scrivere un libro per farlo e non un breve notiziario. Chi è interessato può trovare i risultati completi dell’indagine al seguente link:
http://www.nationalasthma.org.au/HTML/management/infopapers/health_professionals/5009.asp

………-Studi sul respiro e l’asma presso la Southern Methodist University di Dallas :
I professori Thomas Ritz ed Alicia Meuret, presso questa Università, hanno elaborato un programma durante il quale intendono insegnare agli asmatici come migliorare la loro condizione cambiando il loro modo di respirare.
Il programma è finanziato con 1,4 milioni di dollari dal National Institute of Health e si concluderà nel luglio di quest’anno.
I professori in questione osservano (dando –giustamente- la loro affermazione per scontata e non necessitante ulteriori conferme) che “Durante un attacco d’asma si tende ad iperventilare e sfortunatamente ciò peggiora il problema, facendo diminuire i livelli di CO2 nel corpo, il che ostacola la circolazione del sangue verso il cervello ed irrita ulteriormente le vie respiratorie. Gli asmatici che iperventilano costantemente rischiano carenze croniche di CO2, il che li rende più vulnerabili a futuri attacchi. “
Impiegando il programma da loro elaborato ( Capnometry-Assisted Respiratory Training -CART) i professori intendono insegnare ai pazienti come eliminare l’iperventilazione.
Fa piacere vedere come finalmente si inizi ad osservare l’esistenza di iperventilazione e carenza di CO2 negli asmatici. Ciò che fa meno piacere è vedere che i professori in questione, senza nemmeno menzionare Buteyko (che, 60 anni prima di loro aveva osservato il fenomeno in questione) ritengano necessario ricorrere, per questo riaddestramento respiratorio, ad apparecchiature (i capnometri, che misurano la quantità di CO2 contenuta nell’aria esalata) complesse e costose, alle quali si ha in genere accesso solo in ospedali o studi medici.
Io stessa, presa alcuni anni fa da un “raptus” tecnologico, mi ero procurata, con notevole spesa, un complesso capnometro, sperando di potere con questo strumento insegnare meglio la respirazione Buteyko ai miei pazienti. Il primo entusiasmo era però passato presto e mi ero resa conto che la semplice PC (pausa controllo) insegnata da Buteyko, costituisce il modo più semplice ed efficace, che può essere effettuato ovunque, senza macchinari, per misurare il rapporto del nostro organismo con la CO2. Purtroppo siamo tutti portati a pensare che le procedure costose e tecnologicamente complesse siano più efficaci di quelle semplici e non costose. Non è sempre così, e Buteyko ne è il miglior esempio!

……Un’altra buona notizia proveniente dal mondo di lingua inglese: nell’isola britannica di Guernsey, un gruppo di assistenti domiciliari che si prodigano a favore di ammalati ed anziani, ha ottenuto un premio di studio, al quale è stata data notevole rilevanza dai media, per approfondire lo studio di varie tecniche mediche utili a questo gruppo di persone, tra cui, appunto, anche il metodo Buteyko, ritenuto a quanto pare molto utile.

.…. Sull’ultimo numero del Bollettino Medico della Nuova Zelanda (New Zealand Medical Journal. NZMJ 19.5.2006, Vol.119 N. 1234), paese in cui, per motivi non del tutto chiari, l’asma è molto diffusa, (si calcola che una persona ogni sei ne sia colpita) sono stati pubblicati i risultati di una sperimentazione effettuata con il metodo di respirazione Buteyko presso l’ospedale di Gisborne su 26 bambinni asmatici, di un’età dai 7 ai 16 anni, che soffrivano di asma da almeno 6 mesi. La sperimentazione, considerata imperfetta da un punto di vista clinico perché non effettuata in doppio cieco (i bambini sono tuttavia meno sensibili degli adulti all’effetto placebo), ha consentito di accertare che, 3 mesi dopo l’istruzione Buteyko (effettuata in 5 sessioni di un’ora in 5 giorni consecutivi) si era ottenuta una riduzione media del 66% nell’uso dei broncodilatatori, e del 41% nell’uso di cortisonici. La conclusione dello studio è stata che i buoni risultati ottenuti consiglierebbero ulteriori sperimentazioni, in doppio cieco e su più larga scala. Nello studio sono peraltro menzionati anche i risultati favorevoli ottenuti in precedenti sperimentazioni su adulti, in doppio cieco, che hanno dimostrato riduzioni nell’uso di broncodilatatori che vanno dal 95% (Brisbane) al 100% (Nottingham).
Osservo a questo proposito che i risultati di quest’ultimo studio sarebbero stati ancor più favorevoli se, dopo l’insegnamento iniziale del metodo Buteyko, consistente in un’ora al giorno per 5 giorni, un istruttore avesse potuto controllare ogni tanto, nei tre mesi successivi, se i bambini avessero assimilato bene il metodo e lo stessero applicando correttamente. “

…..Fa piacere vedere che la conoscenza del metodo Buteyko sta iniziando a diffondersi sempre di più anche negli ambienti della medicina “ufficiale”; e in realtà il metodo Buteyko viene in genere compreso nella medicina “alternativa/nonconvenzionale” perché non è basato sull’uso di preparati farmaceutici, ma è in realtà più che “ufficiale” perché la sua efficacia è stata provata in studi randomizzati in doppio cieco condotti con tutti i criteri della medicina “ufficiale”. Segnalo a questo proposito che il dr. A. Donzelli, Direttore del Servizio Educazione Sanitaria della ASL di Milano, ha redatto due articoli molto interessanti sulla cura e prevenzione dell’asma con lo stile di vita, in cui si parla anche dell’attenzione da riservare al modo di respirare, e del metodo Buteyko. Chi è interessato li può trovare sulle riviste “Pillole di buona pratica clinica” (per medici) e “Pillole di educazione sanitaria” (per cittadini), numeri novembre-dicembre 2008.

Nuovi articoli sull’efficacia del metodo Buteyko

…. “Buteyko, la terapia naturale più efficace per l’asma” scrive la rivista “Good Health” .
La conoscenza dei benefici del metodo Buteyko per l’asma si sta diffondendo sempre di più negli ambienti medici di lingua inglese. In particolare in Australia, dove fin dal 1994 è stato effettuato uno studio in doppio cieco che ha provato questi effetti benefici, il metodo Buteyko sta diventando sempre più conosciuto. Per fare un esempio: nella rivista di salute popolare più diffusa in Australia, dal nome “Good Health” (buona salute), nell’edizione di questo aprile, nella rubrica “Chiedete ai nostri esperti”, il Dr Ross Walker, cardiologo e autore di sei libri, rispondendo
alla domanda di un lettore sul trattamento dell’asma, dopo aver parlato dei vari trattamenti, convenzionali ed alternativi, osserva ”… . ma probabilmente la terapia naturale più efficace è la tecnica di respirazione Buteyko, se insegnata da un istruttore ben preparato”.

……..Efficacia del metodo Buteyko per l’asma: articolo sul New York Times
Una notizia proveniente dagli Stati Uniti dove, a seguito di un articolo apparso sul celebre, prestigioso New York Times la popolarità del metodo Buteyko è letteralmente “esplosa”. L’articolo ha fatto sensazione anche perché l’editorialista per la salute di questo giornale, Janet Brody, seguace della medicina ufficiale/convenzionale, è nota per il suo atteggiamento contrario alle cure naturali/alternative.Il fatto che in questo articolo propugni un metodo naturale come la respirazione Buteyko ha quindi fatto sensazione e convinto anche persone scettiche verso questo tipo di approcci naturali.
Nell’articolo, intitolato ”Una tecnica respiratoria offre aiuto agli asmatici”, Janet Brody inizia scrivendo : “in genere non raccomando terapie alternative per problemi medici seri”, ma passa poi a spiegare come mai in questo caso ritenga di dover fare un’eccezione, raccontando quello che ha visto accadere in un suo amico, sofferente d’asma da 48 anni: David Wiege, costruttore di violini e violoncelli, era costretto da molti anni a prendere broncodilatatori e cortisone ma recentemente aveva iniziato a soffrire anche di gravi problemi di vista e l’oftalmologo gli aveva detto che, se non voleva andare incontro ad una perdita completa della vista, doveva smettere di prendere cortisonici. Wiege aveva seguito questo consiglio ma si era trovato, per via dell’asma , in difficoltà tali che, pur sapendo di rischiare di andare incontro ad una perdita completa della vista, aveva ripreso il cortisone per poter respirare e sopravvivere. A questo punto aveva però sentito parlare del metodo Buteyko contro l’asma ed aveva iniziato l’addestramento; i risultati, dopo quasi un cinquentennio d’asma, sono stati tali da convincere anche la scettica giornalista Jane Brody della bontà del metodo Buteyko!
Questo suo articolo ha inoltre, a quanto si è visto, sollevato un vivissimo interesse perché si è trovato tra quelli per i quali i lettori hanno scritto al giornale in numero maggiore, per avere ulteriori chiarimenti ed informazioni.

….. -…- La più importante rivista in lingua tedesca sulla medicina naturale, il periodico “BIO” pubblica, nell’ultimo numero, (2008/5) un lungo articolo sul metodo Buteyko, a firma della dr.ssa Dagmar Beyer, dal titolo “Endlich wieder frei atmen” (finalmente si respira di nuovo in modo libero). in cui si mettono in rilievo i benefici derivanti dal metodo di respirazione Buteyko e si conclude che “la respirazione Buteyko è una misura semplice ed efficace che può venire in aiuto a tutti coloro che respirano male, e che è di particolare utilità contro, asma, naso chiuso, bronchite cronica e suscettibilità alle infezioni; ma anche per stanchezza cronica, mal di testa ed ansa”. L’articolo contiene anche un’intervista alla microbiologa Silvia Smolka (una bravissima istruttrice che vedo spesso negli incontri internazionali di istruttori, e che ha fondato, in Germania, un’Associazione analoga alla nostra (www.atemweite.de), che riferisce sui successi ottenuti. Fa piacere vedere che il metodo Buteyko, ormai abbastanza conosciuto nei paesi di lingua inglese, sta finalmente iniziando ad essere conosciuto ed apprezzato anche in altripaesi.
….Ed infine ancora un articolo su un argomento interessante: l’asma e le medicine contro l’acidità di stomaco : E’ noto che chi soffre di asma soffre spesso, per motivi non ancora ben chiariti, anche di reflusso gastroesofageo e prende quindi con una certa frequenza, per evitare acidità e bruciori di stomaco, degli inibitori della pompa protonica . Era stato anzi da alcuni ipotizzato che questi inibitori svolgessero –sempre in base a meccanismi non ancora ben chiariti-, qualche effetto benefico anche per l’asma.
L’edizione del 25 gennaio scorso del Journal of the American Medical Association riferisce invece i risultati di uno studio condotto recentemente negli USA su 306 bambini e ragazzi con asma non ben controllata.
Dopo 6 mesi si è constatato che quanto all’asma non si era verificato, nel gruppo al quale era stato somministrato un inibitore dell’ acidità gastrica, un miglioramento superiore rispetto al gruppo al quale era stato somministrato il placebo. Si era al contrario constatato che il gruppo al quale era stato somministrato questo farmaco si erano verificati con maggior frequenza eventi negativi come mal di gola, bronchiti ed infezioni respiratorie il che, come ha commentato il direttore dello studio, rende consigliabile non somministrare questo tipo di farmaci agli asmatici nell’intento di ottenere dei miglioramenti nel controllo dell’asma.

…… -Nuova terapia per l’asma: un “successo (?)” Come forse il lettore avrà capito dalle virgolette, il termine “successo” è da me inteso in senso piuttosto ironico, mentre purtroppo nell’articolo che cito si parla effettivamente di un successo, in senso non ironico. Ecco di che si tratta: un recente numero di un prestigioso periodico americano di medicina respiratoria (Am. J. Respir. Crit. Care Med. 2012; 185: 709-714) pubblica un articolo dal titolo: “Bronchial Thermoplasty for Severe Asthma”, in cui si parla di una nuova procedura, di “termoplastica bronchiale” approvata dalla FDA (e rimborsata, per un modico costo di circa 20.000 €, dal sistema americano di assicurazioni) per casi di asma non lieve. In questa procedura, tramite un catetere inserito nelle vie respiratorie, somministrando calore alle pareti di queste vie respiratorie vengono distrutti, bruciandoli, degli strati di muscolatura liscia, in modo da ridurre la loro possibilità di contrarsi, impedendo così le contrazioni che negli asmatici rendono appunto disagevole la respirazione. A quanto affermato dal dr. Castro, dell’Università di Washington, “entro pochi mesi i pazienti si sentono meglio e sono in grado di ridurre i loro dosaggi di medicinali”. A quanto asserito, questa procedura costituirebbe “l’unica terapia non farmacologica a disposizione del 5-10% di pazienti che non riesce a controllare l’asma con le medicine, o nei quali le medicine usate provocano effetti collaterali considerevoli”. Dopo questa procedura i pazienti hanno riscontrato una diminuzione del 32 % negli attacchi asmatici. La diminuzione non è stata peraltro molto superiore rispetto a quella di un gruppo placebo.
Può darsi in effetti che questa procedura, a mio avviso piuttosto distruttiva (si tratta pur sempre di bruciare una parte dell’organismo) possa essere utile in casi in cui assolutamente non si riesce ad ottenere alcun successo con altre terapie, ma si afferma decisamente una cosa non vera quando si dice che si tratta dell’ “unica terapia non farmacologica che consente di ottenere dei successi in caso di asma che non risponde alle consuete medicine”.
Possibile che continuino a sfuggire all’attenzione degli specialisti medici e dei redattori di articoli scientifici, le varie sperimentazioni che, fin dal 1994, hanno provato, in numerosi studi universitari in doppio cieco (pubblicati su prestigiose riviste scientifiche) l’efficacia del metodo Buteyko per l’asma?

……..Sull’edizione online del celebre Times inglese ho notato, il 29 marzo scorso, (2007) una notizia dal sottotitolo promettene : „Una nuova speranza per milioni di asmatici proviene da un modo del tutto diverso di trattare questa malattia“. Sperando, dato il riferimento promettente a un approccio “del tutto diverso”, che finalmente si prendesse in considerazione il metodo Buteyko (che pure in Gran Bretagna, molto più che da noi, è conosciuto ed applicato anche da molti medici) mi sono precipitata a leggere l’articolo, che però ha completamente deluso le mie speranze. L’articolo esponeva in effetti, con un titolo trionfalistico (“Una nuova speranza per gli asmatici grazie ad un tubo caldo nei polmoni”), una nuova tecnica sperimentata in 11 centri in Gran Bretagna e Canada, su 112 pazienti. A quanto riportato dal New England Journal of Medicine, a seguito di questa terapia, chiamata “termoplastica bronchiale”, è risultato che i pazienti hanno ottenuto una riduzione del 50% degli attacchi asmatici ed una riduzione media del 45 % nell’uso dei broncodilatatori. La terapia, per ora ancora in fase sperimentale, consiste nell’inserimento, in anestesia locale, di un catetere (denominato Alair; ved. il sito della ditta produttrice www.asthmatx.com) nelle vie respiratorie. Lì il catetere si espande e , rilasciando calore, cauterizza una parte della muscolatura liscia che riveste le vie respiratorie, togliendo loro quindi una buona parte della capacità di contrarsi e restringersi.
C’è veramente da chiedersi cosa ci sia di nuovo, se non in senso peggiorativo, in questo tipo di approccio; si continua, come avviene purtroppo in molti tipi di terapie, a contrastare i sintomi/le conseguenze (la costrizione eccessiva delle vie respiratorie durante gli attacchi d’asma) anziché ricercare ed eliminare la causa di questa ipereccitabilità…. e se si considera che questo “nuovo” decantato approccio provoca una –pur piccola- mutilazione permanente dell’organismo, distruggendo una parte di muscolatura liscia ( se la natura ha dotato le vie respiratorie di muscoli lisci che consentono loro di contrarsi, se ne deve dedurre che questa possibilità di contrazione in certi casi potrebbe avere una sua utilità) c’è veramente da restare perplessi.
E’vero che, di fronte ai pericoli dei broncodilatatori a lunga durata (di cui ho ripetutamente riferito in passati numeri di questo notiziario) e agli effetti collaterali dei cortisonici, questa nuova terapia per certi versi può sembrare preferibile. Ci si domanda tuttavia quanto si dovrà attendere per arrivare finalmente ad un vasto utilizzo e riconoscimento del metodo Buteyko, che ha dimostrato, in varie sperimentazioni cliniche, una efficacia ben maggiore (riduzione media del 90% – non del 45%- nell’uso dei broncodilatatori), e che agisce alla radice, eliminando cioè l’iperventilazione, e quindi la conseguente reazione di difesa dell’organismo (contrazione delle vie respiratorie) diretta a ridurre l’iperventilazione.

-Articoli sul metodo Buteyko su “Scienza e Conoscenza”
……Buongiorno a tutti. Inizio questo primo Notiziario del 2012 segnalandovi a questo link ( www.scienzaeconoscenza.it/articolo/vivere-di-piu-e-meglio-respirando-di-meno.php ) un bell’articolo di Romina Alessandri, redattrice di “Scienza e Conoscenza”, sul metodo Buteyko. Scienza e Conoscenza è in effetti un periodico che leggo sempre molto volentieri perché vi si trovano spesso argomenti inusuali ed interessanti (e non lo dico solo perché aveva pubblicato, nell’estate 2009, un mio articolo su Buteyko 🙂 ) . Tra l’altro, sull’ultimo numero di Scienza e Conoscenza è pubblicato un interessate articolo del dr. Baldari, dal titolo “ Hai l’asma? Ti curo il rene“; l’asma ed il rene sono citati solo a titolo d’esempio poiché l’articolo poi parla delle linee e canali d’energia che percorrono tutto il corpo, per cui le fonti del disturbo di un organo possono trovarsi in un organo lontano da quello ammalato e l’organismo va considerato nella sua interezza.
In effetti vi è la tendenza, nel campo medico a considerare l’organismo in parti “spezzettate” ed uno dei motivi che mi hanno indotta, nel mio lavoro medico, a dedicare un’attenzione preminente al modo di respirare delle persone, è appunto il fatto che la respirazione influisce e produce effetti sulla salute dell’organismo nella sua globalità.

Medicine varie per l’asma

……L’Omalizumab è un anticorpo monoclonale che inibisce l’immunoglobulina ed è autorizzato per il trattamento dell’asma allergica, grave e persistente in pazienti di età uguale o superiore ai 6 anni, nei quali il trattamento standard abbia fallito.In studi clinici controllati e in uno studio osservazionale in corso ( EXCELS ), uno squilibrio numerico di eventi trombotici arteriosi è stato osservato con l’uso di Omalizumab. Gli eventi trombotici arteriosi comprendono: ictus, attacco ischemico transitorio, infarto miocardico. Si possono leggere maggiori dettagli , in un recente avviso pubblicato a questo link:http://www.farmacovigilanza.net/index.php?view=18719L’uso dell’Omalizumab è per fortuna abbastanza raro, poiché è somministrato solo quando gli altri medicinali consueti non hanno successo.Quanto però a questi altri consueti medicinali per l’asma, molto più diffusi, anche qui c’e da stare poco allegri. Segnalo a questo proposito quest’altro avviso, anch’esso abbastanza recente (2010) a questo link: www.medfocus.it/medicina/show.php?a=16120&l=a&w=asma&r=Esacerbazioniin cui si fa presente che l’ente di controllo Americano FDA ( Food and Drug Administration ) ha annunciato che i farmaci appartenenti alla classe dei LABA ( broncodilatatori a lunga durata) non dovrebbero mai essere impiegati da soli nel trattamento dell’asma nei pazienti sia pediatrici sia adulti ed ha chiesto alle società produttrici di inserire un’ulteriore avvertenza nella scheda tecnica dei LABA, oltre a mettere in pratica azioni tese a ridurne l’ uso.A questo proposito vorrei riportare quanto scrivevo nel Notiziario del novembre 2009:“”Nel numero del giugno 2006 scrivevo: “Già un anno fa questo Notiziario aveva messo in guardia in merito alle medicine contro l’asma contenenti salmeterolo…Ora le nostre grida d’allarme ricevono purtroppo una conferma decisiva. Dei ricercatori delle Università americane di Cornell e Stanford, in un articolo apparso sul periodico della Cornell University il 9 giugno scorso, hanno pubblicato i risultati derivanti da un esame delle cifre relative a 10 sperimentazioni cliniche che hanno coinvolto 33.826 pazienti asmatici, arrivando alla conclusione che tra gli asmatici ai quali era stata somministrata questa sostanza, (oppure il formoterolo…) i decessi collegati all’asma sono stati superiori di oltre il triplo (3,5) e le ospedalizzazioni di oltre il doppio (2,5) rispetto agli asmatici che prendevano un placebo. La Dr.ssa Shelley Salpeter, professoressa alla facoltà di medicina dell’Università di Stanford, ha scritto “valutiamo che tra i 5.000 decessi causati dall’asma che ogni anno avvengono negli Stati Uniti, 4.000 siano causati da questi beta-agonisti di lunga durata, e sollecitiamo vivamente il loro ritiro dal mercato”.Sembra ora che, a seguito di queste grida d’allarme e di nuovi casi di decessi, l’Ente americano di controllo sui medicinali (FDA), si stia finalmente muovendo per ordinare il ritiro dal mercato di alcuni broncodilatatori a lunga durata, ancora largamente usati dagli asmatici. Peccato che a questo tipo di notizie vanga data poca pubblicità, così come, per un altro verso, viene data poca pubblicità a studi che dimostrano l’efficacia contro l’asma di metodi naturali come l’addestramento respiratorio con il metodo Buteyko, o anche ad altri rimedi naturali che, seppure difficilmente possano agire da soli, (se cioè il modello respiratorio errato non viene corretto), possono tuttavia dare un aiuto e sostegno importante contro l’asma. “In questo articolo di 3 anni fa ero stata a quanto pare un po’ troppo ottimista, pensando che la FDA si stesse muovendo per ordinare il ritiro dal mercato di alcuni broncodilatatori di lunga durata ancora largamente usati.La FDA, sebbene abbia dovuto ordinare di interrompere prima del previsto uno degli studi del 2006, perché ad una valutazione preliminare era già apparso evidente che il numero di decessi nel gruppo che prendeva il salmeterolo … era risultato pari al triplo rispetto ai decessi nel gruppo placebo … si è limitata a raccomandare l’aggiunta nel foglietto illustrativo di un avviso sulla necessità di maggiori cautele e precauzioni nella somministrazione di questi farmaci.”
Questi avvertimenti, che si susseguono negli anni in modo sempre più incalzante, confermano quanto il dr. Buteyko aveva detto già più di 40 anni fa, e cioè che “ i broncodilatatori di lunga durata sono le medicine per l’asma più controindicate, in quanto mantengono permanentemente dilatate le vie respiratorie, incrementando così l’iperventilazione e la perdita di CO2.Indubbiamente per l’asma è spesso inevitabile prendere delle medicine ma se, contemporanemente alle medicine, si inizia ad ottimizzare il proprio modo di respirare con la tecnica Buteyko, si riesce molto spesso, man mano che la situazione migliora, a diminuire, e magari a cessare completamente l’uso di queste medicine.

…… Salmeterolo (Serevent ed Advair) Sempre negli USA è tornata alla ribalta la tematica relativa al rapporto rischio-beneficio dei farmaci che, come l’Advair, contengono broncodilatatori ad effetto prolungato(il salmeterolo).
Come i lettori di questo Notiziario probabilmente già sanno, il prof. Buteyko, oltre 50 anni fa aveva messo in guardia quanto ai rischi connessi a questo tipo di farmaci.
Nel mio Notiziario del settembre 2009 riportavo parte di quanto avevo scritto già in Notiziari del 2005 e 2006 (…“Dei ricercatori delle Università americane di Cornell e Stanford… hanno pubblicato i risultati derivanti da un esame delle cifre relative a 10 sperimentazioni cliniche che hanno coinvolto 33.826 pazienti asmatici, arrivando alla conclusione che tra gli asmatici ai quali era stata somministrata questa sostanza, (oppure il formoterolo, contenuto nel Foradil, della Novartis); i decessi collegati all’asma sono stati superiori di oltre il triplo (3,5) e le ospedalizzazioni di oltre il doppio (2,5) rispetto agli asmatici che prendevano un placebo. La Dr.ssa Shelley Salpeter, professoressa alla facoltà di medicina dell’Università di Stanford, ha scritto “valutiamo che tra i 5.000 decessi causati dall’asma che ogni anno avvengono negli Stati Uniti, 4.000 siano causati da questi beta-agonisti di lunga durata, e sollecitiamo vivamente il loro ritiro dal mercato”) e, segnalando anche questo link:
http://farmacologia.xagena.it/news/55a8ecfc025a6e4340701d18354d8235.html
osservavo che “sebbene la FDA (ente di controllo americano della sicurezza dei farmaci) abbia dovuto ordinare di interrompere prima del previsto uno degli studi? del 2006, perché ad una valutazione preliminare era già apparso evidente che il numero di decessi nel gruppo che prendeva il salmeterolo (24 su 13.179 partecipanti) era risultato pari al triplo rispetto ai decessi nel gruppo placebo (11 su 13.176) si è limitata a raccomandare l’aggiunta nel foglietto illustrativo di un avviso sulla necessità di maggiori cautele e precauzioni nella somministrazione di questi farmaci.”
La vicenda prosegue: in questo articolo apparso un mese fa su questo sito americano, noto ed affidabile ( http://www.medpagetoday.com/AllergyImmunology/Asthma/36000 ) si osserva che quando la FDA, nel 2010 ha dato il via libera a nuove sperimentazioni dell’Advair su larga scala, che riguardano 46.000 adulti ed adoloscenti e 6.200 bambini asmatici, “alcuni dei suoi stessi ricercatori hanno criticato questa decisione, che potrebbe mettere a rischio decine di migliaia di pazienti” ,
Le nuove sperimentazioni avviate non termineranno probabilmente prima del 2017, e quindi siamo ancora lontani dalla conclusione della vicenda! Indubbiamente, come scrivevo anche nei precedenti numeri del Notiziario, numerosi farmaci comportano dei rischi, e prima di metterli in circolazione e di prescriverli viene sempre effettuata una approfondita valutazione del rapporto rischio/beneficio; vi sono indubbiamente alcuni casi di asma grave in cui può essere necessario assumere per un certo periodo il salmeterolo. Tuttavia non posso non osservare che magari, se si pensasse ad ottimizzare il modo di respirare con il metodo Buteyko fin dai primi sintomi di asma, con ogni probabilità non si arriverebbe al punto di dover ricorrere a questo tipo di farmaci. Peraltro, chi già li sta assumendo non dovrebbe cercare di effettuare gli esercizi Buteyko da solo, ed ogni modifica/diminuzione dei farmaci deve essere prescritta dal medico, in concomitanza con i miglioramenti ottenuti con la tecnica Buteyko.

….. Ancora sul Salmeterolo. L’organizzazione americana di consumatori, “Public Citizen”, ha accusato la nota casa farmaceutica GlaxoSmithKline di aver cercato di minimizzare il numero di decessi ed effetti negativi provocati dal farmaco antiasmatico Salmeterolo. La nota rivista medica inglese The Lancet pubblica nell’ultimo numero sia le accuse di Public Citizen che la replica della casa farmaceutica, che sostiene di aver agito correttamente. In realtà, come avevamo scritto anche in una precedente edizione del notiziario, da tempo il farmaco in questione è sospettato di provocare gravi effetti dannosi (il che conferma quanto già 30 anni fa aveva detto il dr. Buteyko circa il pericolo dei broncodilatatori soprattutto di lunga durata) e le autorità, pur senza deciderne ancora il ritiro, avevano ordinato un inasprimento dell’avviso circa le cautele da seguire ed i possibili effetti collaterali. Nell’ultimo studio effettuato la GlaxoSmithKline, come sostiene il Public Citizen, avrebbe ottenuto che fosse preso in considerazione solo un periodo più breve (28 settimane) rispetto al totale della durata, ottenendo così, che la percentuale di rischio di decesso nel gruppo di asmatici che prendevano il Salmeterolo risultasse pari a “solo” due volte e mezzo quella del gruppo di controllo, mentre se fosse stato preso in considerazione l’intero periodo della sperimentazione la cifra sarebbe stata pari al quadruplo, e “statisticamente significativa”.

… Alcuni broncodilatatori. Nel Notiziario di alcuni anni fa ero stata a quanto pare un po’ troppo ottimista, pensando che la FDA si stesse muovendo per ordinare il ritiro dal mercato di alcuni broncodilatatori di lunga durata ancora largamente usati.
La FDA, sebbene abbia dovuto ordinare di interrompere prima del previsto uno degli studi del 2006, perché ad una valutazione preliminare era già apparso evidente che il numero di decessi nel gruppo che prendeva il salmeterolo (24 su 13.179 partecipanti) era risultato pari al triplo rispetto ai decessi nel gruppo placebo (11 su 13.176) si è limitata a raccomandare l’aggiunta nel foglietto illustrativo di un avviso sulla necessità di maggiori cautele e precauzioni nella somministrazione di questi farmaci.
Qualcuno potrebbe forse dire che, pur trattandosi del triplo, un numero assoluto di 24 decessi su 13.176 è comunque poco, e quindi si potrebbe correre il rischio del salmeterolo. Sarei più che d’accordo se non esistessero per l’asma altri rimedi efficaci e meno rischiosi. In fondo quando si fanno delle scelte mediche bisogna sempre fare un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio. Per l’asma però questo rimedio efficae esiste: regolarizzare la respirazione con il metodo Buteyko, se praticato bene, non presenta il minimo rischio ed è di efficacia clinicamente provata. Bisognerebbe quindi perlomeno fare un serio tentativo con Buteyko prima di passare a questi broncodilatatori di lunga durata.

…..Il Buflomedil. Devo purtroppo continuare con gli ormai consueti avvertimenti. La rivista medica francese Precrire osserva che sarebbe opportuno ritirare dal mercato i farmaci contenenti il principio attivo Buflomedil, un vasodilatatore, sottolineandone la pericolosita’ e gli effetti negativi cardiaci e neurologici anche mortali. Gia’ nel febbraio scorso l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) aveva emesso una comunicazione sulla sicurezza rivolta ai medici, consigliando ulteriori cautele. Tuttavia il farmaco non è ancora stato ritirato.
Non vi nascondo che, quando mi chiedono “ma è sicuro al 100% che il metodo Buteyko sarà efficace nel mio caso?”, invece di stare pazientemente a rispondere, al telefono, che sarebbe disonesto da parte mia assicurare un’efficacia al 100% (ognuno è un caso a sè ed in campo medico nulla è mai sicuro al 100%) mi verrebbe spontaneo rispondere che perlomeno è sicuro al 100% che il metodo Buteyko, (purché ben praticato) non farà male, cosa che non si può dire per alcuni farmaci

-….. Asma ed antibiotici. In una recente ricerca condotta presso la celebre Università di Yale, negli Stati Uniti, si è accertato che il somministrare ai bambini, prima dei sei mesi di età, un ciclo di antibiotici, fa aumentare il loro rischio di diventare asmatici nella misura del 40%. L’aumento del rischio raggiunge il 70 % se il ciclo di antibiotici viene ripetuto.
Indubbiamente, vi sono delle situazioni in cui il ricorso agli antibiotici può essere inevitabile ma, come osservato nel commentare i risultati della ricerca dal Dr George Kassianos, portavoce del Royal College dei medici di medicina generale: “Dobbiamo fare molta attenzione nel prescrivere antibiotici ai bambini e, citando studi come questo, dovrebbe divenire più facile per i medici convincere i genitori dell’esigenza di evitare gli antibiotici se non assolutamente necessari,

-….. L’antibiotico telitromicina. Anche se non sono contraria per principio all’uso degli antibiotici (in alcuni casi sono purtroppo il male minore, ed inevitabili), trovo preoccupanti le notizie che si stanno diffondendo sull’antibiotico telitromicina, messo recentemente sul mercato con il nome di Ketek dalla Sanofi-Aventis e molto usato in particolare per l’asma, infezioni dell’apparato respiratorio, tonsilliti e sinusiti. Uno studio clinico in doppio cieco, finanziato dalla ditta produttrice, ha infatti dimostrato , nel gruppo di asmatici trattati con questo antibiotico, un miglioramento nei sintomi dell’asma pari al doppio rispetto al gruppo placebo. Ciò che tuttavia non è stato messo in evidenza è il fatto che i pazienti hanno anche sofferto di forti episodi di nausea e che nei confronti di questo antibiotico sono stati ritenuti opportuni ulteriori accertamenti, dati i sospetti che possa provocare consistenti danni al fegato.
Sempre a proposito dell’uso di antibiotici anche nei casi in cui non sarebbero indispensabili, vale la pena di riportare una notizia riguardante una ricerca effettuata in Canada: ricercatori della University of British Columbia, Vancouver, mettendo insieme i dati riguardanti 8 studi, per un totale di oltre 12.000 bambini, hanno constatato che i bambini ai quali era stato somministrato un antibiotico nel primo anno di vita si erano in seguito ammalati d’asma in una proporzione quasi tripla rispetto ai bambini che avevano trascorso il primo anno di vita senza antibiotici. Ovviamente è tutt’altro che sicuro che sia stato l’antibiotico a provocare l’asma, perché è possibile che i bambini che avevano assunto antibiotici vi erano stati costretti appunto perché avevano già in partenza un apparato respiratorio più vulnerabile, ma varrebbe indubbiamente la pena di effettuare ulteriori approfondimenti

…….Nesso tra asma allergica ed uso di antibiotici nei bambini …..L’asma allergica, di cui soffrono ormai più di 100 milioni di persone nel mondo, cresce in media del 50% ogni 10 anni. Le cause di questo aumento sono vivamente dibattute, e probabilmente molteplici; vorrei qui segnalare un recente studio canadese condotto su topi presso l’ University of British Columbia, (ved. The Canadian Institutes of Health Research (CIHR), March, 2012) in cui si osserva che il grande uso di antibiotici potrebbe essere la causa dell’aumento di questo tipo di asma nei bambini. Nello studio si mette l’accento sulla flora batterica, che viene danneggiata dagli antibiotici, il cui largo uso sembra abbia portato, in questa flora intestinale, alla semi-estinzione di alcune specie di microorganismi che hanno una funzione essenziale per la salute del sistema immunitario. Nello studio si è anche osservato che l’uso dei due antibiotici studiati (streptomicina e vancomicina) non ha provocato conseguenze negative su topi adulti ma solo su quelli nati da poco, il che ha portato gli studiosi ad ipotizzare che il periodo dell’infanzia sia molto importante per lo sviluppo di un buon sistema immunitario, ed il direttore dello studio, dr. Brett Finlay, ha concluso che “la somministrazione ai bambini di antibiotici, che danneggiano la loro normale flora intestinale, non dovrebbe avvenire con leggerezza”.
Indubbiamente, anche se in alcuni casi può effettivamente essere indispensabile, per evitare pericoli peggiori, somministrare degli antibiotici anche ai bambini, oltre a farlo solo se effettivamente necessario sembra indispensabile somministrare loro subito dopo dei probiotici di buona qualità e varietà: anche se è ovviamente ancora impossibile sapere quali siano, tra le migliaia di specie di batteri che colonizzano il tratto intestinale, quelle più utili per il sistema immunitario, un ruolo importante sembra sia svolto in particolare dal lactobacillus rhamnosus (e su una forma particolare di questo probiotico, sviluppato tra l’altro a seguito di una ricerca russa-americana, tornerò in un prossimo numero del Notiziario).

…..Asma ed allergie/eczema: effetti del paracetamolo….Una notizia importante per chi soffre di asma ed allergie: un articolo recentemente pubblicato sull’ American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine ha constatato un chiaro collegamento tra un farmaco molto usato per dolori, febbre, infiammazioni, e cioè il paracetamolo/acetaminofene (sostenza principale contenuta nei medicinali Tilenolo, Tralgan, Deidrossiacetanilide Efferalgan, Tachipirina ed altri) con un raddoppio del rischio di asma ed eczema negli adolescenti. E non si parla di un uso quotidiano: lo studio ha dimostrato che era sufficiente un uso una volta al mese per far raddoppiare il rischio di asma.
Un analogo collegamento tra questa sostanza e l’asma era stato riscontrato in uno studio del febbraio scorso, pubblicato su Thorax.
In questo studio, condotto su un gruppo di donne incinte, si era constatato che nel 34% di donne che avevano preso il paracetamolo durante la gravidanza, il 27% dei bambini poi nati mostrava a 5 anni i primi sintomi di asma, ed il rischio era più elevato in diretto collegamento con la frequenza dell’uso del paracetamolo durante la gravidanza.
Questo nuovo nesso tra il paracetamolo e l’asma si aggiunge alla lunga serie di rischi/effetti indesiderati collegati con questo farmaco di uso così frequente. Per fare un esempio: la Divisione di Gastroenterologia dell’University of Washington Medical Center di Seattle ha condotto uno studio in base a dati ottenuti dal gruppo Acute Liver Failure Study Group, (un consorzio di 22 centri medici universitari negli Stati Uniti) che aveva esaminato 662 pazienti che nel periodo compreso tra il 1998 ed il 2003 avevano sofferta di insufficienza epatica acuta. In questo studio si è constatato che tra questi pazienti, nel 42% dei casi l’insufficienza epatica era dovuta ad una tossicità indotta dal Paracetamolo. Si era inoltre rilevato che anche l’incidenza annuale di casi di insufficienza epatica potenzialmente fatale causata dal Paracetamolo era aumentata dal 28% del 1998 al 51% del 2003.

Asma ed obesità ……Uno studio (1. Macredmond R, Singhera G, Attridge S, Bahzad M, Fava C, Lai Y, Hallstrand TS, Dorscheid DR. Conjugated linoleic acid improves airway hyper-reactivity in overweight mild asthmatics. Clin Exp Allergy. 2010 Jul;40(7):1071-8) osserva che spesso i problemi di peso sono abbinati a problematiche polmonari (aumentate del 75% nella popolazione Americana, in modo analogo all’aumento dei problemi di peso) e riferisce in merito ad una sostanza utile per tutti e due i problemi.
In questo studio in doppio cieco condotto su 28 persone che soffrivano di problemi polmonari (ipereccitabilità delle vie respiratorie ed altro), a metà dei soggetti è stato somministrato un integratore a base di acido linoleico coniugato (CLA-già molto diffuso sul mercato anche da noi), ed in questi questi soggetti, dopo 12 settimane è stato riscontrato un significativo miglioramento della funzionalità delle vie polmonari, ed anche un miglioramento nei problemi di peso. Nessun cambiamento si è invece verificato nel gruppo placebo.
L’esistenza di questo collegamento ovviamente non ci stupisce, poiché l’eccesso di respiro presente negli asmatici provoca anche un funzionamento non ottimale del metabolismo, il che facilita l’accumulo di grasso; tuttavia, anche se il CLA sembra poter dare un utile supporto, se non si mette a posto il modo nel quale si respira 24 ore su 24, difficilmente sarà possibile risolvere alla base il problema.

Asma e muri umidi …….Mi sembra interessante, in questo periodo in cui siamo alle prese con un aumento di piogge/umidità/esondazioni, attirare l’attenzione su questo articolo: http://www.abc.net.au/worldtoday/content/2004/s1126379.htm , pur non nuovissimo, scritto anche questo in Australia dove, come noto, la percentuale di asmatici è straordinariamente alta. L’articolo riporta come, a seguito di controlli fatti su oltre 65.000 edifici, si sia constatato un chiaro nesso tra il livello di umidità negli edifici e la presenaza di asmatici in questi edifici.
E in effetti è noto come sui muri umidi possano prolificare muffe, milbe ed organismi vari che non fanno certamente bene, in particolare a chi già tende ad allergie ed asma. Qualcuno potrebbe osservare che i problemi di umidità nei muri nei secoli scorsi ci sono sempre stati; anzi le case erano costruite con materiali meno resistenti all’umidità e meno riscaldate, eppure l’asma non era così diffusa come oggi. Questo è indubbiamente vero, e probabilmente ci sono molte altre cause responsabili (tra cui soprattutto le abitudini respiratorie errate).
Va tuttavia osservato che un tempo nelle abitazioni non vi erano le doppie finestre e tutte le misure che, per realizzare un risparmio energetico, finiscono oggi con il sigillare quasi ermeticamente le case, in cui ormai l’aria circola solo attraverso impianti di condizionamento, sia per riscaldare che per raffreddare. Può quindi valere la pena di dedicare attenzione all’edificio in cui si vive e, se del caso, di mettere in atto delle misure di risanamento dei muri, di aprire ogni tanto le finestre per arieggare e di fare attenzione alle condizioni degli impianti condizionatori, cambiando spesso i filtri.

Asma ed inquinamento….. Il numero di asmatici, valutato a centinaia di milioni nel mondo, sta aumentando ad un ritmo impressionante. La colpa viene in genere data all’aggravarsi dell’inquinamento ambientale. E’ indubbio che l’inquinamento ambientale -comunque da contrastare e responsabile di molti problemi di salute- svolga un ruolo anche per l’asma ma non posso non osservare che non è stata constatata una correlazione diretta tra qualità dell’ambiente e numero di asmatici. Vi sono paesi molto inquinati e con –relativamente- pochi asmatici e viceversa.