Aiuta il Tuo sistema Immunitario ad aiutarti: un attacco “antivirale” dal magico mondo della Fitoterapia.

Oggi più che mai, si sta assistendo ad un rinnovato interesse verso il naturale, con particolare attenzione a tutto ciò che dal mondo vegetale si può trarre per ricercare la salute; si è fatto avanti nuovamente quell’interesse istintivo che si era perso con il passare del tempo.

La fitoterapia consiste nell’utilizzo di erbe e piante o estratti di piante per il trattamento di malattie o per il mantenimento generale dello stato di benessere e la prevenzione di  malattie. Durante la loro evoluzione, le piante hanno sviluppato innumerevoli metaboliti secondari finalizzati alla preservazione della specie; anche le piante  sono  soggette ad interferenze con l’ ambiente che le circonda (insetti ecc.) e i relativi metaboliti  da loro sviluppati anche per difendersi si chiamano fitocomplessi, e sono un insieme di sostanze chimicamente attive, che comprendono uno o più principi attivi,  dotati di effetti biologici terapeutici.

La differenza tra il principio attivo di un farmaco ed il fitocomplesso:

il fitocomplesso è un insieme di sostanze (ovvero principio attivo e metaboliti secondari) e conferisce ad una pianta uno specifico potere curativo, mentre    il principio attivo di un farmaco è  costituito da una singola sostanza dotata di un effetto terapeutico più marcato.

In questo periodo purtroppo storico, medici, ricercatori e scienziati hanno intrapreso una corsa contro il tempo nel tentativo di sconfiggere il coronavirus Covid-19. Presento qui 2 fitoterapici promettenti contenenti dei principi attivi che rivestono un ruolo importante per un “attacco antivirale”. Non sono da prescrizione, ma come sempre, in particolare in caso di dubbi o domande, occorre  chiedere un parere al medico o al proprio farmacista di fiducia.

L’artemisia
L’artemisia è una pianta molto interessante che appartiene alla famiglia delle Composite; si caratterizza    per il fatto di contenere i suoi principi attivi all’interno delle foglie e nelle cime fiorite; si utilizza spesso per l’aromatizzazione di liquori, tra cui  il vermut, e viene anche utilizzata in cucina per condire diverse pietanze
Le radici della pianta hanno azione sedativa, in grado di rilassare il sistema nervoso, perciò sono indicate in caso di sovraeccitazione e stanchezza generale.
Le sommità fiorite dell’artemisia contengono olii essenziali  (linaiolo, cineolo, beta tujone, alfa e beta pinene, borneolo, neroli, mircene), lattoni sesquiterpenici (vulgarina) e flavonoidi, che conferiscono alla pianta un’azione antispasmodica (attenua gli spasmi muscolari in caso di dolori mestruali e dismenorrea) ed azione emmenagoga (regola il flusso mestruale in caso di amenorrea e irregolarità del ciclo mestruale).
La presenza nel fitocomplesso degli olii essenziali oltre a renderla un efficace rimedio antisettico ed espettorante in caso di tosse, viene impiegata anche contro parassitosi intestinali, mentre per l’azione eupeptica è utilizzata nella digestione difficile, soprattutto nella formulazione di liquori naturali.
L’olio essenziale di artemisia viene impiegato  con frizioni sulle parti dolenti del corpo per attenuare dolori causati da stanchezza, contratture muscolari o in caso di affezioni particolari come i reumatismi.  E’ utile anche in forma di compresse per  la cura di  ferite.
Lo sciroppo di artemisia si può preparare con cinque grammi di estratto fluido mescolati con 95 grammi di sciroppo di zucchero: deve essere assunto in due o tre cucchiaini al giorno e permette di svolgere una funzione tonica e stimolante del sistema nervoso e, di conseguenza, anche rispetto a quello digestivo.
Si raccomanda di bere 2 o 3 tazze della soluzione ottenuta in qualunque momento della giornata, in caso di dolori articolari o muscolari. Nelle donne che soffrono di amenorrea o di dismenorrea, il trattamento deve iniziare 10 giorni prima della mestruazione.

Negli ultimi anni sono stati pubblicati anche vari studi riguardanti un potenziale utilizzo dell’artemisina (l’estratto farmaceutico dell’artemisia, detto anche artemisinina)  nel campo dei tumori.

Controindicazioni ed avvertenze:

L’artemisia è controindicata in gravidanza e se si allatta, oltre che nei bambini. La letteratura non parla di  effetti secondari e tossici rilevanti rispetto alle dosi terapeutiche consigliate, tranne nel caso in cui   sia presente una particolare sensibilità o allergia a livello individuale.

L’utilizzo dell’artemisia è inoltre sconsigliato nei casi di ulcera gastrica e duodenale.

Vediamo però quello che può essere il ruolo dell’artemisia come supporto terapeutico in questo triste contesto “virale”:

Nel 2015 la dr.ssa cinese Tu Youyou (83enne) ha vinto il Premio Nobel per aver salvato milioni di  persone  con il suo lavoro rivoluzionario sulle proprietà antimalariche dell’artemisia e da allora è nato un grande interesse per le proprietà terapeutiche di questa pianta. Vari  scienziati hanno scoperto che i fitocomplessi dell’artemisia prendono di mira proprio i coronavirus; in altri studi viene invece approfondito  e confermato  l’ effetto anti-malarico. Nello specifico, l’artemisia supporta le funzioni delle cellule B e T Helper.

In un comunicato dell’8 aprile   scorso  il  rinomato istituto scientifico Max Planck in Germania  ha annunciato di aver avviato, in collaborazione con una ditta americana, una sperimentazione sull’utilizzo dell’artemisia nella lotta contro il covid-19. (“The Max Planck Institute of Colloids and Interfaces, Potsdam (Germany) will collaborate with ArtemiLife Inc., a US based company and medical researchers in Denmark and Germany to test Artemisia annua plant extract and artemisinin derivatives in laboratory cell studies against the novel coronavirus disease”).

  Prima di concludere questa parte dell’articolo,  accenno ad un’altra sostanza la quale, proprio come l’artemisia, ha effetti anti-malarici ed apparentemente anche anti-virali: la clorochina/idrossiclorichina. Si tratta di un farmaco (Plaquenil) usato da tempo  per l’artrite reumatoide  ed il lupus eritematosus ma anche nel trattamento e nella prevenzione di amebiasi e malaria da quasi tutti i parassiti che la trasmettono, ad eccezione del Plasmodium falciparum e di alcuni altri.    Alcune sperimentazioni sembrano ora aver dimostrato l’utilità della clorochina/idrossiclorochina anche    nei pazienti affetti da Covid-19.
Quando in Francia «il rischio» di epidemia sembrava un’ipotesi vaga e comunque «totalmente sotto controllo», il direttore generale degli ospedali di Parigi aveva affermato   sulla clorochina: «Ogni volta che arriva un nuovo virus c’è sempre qualcuno pronto a dire che funzionerà —  ma sembrerebbe che la clorochina non abbia mai guarito nessuno», a parte il solito uso contro malaria e artrite reumatoide. Potrebbe essere utile per la sintomatologia, ma i potenziali effetti collaterali non sono indifferenti”.
Ora tuttavia, nel suo comunicato più recente, (fine marzo 2020) l’Agenzia Italiana del Farmaco, (AIFA)  visti anche i risultati in vari paesi di studi che sembrano aver dimostrato l’utilità dell’idrossiclorichina anche nei pazienti affetti da Covid -19, ha scritto che  “La clorochina e l’idrossiclorochina, sono medicinali autorizzati fin dalla seconda meta del XX secolo come antimalarici….   Osservazioni cliniche preliminari suggeriscono che questi farmaci potrebbero offrire benefici nel trattamento di pazienti affetti da infezione da SARS-CoV2 (Covid-19), ma sono necessari studi clinici per raccogliere prove definitive sulla reale efficacia di questi trattamenti. In Italia, il loro utilizzo per il trattamento dei pazienti affetti da infezione da SARS-CoV2 e stato autorizzato a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale … L’utilizzo approvato e da intendersi unicamente per il trattamento e non per la profilassi di COVID-19. …  Prima della prescrizione si richiama l’attenzione ad una attenta valutazione del paziente, in particolare nei casi di disturbi della conduzione cardiaca, la carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (favismo) o la presenza di altre terapie concomitanti”.

Una importante controindicazione di questo medicinale riguarda pertanto le persone affette da favismo (deficit di G6PD).  Il numero di persone affette da favismo è particolarmente elevato nelle zone mediterranee, in cui un tempo vi erano molte zanzare che trasmettevano la malaria. Vi è pertanto l’ipotesi   che questa caratteristica genetica del favismo  si sia sviluppata nei secoli in qualità di difesa contro la malaria e, se ben gestita (occorre evitare le fave e vari medicinali, tra cui appunto la colorichina, che possono provocare gravi crisi emolitiche) sembra apportare anche qualche altro beneficio per la salute. Ed infatti la Regione italiana, la Sardegna, in cui vi è la maggior percentuale (il 20% circa) di persone con questa caratteristica del favismo è anche  quella con il maggior numero di centenari, ed   è anche una delle regioni in cui il numero di persone colpite dal covid-19 è tra i più bassi.
Ho intenzione di approfondire questa “connessione” con la malaria in un altro articolo.   Potrebbe comunque essere utile, ovviamente in soggetti  non già affetti dal covid-19 e che non hanno contro-indicazioni relative all’assunzione di artemisia, provare ad assumere –  sentito il proprio medico- ad assumere preparati erboristici a base di artemisia  a titolo profilattico,  specialmente se  devono spostarsi molto per lavoro.

 

“La pianta del benessere”: Cistus Incanus

Questa pianta fiorisce da marzo a giugno, in particolare nelle zone vicine al mare nei paesi mediterranei, dove  le sue proprietà terapeutiche  erano già  note ed utilizzate, fin dai tempi dell’antica Grecia,  per vari problemi.
In passato, la gommo-resina del cisto è sempre stata utilizzata nella medicina popolare in qualità di aromatizzante nell’ambiente cosmetico. Ancora oggi tale pianta viene utilizzata come fissativo e componente per la realizzazione di profumi.

Riporto un estratto di ciò che scrivevo nel mio notiziario “Notizie Salutari”  nel novembre del 2018: “Vorrei qui peraltro soffermarmi sugli studi del medico greco Dr. Pandalis, che ha dedicato  una vita  di  ricerca (in Germania, dove vive da molti anni) ad una pianta, il cistus incanus, non ancora molto nota  ma che sta   dimostrando  notevoli proprietà antivirali ed antibatteriche….. Egli ha promosso l’effettuazione di vari studi, presso illustri  istituzioni tedesche, per sperimentare l’efficacia di queste piante: una di queste sembra avere un’ ottima efficacia contro l’influenza. Si tratta del Cistus incanus, da tempo in vendita in quasi tutte le erboristerie tedesche  …..questa pianta, tipica della macchia mediterranea, era utilizzata  per i suoi effetti sulla salute fin dai tempi avanti Cristo, ed era poi caduta nell’oblio di fronte all’emergere dei moderni preparati farmaceutici. Tra i vari articoli e studi cito quello  di Droebner et al. (2011) dal titolo “L’Estratto Cystus 052, ricco di polifenoli è altamente efficace contro il virus pandemico H1N1 dell’influenza A ed altri virus respiratori-5 (Suppl.1),230-251.”…….Dati i risultati che ho constatato in questi 5 anni ritengo utile tornare sull’argomento……Mentre ora, perlomeno in Italia,  le proprietà del Cistus incanus sono ancora poco note ,esse  sono invece da tempo apprezzate in Germania, dove il periodico dei medici tedeschi (Aerztezeitung)  ne ha parlato in numerosi articoli, come ad esempio in questo articolo del febbraio 2016 (www.aerztezeitung.de/medizin/krankheiten/infektionskrankheiten/article/904284/hiv-ebola-extrakte-zistrose-wirken-antiviral.html).”
 Gli effetti terapeutici del cistus incanus appaiono in sostanza dovuti al suo  contenuto particolarmente elevato in polifenoli ( il più elevato tra le piante oggetto di studi) e  flavonoidi (miricetina,quercetina, epigallocatechine) che gli conferiscono un notevole effetto antivirale, antibatterico ed antinfiammatorio.

Per quanto riguarda in particolare l’effetto antivirale, i polifenoli altamente polimerici di cui è ricco l’estratto acquoso del cistus sembrano agire contro  i virus prevenendo il loro assorbimento nelle cellule e la loro moltiplicazione,   attenuando l’intensità e la durata media di problemi dell’apparato respiratorio   causati da  infezioni virali o batteriche.
L’azione antinfiammatoria è supportata da una funzione antiossidante ed immunomodulante: modula la crescita dei globuli bianchi ed il rilascio delle citochine durante lo stato infiammatorio.
Altre proprietà terapeutiche: l’estratto di questa pianta viene infine impiegato anche nella cura di infezioni della pelle indotte da lieviti, come la Candida albicans.
Non vi sono effetti tossici documentati se la pianta è assunta nei dosaggi indicati; ma donne in gravidanza oppure in fase di allattamento dovrebbero consultare un medico.Tuttavia il suo effetto terapeutico dipende da quanto tempo lo si assume prima dell’infezione, un dato rilevante in tempi “virali” come  quello in cui ci troviamo!
Dr.ssa Fiamma Ferraro

 

Prossimi Appuntamenti

A CARPI (provincia di Modena): disponiblità per  consulenze mediche e corsi Buteyko individuali  il 12, 13, 14 e 15 maggio 2020

Provincia di Siena: consulenze mediche e corsi individuali il 7, 8, 9 e 10 maggio

Roma : consulenze mediche e corsi individuali su prenotazione dal 20 maggio in poi

Milano: disponibilità previste per il 18 e 19 ottobreIl CORSO di gruppo DI FORMAZIONE PER ISTRUTTORI BUTEYKO è stato spostato nella sede di campagna a 20 km. da Siena, dove è possibile rispettare le distanze di sicurezza tra i partecipanti, in data 4 e 5 luglio 2020

 

Per info e prenotazioni gentilmente inviare e – mail a info@dottoressafiammaferraro.it
Prenotazioni allo 340 3754 383 da Lunedì a Venerdì dalle ore 18 alle ore 20.