Le ossa parlano ab eternam, anche post-mortem. I sette miliardi e mezzo di persone su questa terra sono letteralmente aggredite dalla presenza invisibile di metalli tossici presenti nell’area atmosferica, nel terreno, negli alimenti di cui ci nutriamo e in tutti i tipi di prodotti, dai cosmetici alle batterie per il computer.

Questi invasori silenti ed invisibili arrecano danni che variano da soggetto a soggetto. Questo perché i metalli tossici si depositano in quasi tutti gli organi, compreso il sistema scheletrico.

Chi lo avrebbe mai detto o sospettato? I metalli tossici sono presenti e convivono con l’umanità sin dalla preistoria.

Prima di andare avanti, ho pensato che potesse essere interessante approfondire la tematica dei metalli tossici negli scheletri umani; il lettore si ricorderà che c’era stato un breve riferimento circa la quantità di piombo negli scheletri umani nelle pagine antecedenti.

A tale proposito, ho trovato un articolo molto interessante: Heavy Metals in Human Bones in different historical epochs, di M. J. Martinez-Gracia pubblicato sulla rivista Environment nel 2005.

È stata valutata la presenza di piombo, cadmio, ferro, zinco e rame nelle ossa di 30 soggetti sepolti nella regione di Cartagena in diversi periodi storici ed in otto soggetti deceduti nel secolo scorso.

Le concentrazioni dei metalli presenti nelle ossa è stata valutata mediante la tecnica di voltammetria di ridissoluzione anodica (dall’inglese anodic stripping voltammetry), un’analisi quantitativa di specie ioniche di sostanze presenti in tracce; oppure mediante l’assorbimento atomico spettrofotometro, (un’ altra tecnica sia quantitativa sia qualitativa di metalli in soluzione).

In tutti i casi la presenza di ferro e zinco è stata determinata mediante la spettrofotometria.

In tutte le ossa/scheletri è stato riscontrato che le quantità di piombo erano superiori rispetto a quelle rilevate in altre zone geografiche, come riportato in letteratura.

Nelle ossa del secolo scorso invece sono state rilevate alte quantità non solo di piombo, bensì di cadmio, rame e ferro. Queste osservazioni hanno indotto i ricercatori a porsi domande circa la provenienza di questi metalli ed i ricercatori hanno concluso che tali metalli sono presenti nell’aria atmosferica, nel terreno e negli alimenti.

È stato documentato un aumento di questi metalli tra il periodo Neolitico e l’era del bronzo, con ulteriori incrementi tra il periodo dell’Impero Romano e l’era Bizantina.

I livelli di piombo raggiungono le massime concentrazioni “storiche” durante questi due periodi e, dopo una diminuzione, sono nuovamente aumentati.

La concentrazione di rame invece supera il “record” durante l’era Bizantina; il cadmio è l’unico metallo tossico che è diminuito nei vari secoli.

In articoli precedenti ho affermato che i metalli tossici sono presenti sin dall’inizio della storia e questo studio pare dimostrarlo. Si potrebbe giustamente affermare che alcuni metalli tossici, eccezion fatta per il piombo, sono diminuiti nelle ossa nell’arco dei secoli, ma è anche vero che prima le persone vivevano molto di meno.

All’inizio del 1900 non era facile superare i 50 anni di vita, mentre oggi si vive più a lungo e non sempre bene purtroppo.

Visto che l’affascinante studio sopra-citato risale a quasi 20 anni fa, ho ritenuto opportuno indagare se vi fossero dati più recenti a tale proposito ma non sono riuscita a trovare niente sulla banca data dei medici, perlomeno per ciò che riguarda gli scheletri umani.

Mi sono pertanto “intestardita” ed ho continuato le mie ricerche, non più per ciò che concerne scheletri umani, bensì ho preso in considerazione scheletri animali; d’altronde anche loro occupano il medesimo pianeta inquinato.

Questa volta la ricerca ha dato i suoi frutti in quanto ho trovato uno studio di pochi anni fa: Accumulation of Toxic Elements in Bone and Bone Marrow of Deer living in various Ecosystems. A Case Study of Farmed and Wild-living Deer, (accumulo di elementi tossici nelle ossa e midollo osseo di cervi. Studi in animali selvatici e di fattoria), pubblicato nel 2020 su Animals, an Open Access Journal from MDPI, di Katarzyna Tajchman e colleghi.

In questo studio I ricercatori hanno misurato le concentrazioni dei seguenti elementi tossici sia nelle ossa sia nel midollo osseo di cervi selvatici (liberi in natura) e cervi da allevamento.

Gli elementi tossici presi in considerazione: piombo, bario, berillio, cadmio, antimonio, arsenico, nichel, tallio e vanadio.

Come tanti elementi tossici, anch’essi vengono assorbiti dal midollo osseo e successivamente dall’osso (il vanadio in realtà è un metallo “pesante”, che può diventare tossico per l’organismo se i livelli superano i limiti fisiologici).

L’idea di base era che tossine ambientali si possono accumulare nell’organismo degli animali ed arrecare danni (pertanto è ovvio che, se si accumula nei mammiferi, si accumula anche nell’uomo).

Nei cervi rossi presi in considerazione sono state rilevate altissime concentrazioni di arsenico, bario e piombo nel gruppo di animali selvatici rispetto ai cervi d’allevamento. I ricercatori hanno rilevato alti livelli di alluminio sia nel midollo osseo sia nelle ossa ed alte concentrazioni di cadmio nelle ossa.

La conclusione dei ricercatori è stata proprio quella che mi ero prefigurata nel leggere il solo titolo di questo articolo; (inevitabilmente Immaginavo che l’articolo avrebbe riferito che le ossa ed il midollo osseo di questi cervi era “inquinato”): questi animali vivono in zone teoricamente non inquinate, trattasi di zone non industrializzate; pertanto gli elementi tossici sono ovunque.

Non oso dunque immaginare le concentrazioni dei medesimi elementi tossici che si sarebbero riscontrte in animali che vivono in zone industrializzate. Forse è meglio che non abbia trovato dati riguardanti gli scheletri umani odierni.

Per ulteriori approfondimenti,si possono consultare anche i seguenti link:

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La Terapia Chelante Eccellenze Italiane 7/12/2022
Sigarette elettroniche: sono killer mascherati?
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La terapia chelante: che cos’è
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