Antibiotico-resistenza Rubrica “Metalli_camente” dell’8/3/2022. IN questa puntata abbiamo parlato dell’antibiotico-resistenza. Se avete perso la puntata, potete riascoltarla qui. Buon ascolto!

Buonasera a tutti, siamo qui a Metalli-camente con la Dottoressa carissima Fiamma Ferraro. Dottoressa bena ritrovata. Questa sera Lei ci parlerà di antibiotici che praticamente hanno salvato, salvano e salveranno molte vite umane però in Italia se ne fa uso grande no, un largo uso di antibiotici e poi che cosa succede? Le lascio la parola dottoressa Ferraro prego.

Come sempre grazie a lei. Praticamente, prima di parlare, stavo per dire che gli antibiotici sono stati scoperti grazie ad Alexander Fleming. Poi per fortuna mi sono documentata perché, mentre Alexander Fleming ha vinto nel lontano 1945 il premio proprio grazie alla “scoperta della penicillina” avendola descritta per la prima volta intorno al 1928-1929, chi veramente ha scoperto il potere antibiotico è il nome di un medico, Vincenzo Tiberio, che per la prima volta nel 1895 – per cui 50 anni prima del premio Nobel – scoprì che la muffa aveva dei poteri antibatterici, detti battericidi. Da li il primo antibiotico quello forse più famoso è la penicillina. È una cosa interessante se ci si riflette.

Allora se noi andiamo a vedere il termine antibiotico, “anti” chiaramente sappiamo tutti cosa vuol dire e “bio”, biotico, deriva dal greco bios ovvero vita oppure essere in vita; per cui gli antibiotici hanno questo duplice potere.

Gli antibiotici salvano tantissime vite ma veramente tante però possono avere effetti collaterali.

La cosa da dire è che sono un farmaco unico nel senso che, il fenomeno che si osserva con gli antibiotici, non si vede con nessun altro farmaco.

Questo è un dato interessante che fa riflettere perché praticamente, in virtù del fatto che gli antibiotici vengono prescritti veramente troppo, e di questo siamo per parlare, è emerso questo fenomeno che conosciamo come “antibiotico-resistenza”.

Quali sono i tristi dati (e poi parleremo del da farsi)?

Visto che gli antibiotici sono così usati, sono troppo utilizzati, in medicina generale ci sono delle statistiche purtroppo abbastanza sconvolgenti nel senso che non sono solo limitate all’Italia ma è un fenomeno globale che non conosce confini.

Praticamente ci sono delle statistiche le quali riferiscono che dal 2050 in poi ci saranno potenzialmente oltre 10 milioni di morti appunto dovuti all’abuso degli antibiotici e questo è il fenomeno dell’antibiotico-resistenza perché cosa succede?

Un batterio che è “in vita” (implicito nella definizione stessa della parola antibiotico) cerca di difendersi per cui cerca di diventare sempre più intelligente nel difendersi dall’antibiotico e questo sta dando luogo appunto a ceppi che si chiamano resistenti.

Il primo scoperto di questi ceppi è il ceppo dello stafilococco resistente appunto agli antibiotici.

Andando avanti allora si è visto che nei paesi del bacino Mediterraneo purtroppo c’è un uso eccessivo di antibiotici che ci porta al perché c’è questo abuso di antibiotici.

Se vogliamo parlare di colpa, la colpa è un po’ del medico ma anche un po’ del paziente, ovviamente non volendo generalizzare, perché il medico ha paura, il paziente ha paura.

E quindi il paziente magari chiede l’antibiotico no?

Proprio così. Il paziente chiede l’antibiotico perché ha paura. Vediamo dunque in medicina generale il maggior uso di antibiotici.
Vengono prevalentemente scritti, gli antibiotici, nelle stagioni invernali particolarmente nel mese di febbraio e quasi niente nel mese di agosto per ovvi motivi.

Vengono prescritti spesso nei bambini, in casi pediatrici, per quali affezioni?

Praticamente delle alte vie respiratorie e anche delle cosiddette rinosinusiti e questo anche in età adulta.

Quello che si è visto adesso, tornando all’Italia, è che 4 italiani su 10 in un anno assumeranno un antibiotico grazie o non al medico di base perché purtroppo sappiamo che a volte ci sono alcuni farmacisti, sempre non volendo generalizzare, che dispensano gli antibiotici così come se niente fosse.

Per cui, quali sono i sintomi “ allarmanti” che magari fanno sì che sia implicato l’utilizzo di un antibiotico?

Sono febbre superiore ai 39,5 gradi e già molti si allarmano se arrivano a 37 e qualcosa, non malessere generale, non come si dice una gola con le placche, non un muco purulento che si dice essere brutto e cattivo se vogliamo essere banali ma sono sintomi più precisi e ci sono delle linee guida – io cito quelle delle AAP Accademia americana pediatrica, perché abbiamo appunto parlato dell’età pediatrica, e quelle di Centor.

Se uno vuole andare a vedere non sono così poi raccomandati in tanti casi gli antibiotici ma gli antibiotici sono utilizzati per far sì che non ci siano o ascessi potenzialmente pericolosi perché trattasi di rinosinusiti e faringiti possono dar luogo in teoria a febbre reumatica che però non esiste più nei paesi industrializzati; la glomerulonefrite che è un’infezione dei reni che non è comunque prevenuta dagli antibiotici, però possono dar luogo ad ascessi abbastanza cattivi e anche meningiti. Ecco perché di solito sono prescritti antibiotici. Per cui è un’arma a doppio taglio.

Diciamo che il forte uso può poi creare l’effetto contrario quindi a quel punto non si guarisce più e si creano altri problemi.

Sì esatto. Per cui è un grande paradosso perché salvano le vite però c’è sempre quel però.

Cosa fare allora?

Io consiglio sempre, come al solito l’obiettivo di questa trasmissione è di allarmare ma anche di indurre a riflettere gli adulti per i loro figli.

Ma Dottoressa Ferraro diciamo che per un genitore nel caso in cui un figlio soprattutto se piccolo non sta bene, credo che l’intento di un genitore quindi inconsciamente sia quello di far sì che il bambino possa guarire per cui magari incita il medico a prescrivere un antibiotico. È il medico che in quel caso magari deve consigliare se batterica o virale quindi se antibiotico si o antibiotico no.

Assolutamente sì perché, come abbiamo detto, anche in età pediatrica e più “consentito” l’utilizzo degli antibiotici per cui gli antibiotici non sono graditi dal nostro microbiota.

Però la somministrazione di un antibiotico una tantum non è del tutto dannosa per il nostro microbiota. Ecco perché ha senso integrare poi appunto dei lattobacilli o bifidi insomma in base al caso in questione.

Una cosa è quando al bambino oppure all’adulto vengono prescritti antibiotici che non sono sempre indicati per cui i primo invito è quello di riflettere.

Poi, se vogliamo andare un passo avanti, ci sono anche delle indicazioni per proteggere il nostro sistema immunitario e renderlo più forte per combattere con maggiore facilità l’invasione da batteri. A questo proposito basta andare ad esempio sul mio sito www.dottoressafiammaferraro.it e lì ci sono vari articoli scritti tra l’altro durante il lockdown quando parlavo di come rinforzare il sistema immunitario e mi ricordo Dottoressa Cinzia che aveva fatto anche una trasmissione su sistema immunitario. A tal proposito, il farmacista di fiducia saprà consigliare il soggetto.

Quindi Dottoressa Fiamma Ferraro, nel momento in cui un paziente va dal medico e il medico prescrive l’antibiotico “così a caso” che cosa bisogna fare?

Direi che se è la prima volta oppure è da più mesi che non viene prescritto un antibiotico, non c’è motivo di preoccupazione, lo si assume anche in buona fiducia perchè il medico giustamente fa il suo lavoro.

Se l’uso diventa abitudinario, in questo caso la situazione è un po’ da rivalutare o la condizione clinica oppure (non oso dire ma il medico). Però la prima è la situazione clinica, se veramente fa sì che sia necessario l’utilizzo di un antibiotico.

Se lo è, in questo caso, la prima cosa che farei è che cercherei di trattare bene il microbiota nel senso di rinforzarlo con una terapia di supporto mirata perché gli antibiotici sono il killer numero uno dei nostri batteri benefici del microbiota, numero 2 sono gli antiacidi, numero 3 gli antipsicotici.

Un’altra cosa Dottoressa Ferraro: nel momento in cui un medico prescrive un antibiotico chiaramente la posologia, insomma quanti ne deve prendere, lo dice lui. Dopodiché magari c’è il paziente che dice “vabbè ok ne prendo ancora un po’ perché magari non è passato del tutto” e in quel caso che cosa bisogna fare?

Ma innanzitutto attenersi alla posologia nel senso che la posologia mediamente varia dai 7 ai 10 giorni in base al caso in questione. Poi l’errore che fanno tanti e tante persone e dicono “va bene interrompono prima il trattamento” sono magari rimaste 4-5 compresse e le prendono anche senza andare dal medico. E questo si è visto anche adesso durante il Covid e dicono “Oddio forse sarà il Covid. Mi prendo l’antibiotico”. È sbagliatissimo.

Se il medico prescrive una terapia bisognerebbe rispettarla.

Esatto quindi lanciamo un appello che ci sta ascoltando e diciamo proprio questo cioè se il medico vi prescrive un tot di antibiotici, rispettate quel numero e magari una scatola due quella che e poi non fate di testa vostra perché comincia a essere un po’ deleterio no?

Questo è il primo appello Dottoressa Cinzia. Il secondo è quello di non pressare il medico per far sì che prescriva l’antibiotico.