Cosa possiamo Curare e Migliorare?

Ottimizzazione della Respirazione con il Metodo Buteyko: effetto sulla Salute e  Malattie Diverse dall’Asma

Il metodo Buteyko e’ diventato abbastanza “famoso” nei paesi di lingua inglese soprattutto per il trattamento dell’asma, poiché le sperimentazioni cliniche in doppio cieco effettuate in cliniche universitarie in questi paesi, con straordinari risultati, hanno preso in considerazione solo l’asma. Tuttavia nell’ex Unione Sovietica sono state fatte sperimentazioni cliniche anche per altre malattie e soprattutto, come non mi stanco di ripetere, il valore del metodo e’ eccezionale a scopo preventivo ed anti-invecchiamento: per restare in buona salute ed ottima forma, fisica e mentale, fino ad un’età avanzata. Indubbiamente questo effetto preventivo e ringiovanente è difficile, se non impossibile- da sperimentare “in doppio cieco”, ed anche la sperimentazione sugli animali , che si fa spesso a questo scopo per provare l’effetto di sostanze varie, è impossibile da attuare, poiché non si tratterebbe di somministrare agli animali delle pasticche ma di farli respirare in un certo modo, il che è impossibile.

Ci può semmai aiutare solo l’osservazione che esiste un nesso, -senza eccezioni- tra il numero di respiri al minuto e la durata media della vita nelle varie specie animali: minore è il numero di respiri al minuto, più lunga è la durata media della vita; per il resto non si può che fare affidamento sulla razionalità e logicità di alcuni nessi, e su quello che per secoli è stato il motore del progresso in campo medico: e cioè l’osservazione dei pazienti da parte dei medici curanti.
Basta pensare al fatto che “l’eccesso di respirazione”, portando ad una dissipazione della CO2 nell’espirazione, fa diminuire il passaggio dell’O2 dal sangue ai tessuti, (effetto Verigo-Bohr che si trova in tutti i testi di fisiologia medica) e quindi fa diminuire l’ossigenazione di tutto l’organismo, per capire quanto sia vasta la serie di effetti negativi che causa su tutto l’organismo un modo di respirare che fa diminuire l’ossigenazione dei tessuti di questo organismo, e quindi quanto sia per converso benefico l’effetto che, respirando “meno/meglio” si ottiene sul funzionamento dell’organismo in generale, che risulta meglio ossigenato. L’ossigeno è indispensabile per produrre energia e i vari sistemi dell’organismo (da quello immunitario a quello nervoso, energetico, ecc.) hanno bisogno di energia per funzionare bene. Inoltre la tanto vituperata e calunniata anidride carbonica (CO2), nella giusta quantità ha non solo l’effetto benefico di aumentare il passaggio di O2 ai tessuti ma anche altre funzioni di vitale importanza (dilatazione dei vasi sanguigni, rilassamento dei muscoli e molte altre).
Ciò premesso, passo ora ad esaminare l’effetto dell’ottimizzazione delle respirazione in base al metodo Buteyko (e quindi dell’eliminazione dell’iperventilazione –intendendo come tale una respirazione superiore alle esigenze del momento-) sulla salute dell’organismo in generale e su alcuni tipi di malattie. Alcune di queste osservazioni sono contenute anche nel Notiziario che invio ogni mese agli interessati; i riferimenti scientifici e gli approfondimenti sono contenuti nel mio libro “Attacco all’Asma… e non solo”. Metto tuttavia nuovamente in rilievo che la normalizzazione della respirazione, pur sempre benefica se fatta nel modo giusto, può in molti casi non essere sufficiente. Spesso occorre un’ approfondita ricerca per individuare altri eventuali fattori nocivi o carenze che possono essere presenti.

Allergia e Problemi Immunitari

Un effetto normalizzante sul sistema immunitario, (con il quale si riesce sia a stimolare i poteri immunitari quando sono troppo deboli, sia a tranquillizzarli quando, come in casi di allergia o malattie autoimmuni, è eccessivo) è esercitato innanzitutto da una “buona respirazione secondo Buteyko”.
Come osservato del fisiologo cellulare Dennis Fahy: “se ristabilite la funzione immunitaria, ristabilite anche la vostra capacità di riprodurre il DNA e di avere una moltiplicazione regolare delle cellule, una normale sensibilità all’insulina, un buon funzionamento della tiroide ed altri fattori, come una presenza normale nel cervello di certe molecole che cambiano con l’età; tutto questo viene ristabilito da un miglior funzionamento del sistema immunitario.”

La problematica dell’asma viene spesso trattata insieme a quella dell’allergia, strettamente abbinata, per la quale si consiglia in genere, negli articoli di medicina popolare, di cercare di evitare le sostanze alle quali si è allergici. A parte tuttavia la difficoltà di identificare in modo sicuro le numerose sostanze alle quali si è allergici, ed a parte la difficoltà pratica di evitare, nella vita quotidiana, queste sostanze spesso molto diffuse, non si può non osservare come si tratti di sostanze in genere innocue, come pollini e simili; (diverso è il discorso per le sostanze nocive, in cui una reazione di “allergia” sarebbe una sana reazione di autodifesa dell’organismo) alle quali l’organismo di alcuni reagisce in modo troppo “intollerante”.

Importante, in particolare per le allergie respiratorie, è innanzitutto il respirare non dalla bocca ma dal naso (presupposto essenziale della respirazione Buteyko). Ho già parlato a lungo dell’argomento anche in un recente articolo (ved. l’ottimo sito http://www.aipro.info/drive/File/70.pdf ) al quale rinvio e non mi soffermo ora su tutti gli aspetti molto negativi per la salute che derivano da questa forma di respirazione; voglio qui solo mettere in rilievo che quando si respira dal naso molti fattori allergizzanti (dalle milbe ai peli di animali, acari, pollini ecc.) e veleni ambientali, vengono parzialmente filtrati e trattenuti nelle cilia (micropeluria) del naso mentre quando si respira dalla bocca penetrano in massa e direttamente nelle vie respiratorie.

Il numero di sostanze alle quali si reagisce in modo allergico, forse anche a causa del deterioramento della qualità dell’aria e degli alimenti, sempre più pieni di varie sostanze innaturali e nocive, sta aumentando; non è quindi facile identificare quali siano tutte le sostanze alle quali si reagisce in modo allergico, e quindi non è facile evitarle o effettuare il consueto programma di desensibilizzazione contro tutte queste sostanze. Mi sembra inoltre importante anche considerare che una mucosa perfettamente integra (del naso, vie respiratorie ed anche intestinale, poiché ci sono varie interazioni e sinergie tra le allergie alimentari- e quelle riguardanti sostanze contenute nell’aria) dovrebbe trattenere e non lasciar passare nel sangue le sostanze allergizzanti; se queste mucose sono infiammate e danneggiate, succede che lascino passare dei frammenti di sostanze che non dovrebbero oltrepassarle, e ciò può scatenare fenomeni di allergia o intolleranza Anziché cercare soltanto di identificare le sostanze che scatenano la reazione allergica, per eliminarle o abituare l’organismo a tollerarle, sarebbe forse preferibile cercare anche di restituire alla mucosa la sua integrità, in modo che questa trattenga tutte le sostanze che non dovrebbe lasciare passare nel sangue.

E infatti qualunque sostanza, per quanto innocua o benefica, se arriva in luoghi in cui non dovrebbe arrivare può diventare nociva. Quando le mucose sono già molto danneggiate, oltre a normalizzazione la respirazione con il metodo Buteyko è bene , per accelerare la guarigione, cercare di ricostituire l’integrità di questa mucosa, con una terapia medica individualizzata cercando nel contempo di evitare le sostanze alle quali si è più sensibili, (spruzzando ad es. nel naso dei preparati che, formando una pellicola impenetrabile, trattengono pollini, ecc . evitando tappeti e materassi infestati da acari e tenendo lontani, se del caso, gli amici a 4 zampe! ).
Alcune sostanze naturali e piante che esercitano un effetto benefico contro l’allergia sono lo zinco, la vitamina B6, il rosmarino, l’aloe, la quercetina ed alcuni enzimi come la bromelaina. E’ comunque bene consultare un medico esperto in terapie naturali. Insieme tutto questo, il consiglio più importante rimane ovviamente quello di intensificare la pratica della respirazione Buteyko, essenziale per diminuire i fenomeni di infiammazione e di allergia.

 

Ansia e Attacchi di Panico

Nel 1800, in caso di attacchi di panico ed “isterismo” (che nelle signore, diversamente da quanto si riteneva all’epoca, non erano provocati da problemi ormonali e nervi fragili ma erano spesso causati dai corpini troppo stretti alla vita dei vestiti, che portavano ad iperventilare) si usava far respirare dentro un sacchetto di cartone. Si respirava in questo modo un’aria con molta CO2 e gli attacchi passavano. Questo rimedio è in realtà ancora usato (mi è stato insegnato 15 anni fa nei miei studi medici) in casi di emergenza, in particolare in assenza di altri rimedi. Numerosi studi (ved. il Notiziario ed il mio libro) hanno dimostrato l’esistenza di un collegamento sicuro tra l’iperventilazione acuta e gli attacchi di ansia e panico. Devo però sottolineare che questo rimedio è valido solo per le emergenze perché alla lunga, se si respira un’aria ricca di CO2 l’organismo, che non è abituato a sopportare un tasso giusto e fisiologico di CO2 e lo percepisce erroneamente come eccessivo, è indotto a respirare di più e più in fretta, per far diminuire questo tasso di CO2. Occorre quindi riaddestrare l’organismo a tollerare i tassi ottimali di CO2 con gli esercizi di respirazione Buteyko.

Depressione e Problemi Neurologici

Attualmente nel campo medico è dedicata grande attenzione agli squilibri esistenti in alcune sostanze chimiche del cervello, chiamate “neurotrasmettitori”. Nelle persone che soffrono di depressione si riscontra spesso un basso livello di dopamina, norepinefrina e serotonina.

Dal punto di vista “buteykiano” che, è inutile ripeterlo, tende a dare la massima importanza al ruolo della respirazione, occorre mettere in rilievo come l’ossigenazione e la circolazione del sangue nel cervello svolgano un ruolo della massima importanza nella formazione di questi neurotrasmettitori. E’ noto che i tessuti del cervello, anche se costituiscono solo il 2% del peso del corpo, hanno bisogno di essere nutriti ed ossigenati dal 30% della quantità di sangue che circola nel corpo. Quando non arriva abbastanza sangue al cervello, oppure quando, pur arrivando abbastanza sangue, l’ossigeno non passa dal sangue al tessuto cerebrale, si possono verificare gravi problemi, tra cui anche gli squilibri nella produzione di neurotrasmettitori. Molti studi sono stati effettuati quanto al danno prodotto dall’iperventilazione (eccesso di respiro) alla fornitura d’ossigeno ai tessuti del cervello. Per rendersene conto immediatamente, basta osservare questa immagine   http://bp.edu/AboutBr%20What%20is.htm, che dimostra, con un efficace impatto visivo, le conseguenze provocate nel cervello da pochi minuti di iperventilazione. Il riaddestramento della respirazione e l’eliminazione dell’ “eccesso di respiro” con il metodo Buteyko sarebbero pertanto di un’estrema utilità per le persone che soffrono di depressione.

Il problema però consiste nel fatto che in genere le persone gravemente depresse non riescono a trovare, anche quando sono teoricamente convinte della fondatezza del ragionamento, quel minimo di energia e forza di volontà necessarie per eseguire, con costanza e regolarità, un programma di esercizi di respirazione. Può pertanto essere necessario ricorrere a medicine per uscire dal labirinto della depressione, almeno per quel tanto necessario per mettersi in seguito a controllare il modo in cui si respira.
Le medicine in genere prescritte, (SSRI ed altre) anche se possono provocare consistenti effetti collaterali, nei casi gravi sonno spesso inevitabili, e si sconsiglia comunque a chiunque di smettere improvvisamente di prenderle o comunque di fare alcunché senza aver consultato il proprio medico curante.
Nei casi meno gravi vi sono tuttavia anche dei rimedi naturali che si sono dimostrati efficaci (come provato da numerose sperimentazioni cliniche in doppio cieco) Ancor più importanti inoltre sono gli studi che hanno dimostrato la carenza, nelle persone che soffrono di depressione, di alcuni elementi nutritivi, ed in particolare delle vitamine del gruppo B, di cui il cervello ha bisogno per produrre i neurotrasmettitori.(Bukreev 1978; Carney et al. 1990; Carney 1995; Fujii et al. 1996; Masuda et al. 1998; Bottiglieri et al. 2000; Zhao et al. 2001).

Un’altra sostanza naturale della massima importanza è la SAMe (S-adenosilmetionina), prodotta nel corpo dall’amminoacido essenziale metionina e dall’adenosintrifosfato; si trova in tutte le nostre cellule, dove svolge un ruolo importante quale precursore di numerose sostanze, tra cui la serotonina ed altri neurotrasmettitori.
Ricercatori dell’ University of Alabama, Birmingham, hanno accertato che le persone depresse non producono abbastanza SAMe nei loro cervelli e numerosi studi hanno constatato l’efficacia del SAMe contro la depressione.
(Bottiglieri et al. 1994, Di Rocco et al. 2000). Tra l’altro, quando vi sono bassi livelli di SAMe, si riscontrano in genere livelli elevati di omocisteina, una sostanza di cui sono emersi negli ultimi anni numerosi effetti deleteri, tra i quali anche la depressione.
Vi sarebbe ancora molto altro da dire su questa malattia, anche in merito agli squilibri ormonali (ad es. durante la menopausa) che possono provocare la depressione, ma la raccomandazione essenziale resta quella di seguire, non appena la depressione si è attenuata, un programma di esercizi di respirazione e di far attenzione, a titolo preventivo, a come si respira.

Digestione e Obesità

L’iperventilazione è fisiologica e necessaria quando si sta per affrontare un pericolo che richiederà un’intensa attività fisica, (la nota reazione del “combatti o fuggi”, necessaria per salvare la vita dei nostri antenati preistorici inseguiti da un leone affamato o alle prese con un nemico armato di clava!) Il nostro organismo, che non è cambiato molto rispetto a quei tempi, quando respiriamo molto ne deduce che dovremo affrontare un’attività fisica intensa e, nella sua saggezza, ci mette a disposizione tutte le reazioni ed attività necessarie per questa attività; se dobbiamo scappare a gambe levate per salvarci da una tigre, il fatto di poter digerire quanto mangiato un’ora prima passa in second’ordine., (come pure passa in second’ordine l’opportunità di mettere in allerta il sistema immunitario per combattere magari un raffreddore che si sta preannunciando). E’ importante salvarci dalla tigre che ci insegue scappando a gambe levate, e pazienza se poi ci verrà un’indigestione o un raffreddore! Il sangue affluisce quindi verso i muscoli, mentre non sono più ben irrorati lo stomaco, il colon, il fegato e i reni. Ne risente tutta l’attività di digestione ed assimilazione dei cibi e la disintossicazione.

Numerosi studi medici hanno inoltre constatato un collegamento tra infiammazione, obesità ed asma. In uno studio recente in cui sono stati presi in considerazione i dati riguardanti 330.000 persone, si è constatato che per ogni asmatico di peso normale ve ne erano 1,5 sovrappeso od obesi. Chi conosce il lavoro del prof. Buteyko non può non ipotizzare che alla base sia dell’asma che del problema di soprappeso possa esservi (magari insieme ad altri fattori) anche un modo sbagliato di respirare, che oltre a provocare l’asma causa anche un funzionamento non ottimale del metabolismo e del modo in cui l’organismo produce energia dal cibo (e per questa produzione è appunto necessario l’ossigeno). Rimettere quindi a posto la respirazione, oltre a giovare all’asma può far bene anche alla linea!

Energia Carente e Stanchezza Cronica

L’organismo, per produrre energia, ha bisogno di ossigeno ed anidride carbonica in quantità sufficiente. Una situazione di costante, pur leggera iperventilazione, porta quindi ad una mancanza di energia. I muscoli non sono ben irrorati di sangue e vi si accumula acido lattico (che provoca i dolori tipici dei muscoli indolenziti dopo un’attività muscolare intensa, anaerobica). Numerosi studi clinici hanno contattato l’esistenza di questo nesso tra iperventilazione e problemi di stanchezza cronica.

Ipertensione e Problemi Cardiocircolatori

Come i lettori di queste pagine probabilmente già sapranno, lo stesso Buteyko, da giovane, soffriva di una forma di ipertensione molto elevata ( il suo impulso di ricerca sugli effetti della respirazione era anzi partito anche da questo fattore) e cambiando il proprio modo di respirare era riuscito a normalizzare la sua pressione. L’azione dell’anidride carbonica è intensa soprattutto nelle arterie più piccole e sottili (precapillari), ovvero là dove si regola anche la pressione sanguigna, provocando una dilatazione delle piccole arterie e l’apertura di capillari occlusi: in questo modo si favorisce decisamente la circolazione del sangue in tutti gli organi e tessuti del corpo e si abbassa la pressione sanguigna (particolarmente in presenza di forme di ipertensione arteriosa).
L’anidride carbonica migliora anche le proprietà di flusso e di coagulazione del sangue; il sangue, cioè, passa meglio attraverso i vasi sanguigni più piccoli e le strettoie, diminuendo così il rischio di formazione di trombi.
L’autorita’ di controllo americana FDA ha per la prima volta approvato , a seguito dei risultati positivi conseguiti in sperimentazioni cliniche in doppio cieco, un rimedio non farmacologico per il trattamento della pressione elevata del sangue. Si tratta di un apparecchio elettronico che, dopo aver analizzato la struttura del respiro di un paziente, sintetizza una musica individuale che induce il paziente, che tende ad adattare il suo modello respiratorio alla musica, a respirare -indovinate un po!- piu’ lentamente e di meno. Gli studi, pubblicati nell’ American Journal of Hypertension hanno dimostrato una diminuzione media di 14/9 mmHg dopo 8 settimane di uso. E’ cosi’ nuovamente confermato quanto scoperto da Buteyko sull’importanza della respirazione nell’ipertensione, e con gli esercizi Buteyko si ottengono, in modo piu’ efficace e senza necessita’ di costosi apparecchi, risultati ancora superiori.
Numerosi studi hanno constatato che nelle persone che soffrono di problemi di cuore la quantità d’aria respirata in un minuto è pari al doppio o triplo del normale. La carenza di CO2 fa anche sì che il sangue che arriva al cuore non vi rilasci una quantità ottimale di O2. Il tessuto cardiaco è quindi male irrorato e male ossigenato .

Vista

Il numero di malattie sulle quali influisce la mancanza di CO2 causata dall’iperventilazione continua a stupire persino me. A questo proposito a questo link si parla di ricerche interessanti sul ruolo di un inibitore dell’anidrasi carbonica (dorzolamide), (https://www.researchgate.net, al link http://bit.ly/339uDaE ) osservando che  “L’anidride carbonica può far migliorare la vista di pazienti afflitti da degenerazione maculare senile” di cui riporto in italiano alcuni brani: “Pazienti sofferenti di degenerazione maculare stanno traendo beneficio da una nuova terapia farmacologia attualmente sotto sperimentazione presso il Centro medico-scientifico dell’Università del Texas (UTHSC). La terapia comporta una combinazione di medicinali comprendenti l’anidride carbonica, un elemento che dilata i vasi sanguigni nella retina in modo da mantenervi un flusso di sangue adeguato.

William E. Sponsel, M.D. professore associato e direttore della ricerca nel dipartimento d’oftalmologia dell’ UTHSC, sostiene che “. . . impiegando determinate combinazioni di elementi chimici chiamati “inibitori dell’anidrasi carbonica” (IAC) somministrati sotto forma di gocce oculari, l’occhio viene “indotto con l’astuzia” (tricked) a mantenere la sua riserva di anidride carbonica… . . ..e riferisce che 60 su 65 pazienti hanno ottenuto un miglioramento drammatico della loro vista, sia che soffrissero di degenerazione maculare che di glaucoma.”
Questo noto professore universitario direttore di ricerca attribuisce quindi il miglioramento della vista all’effetto vasodilatatore della CO2 (pur noto in campo medico da quasi cent’anni!) e al fatto che l’occhio sia “indotto con l’astuzia“, dagli inibitori dell’anidrasi carbonica, a mantenere la sua riserva di CO2. Inoltre nel sito dell’Università del Texas sopra segnalato vi sono altri commenti interessanti.

Nel riferire i risultati positivi ottenuti dai pazienti coinvolti nella sperimentazione del Dr. Sponsel si scrive:
“. . . .il dr. Sponsel ha portato avanti questa linea di ricerca dopo aver scoperto che NELLE PERSONE CHE IPERVENTILAVANO E SOFFIAVANO VIA RAPIDAMENTE LA LORO RISERVA DI CO2 SI VERIFICAVA UNA DIMINUZIONE DELLA VISTA”
Ecco ancora una sperimentazione recente che arriva alla conclusione che la vista è migliorata perché “la vasocostrizione durante l’ipocapnia (mancanza di CO2) causata dall’iperventilazione acuta viene impedita…..“
(“Topical dorzolamide increases pericentral visual function in age-related maculopathy: pilot study findings with short-wavelength automated perimetry. Acta Ophthalmologica Scandinavica. 83(2):154-160,April 2005)
Ed infine ecco uno studio italiano che ha messo in evidenza, anche per numerosi altri problemi (dai problemi di cuore alle ulcere, dall’epilessia all’osteoporosi)i benefici derivanti da questi inibitori, in relazione alla loro “funzione fisiologica relativa alla respirazione ed al trasporto di CO2/HC03. (“Carbonic anhydrase inhibitors and their therapeutic potential”. Claudiu T Supuran, Andrea Scozzafava Università degli Studi, Laboratorio di Chimica Inorganica e Bioinorganica, via Gino Capponi 7, I-50121, Florence, Italy. cts@bio.chim.unifi.it)
Il dr. Buteyko già nel 1960 aveva osservato come la perdita di CO2 provocata dall’eccesso di respiro (iperventilazione cronica) comprometta il funzionamento di tutti gli organi, compresi gli occhi, e se, nelle forme avanzate di glaucoma, può essere inevitabile dover ricorrere anche agli inibitori dell’anidrasi carbonica, che “inducono con l’astuzia” l’occhio a trattenere la sua riserva di CO2, a scopo preventivo e per evitare aggravamenti, per evitare che la CO2 dell’occhio sia “soffiata via” durante l’iperventilazione, la prima e più ovvia cosa da fare sarebbe appunto smettere di iperventilare e di “soffiare via” la CO2!
Per un altro trattamento efficace per i problemi degli occhi, l’agopuntura con il metodo Boel, in home page trovate la sezione dedicata.

Si Ricorda  per tutte le pagine di questo sito, che queste osservazioni hanno contenuto informativo e non costituiscono dei consigli medici.  E soprattutto, in caso di malattia  o problemi di salute è necessario procedere in accordo con il proprio medico e senza modificare nulla nel dosaggio dei farmaci assunti senza sentire prima il suo consiglio e, se si vuole seguire un corso Buteyko, è necessario rivolgersi ad istruttori che siano anche medici oppure, a seconda della natura del problema, ad istruttori che siano anche operatori sanitari abilitati per il trattamento del problema in questione e regolarmente iscritti negli appositi albi sanitari.

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