Elettro-Magneto-Laserterapia L’importanza dell’elettricità e del magnetismo, ormai generalmente riconosciuta per ai fini diagnostici (basta pensare all’elettrocardiogramma ed encefalogramma, alla TAC ed RM) stenta ad affermarsi per la terapia, poiché la medicina ha ancora poco approfondito gli effetti e le armonie-disarmonie delle sottili forze elettroniche e magnetiche che sono appunto rilevate dagli strumenti diagnostici ed il modo per influenzarle positivamente.

Ricordiamo la formula di Charles Laville: “la vita è un seguito di ristabilimenti d’equilibrio, nell’ordine elettrico”.

Anche se non ne è ancora del tutto chiaro il meccanismo d’azione, vi sono tuttavia alcuni trattamenti usati ormai da molti anni, di cui può essere considerata provata l’innocuità e, in molti casi, l’efficacia.

Tra questi, ho approfondito soprattutto i seguenti:

1) La ionochinesi del dr. Jacques Janet
Si tratta di una terapia elettronica diffusa da 50 anni in Francia e quasi sconosciuta in Italia.
Le terapie elettroniche-vibrazionali godono di grandi tradizioni in Francia (basta pensare alla terapia anticancro scoperta da Priore e purtroppo scomparsa con la sua morte, e ai lavori di Lakhovsky e Vincent).
Questa tradizione è stata portata avanti dal dr. Jacques JANET, ricercatore e medico specialista in gastroenterologia, che negli ultimi 40 anni ha dedicato gran parte del suo lavoro al trattamento di molte anche gravi patologie, con l’elettroterapia da lui messa a punto, la ionochinesi, le cui applicazioni sono multiple.
Il dr. Janet osserva che la ionochinesi è la sola forma non inquinante d’elettroterapia: consiste nell’applicazione di campi elettrici controllati, e questo la differenzia da altre terapie elettroniche (ionoforesi, galvanoterapia, ionizzazione, ecc.); il generatore si adegua infatti a tutte le variazioni dello stato elettrico dei tessuti vivi. Per saperne di più: (1)

2) L’induzione magnetica “PAPIMI” con l’apparecchio del Prof. Panos Pappas: su questo argomento, data l’importanza, ho scritto una pagina a parte

3) Magnetoterapia
Si tratta di una terapia basata su principi diversi ed apparecchi meno potenti di quello sopradescritto del Prof.Panos Pappas, adatti quindi per patologie meno rilevanti.


Perché la magnetoterapia?

Il magnetismo del globo terrestre, al quale la costituzione dell’uomo, nella sua storia di 4,5 milioni di anni si è abituato, e di cui ha bisogno per funzionare star bene, sta diminuendo sempre di più da alcuni decenni, per motivi non ancora del tutto chiariti.

Il magnetismo naturale della terra è importante soprattutto per il suo ruolo di fornitore di energia che influisce sulle membrane cellulari, in cui è necessario il permanere di tensioni che richiedono processi che consumano energia.

Cos’è la magnetoterapia?

Già da diversi decenni si è osservato come i campi magnetici influenzino determinati processi biologici nel senso di un apporto d’energia.

Inizialmente questo apporto è stato utilizzato soprattutto per stimolare il rinsaldamento delle ossa dopo una frattura e per curare i disturbi di circolazione.


I primi studi più avanzati sull’uso del magnetismo sono stati effettuati nell’ex URSS, poiché si era visto che gli astronauti nelle capsule risentivano negativamente della mancanza del magnetismo terrestre.

Gli apparecchi

Mentre in un primo tempo sono stati usati soprattutto dei magneti fissi (che anche ora si vendono in farmacia, attaccati a cerotti da porre sopra punti doloranti ma che possono essere controindicati se non viene usato nel modo appropriato il polo positivo e negativo dei magneti), si è poi passati ad usare, per scopi terapeutici, soprattutto degli apparecchi che producono dei campi magnetici pulsanti.

Rispetto ad altri strumenti terapeutici, il magnetismo ha il vantaggio di poter penetrare in profondità nei tessuti e di raggiungere gli organi all’interno del corpo.

Dopo aver provato vari apparecchi, quello che attualmente uso nel mio studio è stato elaborato a seguito degli studi del Prof. Kafka, e ne sono stati controllati i risultati in varie sperimentazioni.

Durante il trattamento il paziente è sottoposto, a seconda dei casi, a varie frequenze ed intensità di trattamento.

I campi magnetici che questo apparecchio può generare sono notevolmente più intensi di quelli prodotti da alcuni apparecchi di uso domiciliare.


In quali malattie è utile la terapia magnetica?

Quando si leggono i prospetti redatti dai produttori di alcuni di questi apparecchi per uso domiciliare sembra quasi di trovarsi di fronte ad un rimedio capace di guarire qualunque tipo di malanno.

Non è ovviamente così: le malattie per le quali questo trattamento è più adeguato sono:

  • problemi d’ insonnia;
  • disfunzioni del metabolismo, problemi di fegato e digestione, malattie reumatiche e gotta, che vengono influenzati positivamente dagli effetti disintossicanti della terapia;
  • dolori, in particolare della schiena;
  • postumi di colpi apoplettici, che in genere migliorano;
  • disturbi di circolazione, in particolare quando si tratta di problemi dei piccoli capillari periferici;
  • difficoltà nella cicatrizzazione di ferite.

4) Laser di lieve intensità e terapia biofotonica

A) Cos’e la “terapia laser di lieve intensità”? (TLLI; alcuni usano però denominazioni ed abbreviazioni leggermente diverse, come “soft-laser” o altre).
Il termine “soft laser” è stato in origine usato per differenziare questo laser da quello, chirurgico, di elevata intensità; altri termini usati sono laser biostimolante, bioregolante o fotobiostimolante.

Per quanto sia di lieve intensità, il laser usato si differenzia dalle fonti luminose (LED) anch’esse usate in alcune forme di terapie.

La luce del laser ha infatti alcune caratteristiche che la luce normale non ha.

L’efficacia terapeutica di questo tipo di laser è stata esplorata scientificamente in oltre un centinaio di studi in doppio cieco, sui quali sono stati pubblicati oltre 2500 articoli.

Anche se alcuni sostengono che il laser di lieve intensità può avere un effetto stimolante anche sui piccoli tumori che uno magari non sa di avere, gli studi effettuati (in questo caso sui topi poiché non sarebbe stato etico fare questo tipo di studi sulle persone), hanno dimostrato che il laser di lieve intensità, invece di stimolare e far crescere i piccoli tumori, li faceva sparire, ma la sparizione non si verificava se i tumori superavano una certa grandezza.

Se ne è dedotto che l’effetto di scomparsa di tumori, purché piccoli, più che ad n effetto di distruzione del tumore esplicato dal raggio laser, sia dovuto ad una stimolazione del sistema immunitario che a sua volta distrugge le cellule tumorali.

Lo stesso vale anche per i batteri e virus che, come si è visto in questi esperimenti, sono distrutti non dal laser stesso ma dalla rivitalizzazione del sistema immunitario da questo provocata.

Il nostro corpo è formato da miliardi di cellule. Ciascuno di questi piccoli corpi viventi (le cellule) ha bisogno di energia; le disfunzioni dei vari organi sono causati da disfunzioni nelle diverse cellule, a loro volta causati dalla mancanza di energia.

La luce del laser di lieve intensità agisce donando alle cellule l’energia supplementare (adenosintrifosfato) di cui hanno bisogno per funzionare.

La terapia con il laser di lieve intensità è quindi usata per tantissime patologie per il suo effetto di rivitalizzazione, stimolazione del sistema immunitario, cicatrizzazione delle ferite ed attenuazione dei dolori.

In particolare, è impiegata per la cura del tinnito e per problemi dell’udito e malattie dell’orecchio interno; per questi scopi è stata usata in Germania dalla fine degli anni ’80 (ad es. dal Dott. Uwe Witt, di Amburgo) e in alcuni altri paesi (Francia, Scandinavia, Ungheria, Stati Uniti d’America, Russia ecc.).

In Svizzera, dal 1991, circa 800 pazienti con problemi dell’orecchio interno sono stati curati dal Dr. L.Wilden con la TLLI.

I risultati della terapia sono stati documentati ed analizzati. Anche nel mio studio, in base a questo modello, impiego il laser di lieve intensità buoni risultati contro questo disturbo (il tinnito) di per sé non grave, ma che può essere molto fastidioso ed indicativo di problemi più seri.

Anche i problemi di equilibrio (una volta escluse altre cause più gravi) sono non raramente causati da problemi dell’orecchio, che rispondono alla TLLI, come pure rispondono i problemi di perdita dell’udito, purché non vi sia una sordità completa. Il sito più completo su questa terapia è www.laser.nu

B) La terapia biofotonica usa invece la luce per attivare la chemiluminescenza delle cellule ed è emersa dalla intensa sperimentazione e studio sull’interazione della luce con i tessuti viventi; ha una storia vecchia di 80 anni, alcune controindicazioni ed una grande serie di indicazioni; oltre 400 articoli ed una dozzina di libri sono stati scritti sull’argomento. È stata sviluppata soprattutto in Russia e nell’ ex Repubblica Democratica Tedesca, dove migliaia di medici l’hanno usata e la usano.

È da alcuni chiamata UVB (irradiazione del sangue con raggi ultravioletti). In America nel 1923 lo scienziato di Seattle Emmet Knott aveva per primo cercato di utilizzare il noto potere battericida dei raggi ultravioletti per trattare le malattie infettive del sangue; nel 1940 molti medici usavano l’apparecchio disegnato da Knott per trattare polmoniti, infezioni batteriche e virali, polmonite, ferite infiammate, epatiti ed altri problemi.

In Europa, il medico ceco Karel Havlicek ed altri usavano modalità diverse (estraendo una piccola quantità -10 ml- di sangue, che veniva poi esposta ai raggi ultravioletti e reiniettata con una iniezione intramuscolare).

A seguito del grande sviluppo, dopo il 1950, degli antibiotici, vaccinazioni e corticosteroidi, solo pochi medici continuarono, soprattutto in Russia e Germania, ad usare e a sviluppare la terapia biofotonica.

Ora tuttavia, il diffondersi di ceppi di batteri resistenti agli antibiotici, le preoccupazioni quanto agli effetti collaterali di numerose medicine e la mancanza di preparati efficaci contro molte malattie croniche, ha portato un numero di medici (tra i quali anch’io!) ancora piccolo ma in rapida crescita, ad usare le possibilità offerte da questo tipo di terapia.

Le indicazioni principali sono soprattutto quelle riguardanti il trattamento di malattie infettive batteriche (in particolare quelle che non rispondono agli antibiotici) e virali (compreso l’AIDS e stati di immunopositività, nonché le epatiti virali).

Inoltre la terapia biofotonica è usata per: l’inattivazione di veleni e tossine, l’aumento del contenuto in ossigeno del sangue e del rilascio dell’ossigeno ai tessuti, l’attivazione degli ormoni steroidei, la vasodilatazione e stimolazione della fibrinolisi e diminuzione della densità del sangue e quindi per i problemi di microcircolazione, il diabete e la retinopatia diabetica, vitiligo, psoriasi ed asma.

Le controindicazioni sono: porfiria e xenoderma, fotoallergia, anemia emolitica, emofilia, ulcera dello stomaco in fase di sanguinamento, tubercolosi ed infarto in fase attiva, aritmie cardiache.