Spero che tutti i lettori abbiano passato delle vacanze serene e rilassanti e, dopo l’interruzione delle vacanze, torno a scrivere questo Notiziario.
A questo proposito, uno degli argomenti con i quali ci si trova alle prese con la ripresa del lavoro/scuola ed altro, è lo stress ed il nervosismo  causato da tutti gli impegni e compiti che si ripresentano, accavallati, quando si torna al lavoro/studio ecc. A questo proposito, come i lettori già sanno, il modo di respirare è uno dei fattori principali che,  come  esposto in modo più approfondito nel mio  corso su “ iperventilazione, ansia e  problemi  psicosomatici che ho tenuto lo scorso luglio a Milano, consente di attenuare/eliminare  molti problemi di nervosismo, ansia e depressione. Capita tuttavia non raramente, anche a chi di solito respira abbastanza bene ed in genere non è  nervoso, di trovarsi  alle prese con situazioni particolari, di durata anche breve ma in cui è difficile conservare la calma necessaria per ottimizzare le proprie prestazioni.  Ciò accade ad esempio quando si deve affrontare una prestazione particolarmente importante ed impegnativa , come un colloquio di lavoro, un esame accademico o una pubblica esibizione (paura da palcoscenico!)

Il timore di “parlare in pubbllco” ,  (di fronte ad un vasto pubblico  in lezioni, conferenze, recite e quant’altro
Questo timore sarebbe, a quanto  pubblicato in vari articoli (basati su studi e sondaggi condotti soprattutto    negli Stati Uniti)i uno dei “10 maggiori  timori”  con i quali le persone si trovano alle prese (ved ad es. questo articolo: www.verbling.com/articles/post/public-speaking-the-worlds-greatest-fear).  Non pochi infatti in questi casi, proprio quando vorrebbero dare il massimo, temono  di non riuscire ad esporre  in modo efficace  e convincente degli argomenti   importanti, ai quali magari hanno dedicato anni di studio, a causa di improvvisi tremolii /affievolimenti nella voce, sudore freddo, crampi alla stomaco e conseguenti  incertezze, amnesie e confusioni mentali . Che fare se ciò accade?

Ovviamente in questi casi, anche chi di solito non è particolarmente nervoso e respira bene senza iperventilare, non ha  il tempo di interromere il discorso in pubbilco e di ritrovare la calma con gli esercizi Buteyko di respirazione. Occorre qualcosa ad effetto immediato e non appariscente. Approfondendo la ricerca sull’argomento sono capitata su uno “stratagemma” efficace proposto da un personaggio  ben noto  in America ( ved. ad es.  www.nytimes.com/2008/12/28/nyregion/28sarnoff.html). Si tratta di Dorothy Sarnoff (morta nel 2008 a New York a  94 anni) che dopo il debutto nel 1945 come cantante operistica al celebre Metropolitan di New York   iniziò  ad esibirsi non solo come cantante operistica ma anche  come   attrice e cantante nei musical di Broadway, insieme ad altri personaggi celebri come ad esempio Yul Brynner. Dall’età di 50 anni peraltro abbandonò le scene e cominciò a lavorare soprattutto come consulente d’immagine ed insegnante di dizione.    Tra i suoi studenti più celebri  vi furono il primo ministro israeliano, Menachem Begin,  il presidente degli USA Jimmy Carter  ed altri.
Cercando maggiori notizie su questa sua attività diretta ad insegnare come riuscire a parlare   davanti a platee anche mondiali con particolare efficacia, in modo sicuro e senza incertezze, sono capitata sul suo libro, scritto nel 1987, dal titolo “Never be Nervous Again” (non siate mai più nervosi); con sottotitolo (tradotto in italiano) “la massima esperta mondiale di dizione rivela il suo metodo collaudato nel tempo per controllare il nervosismo durante discorsi pubblici ed interviste”. Il libro non è reperibile in italiano ma  a chi parla bene l’inglese consiglio vivamente   di leggerlo  (si trova su Amazon ed altri siti).

E vengo ora al punto chiave del libro, che mi ha subito convinta della sua fondatezza: infatti in questo libro, scritto nel 1987, quando nel mondo occidentale nessuno aveva ancora sentito parlare di Buteyko, uno dei consigli  più importanti,   riportato per primo sul retrocopertina è “L’ importanza di non prendere un respiro profondo”. E nel libro si scrive : “Nonostante tutto  ciò che è stato scritto  sull’effetto rilassante di un respiro profondo,  dei grandi respiri vi rendono invece tesi e nervosi”.  e si passa poi alla descrizione dell’esercizio da lei consigliato (divenuto celebre negli USA con il termine “the Sarnoff Squeeze”.)

A questo proposito l’autrice scrive che si trovava, molto ansiosa, insieme a Yul Brynner, sul retroscena del palcoscenico per una rappresentazione di “The King and I”, quando vide Yul Brynner che  spingeva in avanti, con le due braccia tese, contro una parete e quando gli chiese cosa stesse facendo Brynner rispose che stava facendo un esercizio per controllare il suo nervosismo. La Sarkoff continua poi dicendo che questo esercizio, molto efficace se fatto immediatamento prima della prestazione, non poteva facilmente essere effettuato senza sembrare”strano ” ed attirare l’attenzione   del pubblico quando si era già sul palconescico e si stava già parlando o cantando, e lo aveva poi rielaborato in modo da produrre lo stesso effetto immediato  in modo meno appariscente. Non è facile descrivere questo esercizio in poche frasi: si tratta in sostanza di produrre un breve blocco del respiro, al quale si aggiunge un intenso  sforzo fisico (non visibile al pubblico)  tramite una breve  contrazione; e lo sforzo fisico, come i lettori sanno, produce un notevole aumento della produzione di CO2.  Mi riservo di illustrare e dimostrare meglio questo esercizio durante i miei   corsi.