Un caso di Glaucoma come tanti con il Metodo Boel-Yamamoto. Dott.ssa Fiamma Ferraro Medico Chirurgo, Medico di Medicina Generale, Complementare ed Integrata a Roma e Carpi.
Molti pazienti negli anni mi hanno chiesto perché non metta analisi strumentali sul web; la mia risposta è sempre stata la seguente: “I risultati parlano da sé ed i pazienti sono contenti, in tutta onestà non ho tempo,”.
Viste le insistenze mi sono però “arresa” ed ho deciso di presentarvi un caso 🙂
Come molti di voi sapranno, sono stata la prima a praticare il metodo di agopuntura Boel, è estremamente conosciuto e nel nord d’Europa è noto in modo particolare per affezioni dell’apparato visivo.
Negli ultimi 15 anni ho “sposato” il metodo Boel con il metodo ancora più recente di Yamamoto. Le mie percentuali di successo si aggirano dall’80 al 85%; non male visto che in tanti casi i pazienti si sentono dire che ” non c’è nulla da fare “.
Ma molti continuano a non “credere” nell’agopuntura. Come dico sempre “non c’è bisogno di credere basta vedere… possiamo credere o non credere in Dio o nei fantasmi o negli alieni”.
Vi presento pertanto un caso di glaucoma.
In Italia si stima che lo 0,2% della popolazione in generale sia affetta da questa malattia, ma che nel 50% dei casi non si sia manifestata clinicamente.
Fino ad oggi gli interventi terapeutici sono a base di colliri ed interventi chirurgici.
Negli ultimi vent’anni questo tipo di chirurgia ha fatto passi da gigante, ma rimane tuttavia una malattia cronica.
Il metodo Boel-Yamamoto è un trattamento estremamente valido nei soggetti che hanno una risposta terapeutica.
Negli ultimi anni il professor Boel ha identificato dei punti proprio specifici per il glaucoma i quali, aggiunti ai punti di Yamamoto ed in alcuni casi ai punti di agopuntura tradizionale cinese, conferiscono risultati non indifferenti.
In questi casi i punti dell’agopuntura tradizionale fanno ben poco, ma in aggiunta agli altri due metodi sembrano potenziarli.
Il caso che vi presento è di una persona affetta da glaucoma da 4 anni.
Il campo visivo di questa persona evidenzia che il nano si sta avvicinando alla parte centrale.
Ho chiesto a questa persona di fare un campo visivo poco prima del trattamento di agopuntura. Già dal quarto giorno in poi la persona notava maggiore varietà dei colori.
Il campo visivo, dopo 10 giorni consecutivi di trattamenti (un totale di 30 trattamenti nei 10 giorni in uno spazio temporale di due ore e mezzo circa) è stato sorprendente.
Questa persona continua ad usare i colliri, anche se in alcuni casi vi è anche stata una riduzione del tono oculare.
L’oculista di questa persona “non crede” all’agopuntura; anche se la persona riferisce che lo specialista è rimasto “visibilmente scioccato” dal secondo campo visivo, effettuato ad un mese di distanza rispetto al primo.