Salve. Si avvicina la primavera  e si avvicina anche la stagione della maggiore diffusione di pollini, ai quali molti sono allergici: il numero degli allergici è in tutto il mondo, per varie cause, in vertiginoso aumento.
Le allergie
Le forme di allergia sono molto varie e, sorvolando qui su quelle ai cibi ed a varie sostanze, scrivo qui alcune raccomandazioni   in merito alle allergie ai pollini. Il primo consiglio, per ottenere il migliore effetto,  è quello di iniziare in anticipo, (e cioè  fin d’ora) delle misure di prevenzione, senza attendere che, nella tarda primavera l’aria si riempia di pollini.   Tra queste misure non può mancare la regolarizzazione/ottimizzazione del modo di respirare, poichè è con i’aria che respiriamo   che introduciamo i pollini nell’organismo e (come i lettori avranno già indovinato!) parlando di misure  di “ottimizzazione del modo di respirare” mi  riferisco ovviamente agli esercizi del metodo Buteyko. Molti lettori mi chiedono se il metodo Buteyko sia efficace anche per  le allergie ed ho trattato l’argomento  non solo nel mio libro ““Attacco all’Asma… e non solo” ma anche in vari numeri del Notiziario,  e nella   pagina  “cosa possiamo curare/migliorare”  , dove tra l’altro scrivo: “Importante, in particolare per le allergie respiratorie, è innanzitutto il respirare non dalla bocca ma dal naso (presupposto essenziale della respirazione Buteyko.)…..e non mi soffermo ora su tutti gli aspetti molto negativi per la salute che derivano dalla   respirazione dalla bocca; voglio qui solo mettere in rilievo che quando si respira dal naso molti fattori allergizzanti (dalle milbe ai peli di animali, acari, pollini ecc.) e veleni ambientali, vengono parzialmente filtrati e trattenuti nelle cilia (micropeluria) del naso mentre quando si respira dalla bocca penetrano in massa e direttamente nelle vie respiratorie…

Con l’ottimizzazione della respirazione si ottiene, anche se dopo un periodo più lungo, un miglioramento del funzionamento del sistema immunitario, con l’attenuazione delle reazioni allergiche nei confronti di numerosi pollini. Nel frattempo (il riassestamento del sistema immunitario non si verifica dall’oggi all’indomani: ci vuole un po’ di pazienza) ci sono varie terapie di supporto che possono essere adottate.Vi sono vari preparati, omotossicologici e fitoterapici da consigliare (in base ad un esame individualizzato della situazione). Inoltre, un approccio che negli ultimi tempi mi ha dato i migliori risultati è quello della microimmunoterapia, abbinato alla terapia chelante (sulla terapia chelante ved. I miei articoli sui nr. 40 e 41 del periodico  Scienza e Conoscenza)….

Mi sembra inoltre importante anche considerare che una mucosa perfettamente integra (del naso, vie respiratorie ed anche intestinale, poiché ci sono varie interazioni e sinergie tra le allergie alimentari- e quelle riguardanti sostanze contenute nell’aria) dovrebbe trattenere e non lasciar passare nel sangue le sostanze allergizzanti; se queste mucose sono infiammate e danneggiate, succede che lascino passare dei frammenti di sostanze che non dovrebbero oltrepassarle, e ciò può scatenare fenomeni di allergia o intolleranza .  Quando le mucose sono già molto danneggiate, oltre a normalizzazione la respirazione con il metodo Buteyko è bene, per accelerare la guarigione, cercare di ricostituire l’integrità di questa mucosa, con una terapia medica individualizzata   (spruzzando ad es. nel naso dei preparati che, formando una pellicola impenetrabile, trattengono pollini, ecc . ) …..

Alcune sostanze naturali e piante che esercitano un effetto benefico contro l’allergia sono lo zinco, la vitamina B6, il rosmarino, l’aloe, la quercetina ed alcuni enzimi come la bromelaina. “A questi integratori che consigliavo nell’estratto riportato aggiungo ora, a seguito degli studi della medicina tradizionale cinese e giapponese, gli integratori a base  di funghi ganoderma/ reishi.

Il cortisone: pro e contro
Alcuni lettori   potrebbero  restare perplessi  di fronte al  titolo; forse alcuni immaginano infatti che io sia un medico “anti-farmaco” ma, come  spesso accade, occorre cercare una via di mezzo.   Da un lato infatti molti farmaci sono salva-vita, in particolare  in casi di emergenze mediche acute, ma la doppia faccia della medaglia prevede che possano insorgere dei problemi quando alcuni farmaci vengono assunti per periodi prolungati; pertanto in medicina è fondamentale il concetto di rischio-beneficio .Scrivo ora  questo articolo relativo al cortisone in quanto negli anni ho riscontrato delle vere e proprie “fobie” nei confronti di questo farmaco.

Teniamo presente a questo proposito  che le nostre ghiandole surrenali producono il cortisolo, e cioè il nostro cortisone endogeno. Il cortisone è pertanto utilizzato   in medicina per una lunga lista di malattie, che spaziano dall’asma a malattie autoimmuni, ed è ovvio che se il cortisone è assunto per lunghi periodi si va incontro ai rischi di effetti collaterali, per cui nei casi di asma, nel contesto di un riaddestramento respiratorio vale la pena di farne un utilizzo razionale (ovviamente solo su prescrizione di un medico esperto) nei casi in cui esso è veramente necessario. Si tratta in sostanza di una “stampella” da   utilizzare finché giunge il momento in cui se ne può fare a meno.

A difesa del cortisone bisogna  anche considerare che il cortisone non “uccide”, come affermano tanti. In tutta la letteratura scientifica non ho trovato un singolo articolo che affermi che il cortisone possa essere la causa di decessi; (gli effetti collaterali sono un altro discorso). E’ invece tristemente risaputo che l’asma continua ad essere una causa di mortalità da non sottovalutare. Riporto a questo proposito un recente articolo del Prof. G. D’Amato   pubblicato sul periodico della Medicina respiratoria multidisciplinare, ( Multidiscip Respir Med. 2016; 11: 37. Published online 2016 Oct 12. doi: 10.1186/s40248-016-0073-0 ) in cui tra l’altro si osserva che “Nonostante il fatto che i trattamenti per l’asma siano migliorati, attualmente  vi sono ancora dei decessi attribuibili a questa malattia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che 250.000 persone muoiono ogni anno in un’età prematura per via dell’asma. Questi dati variano   a seconda del paese, età, condizioni socio-sanitarie ed altri fattori.

In effetti, come faccio sempre presente, lo stesso Buteyko era a favore dell’utilizzo di cortisonici se e quando  neccessari. Essendo l’asma per definizione uno “stato di broncocostrizione reversibile associato ad uno stato infiammatorio”  i cortisonici, agendo su questa infiammazione, migliorano la sintomatologia e fanno fronte all’emergenza. Non bisogna dunque scoraggiarsi se prima o durante  un riaddestramento respiratorio Buteyko sono stati prescritti cortisonici; l’obiettivo è di far sì che, a seguito dell prosieguo dell’addestramento (e magari con il supporto di rimedi  naturali)  si assumano sempre meno sia i cortisonici che i broncodilatatori.

Il calcio ed il fluoro
Siamo, come purtroppo tutti ormai sanno, alle prese con  un enorme numero di sostanze  inquinanti e dannose   nel nostro ambiente, non solo in quello esterno ma anche nelle nostre case, nei  detergenti, cosmetici, vernici ecc.  e purtroppo anche negli alimenti, molti  dei quali provengono   da terreni irrorati  con  pesticidi,  contengono conservanti, coloranti , additivi sintetici  e vengono infine venduti in contenitori di alluminio o plastica; ed a proposito della plastica segnalo, per gli asmatici,  questo studio (condotto su 568 donne ed I loro bambini  e pubblicato sul  Journal of Allergy and Clinical Immunology, 2013; 131: 736-42)   in cui  i ricercatori ,hanno constatato l’esistenza di un  notevole  collegamento tra l’asma ed il BPA (bisfenoloA ), elemento chimico che si trova   in  contenitori di plastica usati anche per cibi e bevande;  nel 90% dei bambini divenuti asmatici sono infatti stati reperiti livelli di BPA molto elevati, ed è stata eslusa per questi bambini la possibilità di un’asma provocata da altre cause (fumatori in casa od altro). Come noto l’EFSA   (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha  recentemente vietato l’uso di questa sostanza,  purtroppo non del tutto ma solo per i contenitori destinati ad alimenti per bambini   fino ai 3 anni.

A questo punto i lettori forse si chiederanno cosa  abbiano a che fare  il calcio ed il fluoro  in questa tematica dedicata alle sostanze dannose. Sia nel   mio libro    “La Terapia Chelante ( www.macrolibrarsi.it/libri/__la-terapia-chelante-libro.php) che in vari articoli (ved . quello sugli  interferenti endocrini pubblicato sul nr. 62  di Scienza e Conoscenza) ho messo in rilievo che, oltre alle sostanze notoriamente tossiche in qualunque quantità, ve ne sono altre che, pur necessarie nella giusta quantità, possono esercitare effetti dannosi se assunte in quantità eccessiva, oppure se non sono assunte nel giusto rapporto con altre sostanze necessarie.

Quanto al fluoro, si tratta di una sostanza tossica ma che in quantità minime è essenziale per il corpo umano, che ne contiene circa 5 grammi   (soprattutto nelle ossa e nei denti). Il fluoro, che da noi per fortuna non  è aggiunto all’acqua municipale (come avviene in molti altri paesi) è comunque assunto anche da noi in quantità eccessive. Si trova nei dentifrici  usati  tutti i giorni  da molti, in certi medicinali, ed anche in vari prodotti alimentari. Il Comitato scientifico dell’Unione Europea sulla salute ed i rischi ambientali mette in guardia quanto al fatto che i bambini allattati artificialmente corrono dei rischi se il loro latte in polvere viene sciolto in acqua contenente fluoro. Il fluoro, come è scritto anche nel celebre giornale medico The Lancet , è   “una sostanza neurotossica che può danneggiare il cervello in fase di sviluppo dei bambini” .

Esso ha inoltre  un effetto di calcificazione della ghiandola pineale e delle arterie, ed   il National Research Council (NRC) ha identificato il fluoro come una sostanza che getta scompiglio nel sistema endocrino e   può compromettere il buon funzionamento della tiroide.
L’effetto di “calcificazione “ prodotto dal fluoro in eccesso mi porta a parlare del calcio, elemento utile ed indispensabile  per il corpo umano , presente in genere in abbondanza nella nostra alimentazione occidentale (latticini ecc.) ed è contenuto in molti integratori  per la salute delle ossa. Ciò nonostante la frequenza dell’osteoporosi è più elevata da noi che non in paesi come il Giappone e la Cina, dove non si mangiano latticini. Come mai?  Indubbiamente vi sono vari fattori da considerare (stile di vita con più movimento, altri alimenti con calcio ecc.) ma,  per quanto riguarda noi, come scrivevo anche in un mio articolo di molti anni fa,  “ è importante non solo assicurarsi di assumerne abbastanza ma anche far sì che il calcio assunto vada a finire nel posto giusto, e cioè nelle ossa, e non magari sulle pareti delle arterie, dove può provocare il loro indurimento e calcificazione (arteriosclerosi).”

 Quanto ai fattori necessari affinché  il calcio vada nelle ossa e denti e non  vada ad indurire  arterie, ghiandole e vari tessuti molli occorre, come scrivevo nel mio articolo, fare attenzione al   ruolo fondamentale della vitamina K  ed in particolare della K2 per la solidità delle ossa e per la prevenzione dell’osteoporosi, ma anche  per la flessibilità delle pareti vascolari.   Questa vit. K2 è in genere carente nella nostra alimentazione.  Si trova nelle verdure verdi  e in cibi fermentati (ne è molto ricco il natto –formaggio di soia-molto diffuso in Giappone) e, diversamente dalle altre vitamine solubili nel grasso, non può essere accumulata   ma deve essere fornita ogni giorno e si può verificare una carenza notevole di questa vitamina se    si resta anche solo 7 giorni senza mangiare una quantità sufficiente di alimenti che la contengono. Inoltre l’assorbimento della vit. K dipende (come per le altre vitamine solubili nel grasso::A, D, ed E), da  fegato, cistifellea e funzione digestiva ottimali. Persone che soffrono di problemi di digestione, in particolare dei grassi, soffrono pertanto più facilmente di un cattivo assorbimento della vit. K.  Aggiungo peraltro la consueta raccomandazione, e cioè quella di consultare, prima di prendere integratori a base di vit. K, il proprio medico poiché la vit. K provoca anche un effetto di maggiore coagulazione del sangue, che in alcuni può essere dannoso.

Altri fattori da prendere in considerazione per evitare l’effetto di “calcificazione”  (indurimento non delle ossa ma di tessuti  come le arterie ed altri che non dovrebbero indurirsi) sono l’eccesso di fosforo e la carenza di magnesio – sostanza essenziale in genere carente nella nostra alimentazione, ed utile anche per  chi soffre di asma;       ( uno studio in doppio cieco della durata di 28 settimane, condotto presso la Bastyr University di Washington,   pubblicato su J. Asthma 2010; 47(1)   ha constatato che negli asmatici non troppo gravi, un’assunzione di integratori a base di magnesio ha provocato un notevole miglioramento.)
Vi sarebbe ancora molto da dire sull’argomento ma mi accorgo che questo Notiziario sta diventando troppo lungo! Nel prossimo numero mi soffermerò nuovamente sull’argomento, approfondendo in particolare le strategie che possono essere adottate per la disintossicazione dal fluoro e per  attenuare la calcificazione dannosa prodotta sia dal fluoro, sia in certi casi dal calcio che finisce nei posti sbaglia

NOTIZIARIO  Febbraio-Marzo 2019