NOTIZIE SALUTARI scritte dalla Dr.ssa Fiamma Ferraro per Buteyko-Italia- Anno 2016

Un rimedio efficace per influenza e raffreddori?
Come nei Notiziari degli anni trascorsi, in questa stagione mi trovo  a segnalare delle  misure efficaci per prevenire/guarire raffreddori ed influenze. Mentre per l’influenza si può ricorrere (ed in vari casi anch’io lo consiglio) alla vaccinazione, per i raffreddori questa misura non è disponibile e non è facile trovare dei rimedi veramente efficaci.  Si diceva un tempo che “un raffreddore  curato dura una settimana, ed un raffreddore non trattato dura sette giorni!”
Scherzi a parte, dati i notevoli sbalzi di temperatura, quest’anno questi problemi si verificano   con una frequenza maggiore del solito, ed anche per questo motivo la mia attività medica è stata  così intensa che, (come spero avrete notato!) nel mese di novembre non ho  avuto  abbastanza tempo libero per scrivere questo notiziario mensile!Nei miei Notiziari dei passati 15 anni ho segnalato vari rimedi (fitoterapici, ortomolecolari ed altri) contro raffreddori ed influenza. Torno ora sull’argomento per segnalare un altro rimedio che, dalle mie constatazioni ed osservazionidi vari studi, appare tra i più efficaci : si tratta di due forme particolari di zinco.

Lo zinco è  in genere carente nei nostri alimenti poiché    le attuali pratiche di agricoltura, abitudini alimentari ed altri fattori, rendono i nostri terreni   poveri di zinco e –fattore aggravante- ricchi di rame che, pur anch’esso indispensabile nella giusta dose, ha un effetto antagonistico rispetto allo zinco, rendendone più difficile l’assorbimento (ma sull’importante argomento dell’importanza del giusto rapporto zinco-rame tornerò in un prossimo Notiziario). Tornando allo zinco, ne sono da molti anni note le proprietà benefiche per il sistema immunitario, per il buon funzionamenteo dell’equilibrio ormonale,   insulina, tiroide, ormoni sessuali , e vari studi hanno constatato anche una relazione tra bassi livelli di zinco ed asma  .
Quanto però a raffreddori ed influenza, vi sono in particolare solo due forme di zinco  veramente efficati, e cioè   zinco acetato e zinco gluconato, che non è facile trovare nei vari integratori a base di zinco.

L’efficacia superiore di queste due forme di zinco contro i virus del raffreddore è stata studiata in particolare presso l’Università di Helsinki (e   si può capire come nella fredda Finlandia vi sia un particolare interesse per l’argomento!) che nello scorso maggio, a seguito di una meta-analisi di tre studi clinici in doppio cieco su  200 pazienti,  ha  constatato che al quinto giorno  il 70 % di coloro che avevano assunto lo zinco acetato era guarito, mentre tra i pazienti del gruppo placebo il tasso di guarigione era solo del 27% (ved. University of Helsinki. “Zinc acetate lozenges may increase the recovery rate from the common cold by three-fold.” ScienceDaily. ScienceDaily, 11 May 2017. www.sciencedaily.com/releases/2017/05/170511095151.htm )
Altri precedenti studi hanno dimostrato un effetto analogo  (anche se in alcuni casi un po’ inferiore ) per lo zinco nella forma del gluconato. Il dosaggio di zinco impegato in questi studi, pur considerevolmente superiore a quello raccomandato nei consigli generali,non deve comunque  superare determinati limiti e va attentamente valutato nei vari casi.

Qual è il motivo per cui l’efficacia dello zinco in queste due forme dell’acetato e gluconato  è notevolmente superiore a quella di altre forme di zinco? Il motivo  consiste  nel fatto che  lo zinco in queste 2 forme  rilascia nell’organismo nella forma di ioni con carica positiva , particolarmente efficaci contro i virus del cavo ororinofaringeo (ai quali impedisce di penetrare nelle cellule) e  per la stimolazione della produzione di interferone gamma ( una delle difese essenziali del nostro organismo contro i virus). Poiché peraltro lo zinco in queste due forme ha bisogno, per esercitare questi effetti contro i questi virus, di un contatto prolungato con la mucosa orale, è importante che esso non sia assunto nella forma di sciroppi o compresse da ingoiare, ma nella forma di pasticche che si sciolgono  lentamente in bocca.

Glifosato; divieto ancora rinviato
Nel mio articolo sugli “Interferenti endocrini” pubblicato sull’attuale numero di “Scienza e Conoscenza” (https://www.scienzaeconoscenza.it/prodotti/scienza-e-conoscenza-n-62 ) mi soffermo su uno di questi interferenti: il glifosato, l’erbicida-pesticida più venduto al mondo, classificato come “probabilmente cancerogeno” dalla IARC (agezia internazionale per la ricerca sul cancro) scrivendo, tra l’altro : “L’esempio più importante è quello dei diserbanti a base di glifosato, di cui è da tempo sospettato l’effetto cancerogeno, effetto che tuttavia nell’ultimo esame da parte dell’Unione Europea, non è stato ritenuto “del tutto provato”,  per cui la decisione  di vietarlo è stata ulteriormente rinviata; (e nella votazione ddello scorso fine novembre  il divieto è ora stato  ancora una volta rinviato di 5 anni, nonostante il voto di Italia e Francia che  hanno insistito per un  divieto immediato ).

E’ peraltro ampiamente provato un altro importante effetto negativo di questo diserbante-pesticida, consistente nel fatto che le piante che crescono in terreni irrorati con diserbanti a base di glifosato  mancano di vari elementi vitali, tra cui in particolare lo zolfo.” Come scrivo nel mio libro “Attacco alle diete uguali per tutti”  (ved.(www.lafeltrinelli.it/libri/fiamma-ferraro/attacco-alle-%C2%ABdiete%C2%BB-uguali-tutti/9788892322806  o  www.amazon.it/Attacco-alle-diete-uguali-tutti-ebook/dp/B01N7E64HX ) “ …. questa sostanza di  grande importanza è al giorno d’oggi  praticamente “dimenticata”. Si tratta del terzo  minerale più abbondante nel corpo.Nelle linee guida  per una buona alimentazione si trova raramente un accenno all’importanza dello zolfo, essenziale per la salute ma che ormai non  si trova più in forma organica nei cibi  La causa principale di questa carenza è dovuta appunto all’introduzione di fertilizzanti artificiali ed in particolare dei diserbanti con glifosato, che hanno praticamente “spezzato” il ciclo dello zolfo, rendendo quasi impossibile alle piante l’assimilazione di quantità sufficienti di zolfo dal terreno.   L’argomento è stato trattato in profondità dalla ricercatrice S.Seneff del celeberrimo M.I.T. (Massachussets Institute of Technology) che vede nell’introduzione di diserbanti a base di glifosato una delle cause fondamentali della carenza di zolfo nelle piante e del conseguente aumento  vertiginoso di alcune malattie. La Prof. Seneff, nel constatare che i test nell’urina degli americani dimostrano una concentrazione di glifosato 10 volte superiore a quella degli europei, teme che…”.

L’importanza dello zolfo per la salute delle vie respiratorie, articolazioni ed altro, è nota fin dai tempi degli antichi romani;  cure termali con bagni ed inalazioni di vapori di zolfo sono effettuate da secoli e, come metto in rilievo nel mio sopracitato libro  sulle diete, la salute degli abitanti in zone con terreni vulcanici, che sono particolarmente ricchi di zolfo  che mangiano eprtanto alimenti abbastanza ricchi di zolfo, hanno una salute e durata media della vita superiore a quella di abitanti di zone con climi ed abitudini alimentari analoghe ma in cui non vi sono terreni vulcanici .

La “nuova” scienza del microbiota/microbioma
Ai primi di novembre si è tenuta in Germania, a Baden-Baden la “Medizinische Woche” (settimana medica) alla quale non manco mai poiché si tratta del congresso di medicina naturale-integrata ritenuto come il più importante in Europa. Quest’anno poi il congresso era di particolare interesse perché dedicato in buona parte alla scienza del microbiota/microbioma. Ciò che peraltro mi ha lasciata un po’ perplessa è stato il sentir parlare di questa scienza come di una scienza del tutto nuova. In realtà fin dai primi anni del 2000 si è iniziato a studiare questo argomento e, a partire dal 2005 il numero di studi si questo argomento si è moltiplicato in modo esponenziale. Nel mio e-book “La Nuova Guida alla Salte” pubblicato da “Scienza e Conoscenza “ 5 anni fa accennavo all’argomento scrivendo: “…Nel 2003 è stata portata a termine, con orgoglio, lʼidentificazione del genoma umano. Si sperava che con lʼidentificazione di vari geni responsabili di specifiche malattie sarebbe stato possibile trovare rapidamente il modo per prevenire o guarire queste malattie.

Sembra tuttavia che questa ricerca stia per ora dando risultati inferiori a quelli sperati. Forse perché, come osserva Asher Mullard su «Nature News»????, nel cercare di rispondere alla domanda “chi sono io?” non si è ar­rivati a pensare che forse occorrerebbe invece chiedersi “chi siamo noi?”, poiché «lʼorganismo umano costituisce una comunità in cui prosperano un numero prodigioso di batteri e microrganismi i quali hanno milioni di geni, mentre il genoma umano ne ha solo poco più di 20.000. Dire che siamo sopraffatti come numero è quindi una colossale sottovalutazione!».

La ricerca si è pertanto orientata, dopo il completamento dellʼidentificazione del genoma umano, verso lʼidentificazione delle sequenze genetiche dei microrganismi ospitati. Uno di questi ambiziosi progetti, “The Human microbiome project” è stato lanciato, con grandi mezzi, dal National Health Institute negli Stati Uniti, e finalmente sembra che gli scienziati inizino a interessarsi non più solamente allo studio dei geni prettamente umani ma anche allo studio e identificazione dei geni delle varie specie di microrganismi ospitati nellʼorganismo umano, e cioè allo studio del “microbioma”. Anche lʼUnione Europea da parte sua si sta muovendo in questa direzione e la Commissione ha lanciato unʼiniziativa quadriennale, dal nome di “Metagenomica del tratto intestinale umano” (MetaHIT). …..  Solamente nellʼintestino è contenuta una massa di circa 1 kg di batteri. Come osserva lo scienziato Dave Reilman, Ph.D., della Stanford University, «soltanto lo 0,4% circa di tutte le specie batteriche esistenti è stato identificato» e, come suggerisce Rowan Hooper sul «Wired Magazi­ne», «la maggior parte delle cellule nel vostro corpo non è vostra, e non è nemmeno umana, ma batterica. Dai ceppi invisibili di funghi nascosti tra le dita dei piedi al chilogrammo di batteri nellʼintestino; ……”

Negli anni successivi ho approfondito l’argomento (concentrandomi, come i lettori di questo Notiziario possono indovinare) con particolare attenzione sui microrganismi nel nostro apparato respiratorio e sull’alimentazione. Tuttavia si tratta ancora di una tematica in continua evoluzione, sulla quale emergono in continuazione nuove scoperte. Spero  comunque  di riuscire a completare l’opera (In base allo stato attuale delle conoscenze) in tempi non  troppo lontani.

Corso  “Buteyko e sport
Ho tenuto a Milano, insieme al Prof. Lucio Ongaro, la seconda edizione del corso “Buteyko e Sport” ( https://www.scienzaeconoscenza.it/blog/medicina-non_convenzionale/sei-uno-sportivo-migliora-la-tua-respirazione-con-il-metodo-buteyko ). Anche questa seconda edizione è stata molto interessante, grazie anche al contributo dei partecipanti nella discussione . Segnalo in particolare la presentazione sul pattinaggio artistico,  in cui sono stati  esposti i dati raccolti dalll’istruttore Andrea Chellini sull’andamento dei dati del gruppo agonista di pattinaggio artistico, comprendente    la neo campionessa italiana di categoria. I dati, riguardanti le abitudini respiratorie dei componenti del gruppo sono interessanti , sia in relazione alla ritenzione di CO2, sia per l’ andamento dello stress  connesso all’allenamento.

-Concludo questo Notiziario augurando a tutti i lettori un BUON NATALE e FELICE ANNO NUOVO!

Ottobre 2017

7 Ottobre 2017:   65mo anniversario di una “scoperta” di grande importanza per la salute
Durante i lavori di preparazione della riunione annuale  di istruttori Buteyko particolarmente qualificati, provenienti da tutto il mondo, che si svolge quest’anno a Chicago (USA) dal 19 al 21 ottobre, il figlio di Buteyko, Vladimir Buteyko, ha fatto presente l’opportunità di ricordare  che il 7 ottobre ricorre il 65mo anniversario della scoperta fatta  da K.B. Buteyko il 7 ottobre del 1952. Questa  affermazione ha sollevato un certo stupore nei partecipanti ai lavori, convinti che il metodo Buteyko fosse stato da lui elaborato a seguito di graduali osservazioni e riflessioni, e non  improvvisamente,  in un giorno preciso.

Vladimir ha invece confermato che, anche se poi ovviamente  le basi teoriche-scientifiche del metodo sono state ulteriormente approfondite e perfezionate, l’osservazione/idea/deduzione  fondamentale  è avvenuta appunto in quel singolo giorno.   Il giovane Buteyko,  al ritorno dalla guerra aveva concluso gli studi in medicina  ed aveva iniziato il periodo di tirocinio in una prestigiosa clinica di Mosca ma, sebbene fosse sempre stato in buona salute, svolgendo intenso movimento fisico e sport ,  e facendo fronte allo stress della guerra,  poco dopo l’inizio del suo lavoro medico cominciò (come i lettori del mio libro “Attacco all’asma e non solo” ben sanno) a soffrire di una forma maligna di pressione    del sangue molto elevata che,  come diagnosticato, non lo avrebbe fatto vivere a lungo ;(è poi morto invece nel 2003 ).

Nel giorno della “scoperta”  il giovane, iperteso Buteyko, durante una lezione in cui  i giovani medici  venivano esercitati nella pratica della diagnostica, fece un errore: osservando un giovane paziente, notandone tutti i sintomi classici, gli diagnosticò una grave forma di’asma ,  ma i professori gli dissero che la diagnosi era sbagliata: il  ragazzo  soffriva invece dello stesso problema di cui soffriva lo stesso Buteyko, e cioè di una ipertensione maligna.    Il giovane Buteyko che raramente sbagliava una diagnosi, rimase sconcertato; più osservava il  ragazzo, più gli apparivano evidenti i sintomi classici dell’asma (respiro rapido ed altro) .
Ed improvvisamente fu colpito dall’ interrogativo: “e se questo modo rapido ed anomalo di respirare, tipico degli asmatici e così vividamente presente nel giovane paziente che soffriva invece di  ipertensione maligna  fosse non solo un sintomo ma la causa o conseguenza trattabile  di tutte e due le malattie?“ Questa giornata del 7 ottobre venne ricordata per tutta la vita da Buteyko come la giornata “miracolosa” di questa scoperta.

Proseguendo l’analisi Buteyko, interrogando il giovane, scoprì che a lungo aveva effettuato un’attività fisica molto intensa ed era sempre stato molto ansioso e stressato, così come lo stesso Buteyko, reduce dalla una guerra in cui aveva dovuto affrontare notevoli sforzi fisici ed ansia, acquisendo l’abitudine di un respiro molto affrettato  ed intenso. Approfondendo  la riflessione, a  Buteyko tornò in mente il ben noto e provato “effetto Verigo-Bohr”, (scoperto nel 1923 e presente in tutti i testi di fisiologia anche oggi studiati all’Università) in base al quale , in assenza di una quantità sufficiente di anidride carbonica nell’organismo, (che viene dispersa con un a respirazione in eccesso rrispetto alle esigenze del momento)  i globuli rossi del sangue invece di “scaricare” l’ O2 che portano,   continuano  a “tenerselo stretto”, non lasciandolo andare dove dovrebbe andare per svolgere la sua funzione di produzione di energia, e cioè nelle cellule dei tessuti dei vari organi (cuore, cervello, ecc.).

Buteyko , nella sua successiva esperienza notò  poi che questa respirazione eccessiva e conseguente scarsa ossigenazione dei tessuti, oltre all’asma ed all’ipertensione maligna, causava/aggravava molti altri problemi di salute. Egli non volle però mail “brevettare” il suo metodo, asserendo di non aver scoperto nulla di nuovo  (ad eccezione del semplice test in grado di misurare  il livello di CO2 presente nell’organismo) ma di avere “solamente” effettuato, (a seguito dell’intuizione improvvisa del 7 ottobre  1952) dei logici collegamenti tra  varie leggi fisiologiche , ben note e provate ma dalle quali non erano poii state tratte le necessarie conclusioni per il trattamento dei vari problemi di salute.

I danni provocati dagli ”interferenti endocrini”. Come cercare di proteggersi.
Nel numero attuale (nr. 62) di Scienza e Conoscenza  (www.scienzaeconoscenza.it/prodotti/scienza-e-conoscenza-n-62  ) vi è anche un mio articolo sugli “Interferenti endocrini”, presenti ormai ovunque nell’ambiente e su come cercare di  identificarli  e di difendersi almeno in parte dai danni che provocano .
Gli effetti negativi prodotti dai metalli tossici (piombo, mercurio, arsenico ed altri) sono ormai abbastanza noti,  ma nel nostro ambiente sempre più inquinato sono  presenti in grandi quantità  -nell’aria, acqua, terreni, alimenti, nelle nostre case ed in molti prodotti che usiamo- non solo dei mtelli tossici ma anche molte altre sostanze  chimiche-industriali ecc.  e la conoscenza di questie sostanze non è ancora molto diffusa.

Come scrivo nel mio  articolo, (dal titolo “Glifosato&Co. : vi presento gli interferenti endocrini, la minaccia “moderna” per la nostrasalute: dove si trovano, come individuarli, come evitarli, quali effetti provocano” )  questi “Interferenti” sovvertono in realtà non solo il   funzionamento del nostro sistema endocrino ( e già questo sarebbe un grosso problema) ma, dato lo stretto collegamento che vi è tra il sistema endocrino  e quello nervoso, psichico ed immunitario si dovrebbe parlare in realtà di “interferenti  “psiconeuroendocrinoimmunitari”. Basterebbe questa considerazione per rendersi conto delle dimensioni    del problema e delle conseguenze  che l’esposizione a questi interferenti può provocare: si va   dall’infertilità, all’obesita,  dal diabete e tumori alle difficoltà di apprendimento e ad una lunga serie di altre malattie. Concludo  citando  quanto scrivo all’inizio dell’articolo :”

È  diminuita di più di 50 punti percentuali, negli ultimi 40 anni, la concentrazione degli spermatozoi negli uomini dei paesi occidentali. L’allarme lanciato da anni nel corso dei congressi europei  della Società europea di embriologia e riproduzione umana, è confermato da un vasto studio guidato dall’università Ebraica di Gerusalemme. La conta totale degli spermatozoi è calata quasi del 60%. Per ottenere questi dati, i ricercatori hanno effettuato una meta-analisi, cioè una revisione dei dati provenienti da moltissimi studi condotti negli ultimi quattro decenni   …. Inoltre, il declino non si è mai arrestato durante i 40 anni analizzati. Questo problema di salute era già stato evidenziato in alcuni studi precedenti, di cui il primo nel 1992  ………..   Non solo i dati internazionali, ma anche quelli italiani mettono in luce questo fenomeno”.

Ma perché    si è verificato questo fenomeno?  Come osserva l’esperto A. Guglielmino (Presidente della Società Italiana della Riproduzione Umana) “Una ragione valida riguarda l’aumento degli “interferenti endocrini” nell’ambiente, ovvero delle sostanze chimiche, fra cui  i pesticidi, che agiscono sul sistema ormonale, sia durante la vita che in fase prenatale”.
Se alle conseguenze sopra riportate si aggiungono i numerosissimi altri  danni alla salute che,  gli “interferenti endocrini” (chiamati anche perturbatori o disgregatori endocrini),   possono causare,  nonché il numero di questi interferenti con cui entriamo in contatto quotidiano (finora ne sono stati identificati  oltre  800  ), allora l’entità del problema, e la necessità di affrontarlo in modo più urgente ed efficace appaiono evidenti!

Tai Chi Chuan (Taiji)  e metodo Buteyko: un buon abbinamento
Il Tai Chi Chuan (in genere abbreviato in Taiji o Tai Chi) ) è un’ arte marziale cinese basata sulconcetti aotisti. Nato come sistema di autodifesa -(Tai Chi Chuan significa  “suprema arte di combattimento”) si è trasformata nelì secoli in una  efficace forma di esercizio per la salute ed il benessere .Premetto che non sono un’esperta di Taiji  ma a quanto mi risulta la pratica inizia   con la sequenza di movimenti detta “forma lenta”. Gradualmente  si introducono i principi fondamentali e si impara a calmare  la mente, ed a muovere il corpo in modo rilassato. La pratica perseverante dei movimenti del Taiji,  grazie anche  alla lentezza con cui vengono eseguiti, rende il corpo più agile ed armonioso, migliora la postura ed ha un effetto benefico sul sistema nervoso e sulla circolazione. Inoltre, a mio avviso, anche se questo effetto in genere non viene preso in considerazione, la pratica di questo metodo porta anche a rallentare  ed armonizzare il modo di respirare, e gli effetti benefici per la salute derivano indubbiamente anche da questo fattore. Appare evidente quindi che se si pratica il Taiji abbinandolo a quanto appreso negli esercizi del metodo Buteyko, gli effetti nfavorevoli non possono che essere potenziati.  Mi ha fatto quindi molto piacere sentire che uno degli istruttori che ho formato, l’esperto di Taji  Roberto Benetti, ha appunto effettuato questo abbinamento ed ha presentato il suo lavoro ad un convegno internazionale che si è tenuto questa estate a Vicenza (ved. www.casadicuravillamargherita.it/brochure/29300617.pdf  “)  suila riaiblitazione nei disturbi del movimento, disturbi tra i quali tra cui vi è il  Parkinson, che potrebbe anch’esso trarre un certo beneficio  dal Taiji  e dal metodo Buteyko.

 Settembre 2017

Salve. Spero che abbiate trascorso delle buone vacanze ed auguro a tutti un buon rientro!
Come prolungare i buoni effetti delle vacanze sulla nostra salute.
Tra i vantaggi per la salute che ci portano le vacanze, come tutti sappiamo vi è, oltre alla diminuzione dello stress da lavoro o studio (stress che ci porta  ad iperventilare), anche il maggiore  esercizio fisico (nuoto o passeggiate in montagna), l’esposizione al sole ed all’aria aperta. Vediamo come cercare di prolungare  questi benefici effetti delle vacanze anche dopo il rientro.

In relazione allo stress ed ansia connessi alla ripresa  del lavoro o studio, uno dei metodi più efficaci  consiste nel controllare  il proprio respiro con gli esercizi Buteyko, ed in particolare   occorre  controllare  l’iperventilazione che tende a fare la sua apparizione in situazioni stressanti.
Quanto all’esercizio fisico (praticato in genere più  intensamente durante le vacanze),   sono noti  i suoi effetti  benefici se viene  praticato “bene” , con un “buona respirazione” ed una buona postura,  come esposto nel corso “Buteyko e Sport” che con il Prof. Lucio Ongaro ho tenuto lo scorso 1 luglio a Milano,   A questo proposito segnalo l’interessante  link (https://www.tvnz.co.nz/one-news/sport/rugby/secret-beating-all-blacks-wallabies-coach-michael-cheika-tapes-players-mouths-shut-in-bizarre-training-session?ref=emailfriend ) che mi ha inviato il Prof. Ongaro, in cui si vedono i giocatori   di una celebre squadra di rugby che, in preparazione di una partita difficile, si allenano  con un cerotto sulla bocca, per migliorare le  loro  prestazioni.
A meno di poter frequentare una buona palestra, per molti non è facile dopo le vacanze continuare a portare aventi un esercizio fisico  intenso con le buone modalità che sarebbero benefiche per la salute.

Tuttavia anche chi non ha questa possibilità può trarre un giovamento notevole, come provato da numerosissimi studi,  anche solo da un’ora complessiva di camminata tranquilla ogni giorno. Anche in questi casi peraltro occorre fare attenzione a respirare con la bocca chiusa mentre si cammina, poiché altrimenti la CO2 supplementare prodotta dall’eserciziofisico verrebbe  emessa in gran misura  dalla bocca e l’effetto benefico della camminata sarebbe   per la maggior parte   dissipato.

Effetti benefici del sole anche per l’asma
Restando sulla tematica  dei buoni effetti sulla salute del periodo di vacanze vi sono anche quelli del sole, ovviamente  nella giusta  misura!  A questo proposito segnalo questo interessante articolo: “ SECOND TRIMESTER SUNLIGHT AND ASTHMA EVIDENCE FROM TWO INDEPENDENT STUDIES* (Nils Wernerfelt1David Slusky2Richard Zeckhauser3,††Correspondence to: richard_zeckhauser@harvard.edu, 79 JFK St., Cambridge, MA 02138 ) in cui sono illustrati due studi condotti da ricercatori della celebre Università di Harvard, dai quali risulterebbe che i bambini le cui madri sono state bene esposte al sole nel secondo trimestre di gravidanza sarebbero meno soggetti all’asma.

Sono peraltro ben noti i benefici del sole non solo per i nascituri ma per tutti i bambini ed adulti. Si tratta di un motivo in più per cercare,  anche al ritorno dalle vacanze, di  fare almeno l’ ora di camminata all’aperto sopra raccomandata..Vorrei a questo proposito aggiungere che l’assunzione di  vitamina D,  pur  in certi casi utile e necessaria, nella forma alimentare-naturale (ed in casi estremi nella  forma farmacologica:(ved. sull’argomento  anche il mio libro “Attacco alle diete uguali per tutti”; https://www.amazon.it/dp/B01N7E64HX  ) non può sostituire completamente i raggi del sole, fonte della vita, che producono effetti benefici tramite molti fattori, alcuni dei  quali probabilmente ancora da scoprire.

Ancora molti nuovi studi documentano l’effetto favorevole dell’innalzamento dei livelli di anidride carbonica nell’organismo
 Una grande mole di studi condotti negli ultimi decenni prova i grandi effetti benefici del ristabilimento dei normali livelli di CO2 nell’organismo (ed anzi, in situazioni di emergenza, dell’innalzamento temporaneo  di questi livelli  ad una quantità llievementesuperiore a quella  ottimale/normale).   Eccone ad es. ancora alcuni, recenti, che riguardano un argomento particcolarmente importante, e cioè il buon fuonzionamento delle funzioni cerebrali. Così ad es. questo recente studio :Controlled Hypercapnia Enhances Cerebral Blood Flow and Brain Tissue Oxygenation After Aneurysmal Subarachnoid Hemorrhage/  L’ Ipercapnia (eccesso di CO2) controllata favorisce la circolazione del sangue nel cervello e l’assigenazione dei tessut cerebrali dopo un’amorragia  subaracnoidea causata da un   aneurisma ; ved. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26886010 ), cosi come in numerosi studi precedenti, si è constatato che la circolazione di sangue nel cervello e l’ossigenazione   dei tessuti cerebrali  diminuisce notevolmente in caso di iperventilazione, ed aumenta a livelli  più fisiologici tramite una ipercapnia (eccesso  di CO2  a livelli controllati) .
In vari passati numero del mio Notiziario ho segnalato alcuni dei inumerosissimi  studi che provano l’effetto favorevole  per l’organismo della somministrzione controllata di CO2 , con la conseguente  ipercapnia. Mi sono concentrata in particolare, oltre che sugli studi relativi all’asma,  sugli studi  riguardanti i problemi degli occhi  (data la mia pratica dell’agopuntura per probblemi della vista con il metodo Boel, che continua a darmi straordinari risultati; ved. sull’argomento il mio articolo “Dal Buio alla Luce”, pubblicato sull’ultimo numero di Scienza e conoscenza”,  (ved.  www.scienzaeconoscenza.it/blog/medicina-non_convenzionale/agopuntura-malattie-occhi   ed il sito www.agopunturaocchi.it  ). La pratica consistente nella somministrazione  artificiale di CO2  è  in molti casi attuata negli ospedali  per la medicina d’emergenza, con un effetto potenzialmente salvavita.  Purtroppo, una volta sfumato l’effetto ottenuto con una somministrazione artificiale di CO2 in caso di emergenza,  il paziente riprende i suoi precedenti consueti  livelli di respirazione in eccesso  (iperventilazione e conseguente ipocapnia/carenza di CO2)  che hanno contribuito a provocare il problema di medicina d’emergenza. Per ristabilire pertanto dei livelli ottimali di CO2  in modo permanente occorre modificare il proprio riflesso respiratorio, con  degli esercizi personalizzati,  diversi da persona a persona, diretti ad eliminare la permanente  iperventilazione   (cauata anche dallo stress diffuso al giorno d’oggi) che altera il nostro riflesso respiratorio automatico , portandoci  a precepire come in eccesso (e quindi ad iperventilare per emetterli) dei liveli di CO2 nel nostro organismo che sono invece tutt’altro che in eccesso e che sono invece subnormali.

  luglio/agosto 2017

Corso Buteyko e sport
Salve. Come avevo preannunciato nei precedenti Notiziari, si è svolto a Milano il 1 luglio    il   corso “Buteyko, sport e luoghi comuni”. Questo corso, che ho tenuto insieme al Prof. Lucio Ongaro (docente in allenamento respiratorio e posture funzionali alle tecniche sportive presso l’Università degli Studi di Milano) ha visto   la partecipazione   di  numerosi istruttori Buteyko e sportivi e, grazie anche ai loro contributi alla discussione in cui hanno riferito sulle loro esperienze, è stato veramente interessante.
Come messo in rilievo in tutti i consigli per il benessere, per  evitare i danni di una vita sempre più sedentaria, è necessario muoversi, e sono ben noti gli effetti benefici prodotti dalle attività sportive e  allenamenti in palestra. Tuttavia lo sport, se non è effettuato “bene”, sia dal punto di vista   del modo di respirare e sia da quello della postura e modalità motorie, rischia di fare più male che bene.  Siamo in effetti di fronte ad una delle tante conferme che l’organismo umano è un “tutto unico” in cui tutto è connesso .Ed infatti, se si guarda al nesso tra attività sportiva/respirazione/postura, si nota come questi 3 fattori esercitino un notevole effetto reciproco l’uno sull’altro .
Dato l’interesse riscosso dal corso e l’importanza degli argomenti trattati   o intendo organizzarne altri analoghi nel prossimo futuro.

Nesso tra respiro e stabilità posturale
In relazione ai nessi  sopramenzionati, segnalo questo studio interessante , effettuato in Russia e pubblicato su  Fiziol Cheloveka. 2014 Jan-Feb;40(1):90-5.; Malakhov MV, Makarenkova EA, Mel’nikov AA, Vikulov AD., con il titolo “Assessment of influence of breath holding and hyperventilation on human postural stability…” (Valutazione dell’effetto del trattenimento del respiro e dell’iperventilazione sulla stabilità posturale umana)
In questo studio è stato valutato, con varie strumentazioni, su 107 volontari in buona salute posti su una pedana oscillante, l’effetto   sulla stabilità  posturale  prodotto dal trattenimento del respiro da una parte e da una iperventilazione volontaria dall’altra.
I risultati sono stati che durante il trattenimento del respiro ed il respiro lento/tranquillo non sono stati riscontrati     cambiamenti nella stabilità posturale, mentre durante  l’iperventilazione (aumento della frequenza ed ampiezza del respiro) è stata invece constatata una diminuzione della stabilità posturale, e si ipotizza nello studio che questa diminuzione sia causata dall’aumento dell’eccitabilità delle fibre nervose durante l’iperventilazione.
Come vedete, si tratta di un’ennesima conferma quanto all’importanza del collegamento tra postura e modo di respirare!

Importanza del bere la giusta quantità d’acqua
Il caldo di questo periodo, che fa aumentare  molto la sudorazione,  fa aumentare anche il nostro fabbisogno di   acqua ma non poche persone (in particolare anziani ma non solo) non percepiscono lo stimolo della sete e rischiano danni da disidratazione. La perdita d’acqua dell’organismo è poi ulteriormente accentuata quando si iperventila e quindi, oltre alla CO2, si perde con ogni respiro anche un po’ acqua (la presenza dell’acqua nell’aria   espirata  è in genere invisibile ,ma quando ci troviamo fuori in una temperatura  molto fredda il vapore acqueo contenuto nell’aria espirata si solidifica e diventa visibile. Per approfondire l’argomento è utile la lettura del libro “Il tuo corpo implora acqua” di F. Batmanghelidj (ved.  https://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-tuo-corpo-implora-acqua-macro-edizioni-libro.php ) .      D’altra parte anche in questo campo occorre trovare la giusta misura e   la tendenza a bere troppa acqua, (anche se meno frequente rispetto a quella del berne troppo poca) è anch’essa non sana.
Sembra proprio che nell’uomo “moderno”, oltre all’istinto relativo al mangiare la giusta quantità di cibo, ed il riflesso automatico che dovrebbe portare a respirare la giusta quantità di aria, si stia perdendo anche l’istinto che porta a bere la giusta quantità di acqua. I danni prodotti dal bere troppo poco sono stati oggetto di numerosi studi medici; più rari sono invece quelli dedicati al “bere troppo” (e questo “troppo” è ovviamente riferito solo al bere troppa acqua, poiché per le bevande alcoliche gli effetti molto dannosi degli eccessi sono stati studiati e provati in moltissimi studi!)
Segnalo pertanto sull’argomento del bere troppa acqua  questo studio:  Proceedings of the National Academy of Sciences, 2016 Pascal Saker, Michael Farrell, Gary Egan, Michael McKinley, and Derek Denton. Overdrinking, swallowing inhibition, and regional brain responses prior to swallowing.  (Bere in eccesso, inibizione della deglutizione e risposte cerebrali localizzate che precedono la deglutizione. ) In questo studio condotto dall Professore Michael Farrell  del   Monash University Department of Medical Imaging and Radiation Sciences of the Monash Biomedicine Discovery Institute,  in collaborazione con l’Università di Melbourne,    il Florey Institute of Neuroscience and Mental Health, ed il Baker IDI and Diabetes Heart Institutes , è emerso che sarebbe erroneo forzarsi ad ogni costo a bere circa 8 bicchieri d’acqua al giorno.  Ed è stato messo in evidenza un nuovo riflesso che, data la non sempre ottimale percezione della sete, ci aiuterebbe a capire quando stiamo bevendo troppo.
Ai partecipanti allo studio  è stato chiesto, dopo che avevano effettuato un’attività sportiva intensa,  di bere una notevole quantità di acqua , cosa che i partecipanti hanno fatto, percependo peraltro, ad un certo punto, un notevole sforzo nel continuare a bere/deglutire. I ricercatori  sostengono  pertanto come lo studio abbia per la prima volta dimostrato l’esistenza di un meccanismo che regola la quantità di liquidi bevuti e che ci impedisce di bere in eccesso,  e  come il nostro cervello ci avvisi, tramite una “inibizione della deglutizione”, quando  si beve in eccesso .
Sempre in questo studio, tramite risonanza amagnetica, è stato osservato come un’area del cervello  si attivava quando i partecipanti allo studio  continuavano a bere con sforzo, facendo sì che la corteccia cerebrale intervenisse per cercare di impedire la deglutizione.  Il Prof. Farrell osserva che uno dei danni prodotti dal bere troppo consiste nella conseguente eccessiva diminuzione del livellio di sodio nel sangue, e cita casi di atleti ai quali era stato consigliato  di riempirsi d’acqua, morti dopo la gara per aver seguito questa raccomandazione.
La raccomandazione finale del Dr. Farrell per evitare di bere in eccesso è pertanto quella di  cercare di osservare e cercare di percepire la maggiore “difficoltà di deglutizione” che il nostro cervello  mette in atto quando è ora di smettere di bere.

Un mio nuovo articolo sul numero attuale di Scienza e Conoscenza
Sul numero attuale del periodico Scienza e Conoscenza (luglio-settembre; ved. http://www.scienzaeconoscenza.it/prodotti/scienza-e-conoscenza-n-61 )  si può leggere, oltre a vari articoli molto interessanti, anche il mio articolo sull’agopuntura, in particolare per i problemi della vista, ma non solo, dal titolo “Dal Buio alla Luce”.  Riporto qui quanto scrivo all’inizio del l’articolo: “L’agopuntura è una tecnica medica molto “antica” ma anche “ultramoderna” e in continua evoluzione. Parliamo qui dell’efficacia dell’agopuntura in generale e soprattutto di uno  dei suoi  progressi recenti  più interessanti: la tecnica “Agopuntura 2000/Acunova”, sviluppata dall’agopuntore danese John Boel in decenni di studi, trattamenti, viaggi e sperimentazioni, particolarmente efficace per i problemi della vista, ma non solo.”
Il mio interesse per l’agopuntura è ben noto a  molti lettori di questo Notiziario poiché in vari numeri ho parlato dell’impoatanza dei una buona respirazione e della conseguente buona circolazione del sangue nei capillari degli occhi (ved. sull’argomento anche il mio sito www.agopunturaocchi.it ). Peraltro anche l’agopuntura –in particolare quella con il metodo Boel- , come potete leggere nel mio articolo su Scienza Conoscenza, è un altro strumento particolarmente efficace per la salute degli occhi.

 maggio 2017

L’importanza del respiro ed i problemi causati dall’ iperventilazione,  messi in  rilievo in un nuovo libro di un medico svedese
Il  Dr. J. Lindh, medico  specializzato in allergologia, reumatologia e medicina interna, con PhD in biologia cellulare,  già primario presso l’ospedale di Falu in Svezia, autore di studi vari (ved. ad es. www.pubpdf.com/search/Johannes+Lindh  ) ha sempre dedicato una particolare attenzione al modo di respirare dei pazienti ed ha recentemente pubblicato un libro dal titolo “Sintomi inspiegabili da un punto di vista medico” (purtroppo disponibile per ora solo in svedese), con lo scopo precipuo di attirare l’attenzione dei suoi colleghi medici sull’importanza delle buone abitudini respiratorie.

Il sistema sanitario svedese  è uno dei migliori al mondo ma tuttavia, come  affermato dal Dr. Lindh,  anche in questo ottimo sistema sanitario, i medici raramente osservano fattori che vanno al di fuori del loro settore di specializzazione. Il Dr. Lindh, dopo un periodo di lavoro e stress a livello accentuato, nel 1988 aveva fatto ricorso a due esperti in training respiratorio presso l’Università di Gothenburg e, a seguito dei risultati riscontrati  aveva iniziato, decenni fa,  a dedicare appunto particolare attenzione al fattore respiro arrivando, come  scrive sia nel libro menzionato che in articoli vari, ad una migliore comprensione del collegamento tra malattie croniche ed eccesso di respiro.

Riporto qui alcune sue ulteriori osservazioni :”Ciò che avevo notato era che molti dei miei pazienti con svariati problemi e malattie croniche avevano dei problemi relativi al   respiro. Spesso avevano una lieve forma di iperventilazione (eccesso di respiro) il che significa che avevano troppo ossigeno ma troppo poca anidride carbonica (CO2  ) nel sangue. Iniziai a misurare i livelli di CO2 in vari miei pazienti, trovando la conferma   che molti di loro iperventilavano. Collegato a questa iperventilazione era presente un disordine respiratorio funzionale caratterizzato da involontarie tensioni nei muscoli respiratori nella nuca, gola,  torace e schiena, il che portava ad un respiro affannoso, dolori toracici ecc. Secondo me l’ipocapnia (carenza di Co2 causata da iperventilazione) porta ad una elevata eccitabilità nei nervi e muscoli”.

Egli inoltre osserva   anche che queste non buone  abitudini respiratorie spesso sono la causa di problemi di salute come la sindrome di stanchezza cronica,  dolori vari, insonnia, problemi gastrointestinali,   stress ed ansia, e sono molto spesso presenti nei casi di persone che non si sentono bene e lamentano varie disfunzioni ma in cui i test  diagnostici consueti ( che  purtroppo non spesso  prendono in considerazione il modo di respirare)   sono normali, e pertanto in questi casi non si riesce  ad individuare questa causa (o concausa) importante dei problemi lamentati.
Il Dr. Lindh afferma di aver scritto  vari articoli ed il   libro “Sintomi inspiegabili da un punto di vista medico” anche con lo scopo di attirare l’interesse dei suoi colleghi medici sull’importanza di buone abitudini respiratorie e, sempre per questo scopo, ha  mandato una lettera aperta al Ministro svedese per la Sicurezza Sociale. Non resta che sperare che l’esempio del Dr. Lindh possa essere seguito anche in altri paesi!

VIRUS ARTIFICIALI; NUOVE ARMI CONTRO IL CANCRO?
Sul notiziario  del 26 maggio di DottNet (un notiziario di medicina “convenzionale“ indirizzato ai medici con lo scopo di tenerli aggiornati su varie novità), leggo  un  interessante articolo (riportato anche dall’ANSA: ved. www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2017/05/26/arrivano-i-virus-buoni-che-combattono-il-cancro-allertando-il-sistema-immunitario_8d690be5-5a99-442c-9e90-a3d040cee110.html )  dal titolo “Virus artificiali che allertano il sistema immunitario e lo inducono ad inviare cellule killer che combattono   il cancro. Li hanno realizzati ricercatori svizzeri dell’Università di Ginevra e dell’ Università di Basilea. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, potrà essere un punto di partenza per nuovi trattamenti”.La notizia prosegue osservando che “Di solito le cellule tumorali provocano una reazione limitata da parte del sistema immunitario ed è per questo che possono crescere e proliferare più o meno indisturbate, restando nascoste grazie ai loro sistemi di difesa.

Invece, le infezioni virali causano una forte risposta nel corpo, che si impegna a combatterle con ogni mezzo a disposizione….. Terapie che stimolano le difese del corpo con virus vengono usate già da diversi anni nella lotta contro i tumori, ma indirizzare le cellule immunitarie esclusivamente contro quelle cancerose è un obiettivo che finora non era mai stato raggiunto e nel quale un innovativo virus artificiale, che è già stato brevettato, ha avuto successo.    ….. Le terapie disponibili per i pazienti malati di cancro hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni, ma sono ancora inadeguate per molti tipi di tumore.   “Speriamo che i nostri studi possano portare presto a nuovi trattamenti e aiutare in questo modo a migliorare il loro tasso di successo”, hanno dichiarato Doron Merkler e Daniel Pinschewer   che hanno guidato il gruppo e che lavorano rispettivamente all’Università di Ginevra e a quella di Basilea. “

Siamo in effetti in genere portati a  considerare  sostanze/fattori/organismi vari come “sempre benefici” oppure “sempre malefici” (e sull’argomento sono purtroppo diffusi molti “luoghi comuni” erronei). Ed invece l’effetto benefico o dannoso di molte di queste sostanze  dipende dalla giusta quantità/qualità/interferenze con altre sostanze, dalla situazione di partenza e da molto altro: uno degli esempi “classici” è quello dell’ossigeno  (indispensabile per la vita ma che, in una quantità anche non troppo superiore alle esigenze può provocare effetti dannosi come eccessi di radicali liberi ed altro), contrapposto all’anidride carbonica, considerata (in particolare in questo periodo di problemi ambientali) come  una sostanza tossica e di scarto mentre, come si  legge in tutti i libri di fisiologia medica in cui sono riportati i problemi e trattamenti relativi all’ipocapnia (carenza di anidride carbonica), nella giusta quantità è indispensabile per la vita e la salute.

Un altro esempio è appunto quello dei batteri e dei virus. A parte la    ben nota funzione di immunizzarci contro molte malattie con i vaccini (in cui batteri e virus sono somministrati nella loro forma fortemente indebolita), si stanno studiando da decenni altri   importanti possibili utilizzi benefici dei virus.   A tale proposito, in uno dei miei  Notiziari del 2014, con il titolo “I virus: sempre e solo dannosi? Sembra di no!”,  scrivevo che “….nel nostro organismo prospera  una quantità enorme di microrganismi, (batteri, virus ed altri) in un delicato equilibrio tra   microrganismi dannosi da una parte e benefici dall’altra   Per quanto riguarda i batteri, quando si è in buona salute,  prevalgono in genere di gran lunga quelli benefici   che tengono a bada quelli malefici    (è ad es. ormai noto a  tutti che vi sono nel nostro apparato gastrointestinalite enormi quantità di batteri  benefici, conosciuti come probiotici).  A volte però l’ azione dei batteri benefici o di altri rimedi non è sufficiente contro i batteri patogenici, ed in questi casi per fortuna al giorno d’oggi abbiamo a disposizione gli antibiotici. Si stanno tuttavia purtroppo da tempo evolvendo (ed il problema è in aumento) dei ceppi di batteri  altamente resistenti agli antibiotici. Pertanto  nelle  infezioni causate da questi batteri (basta ad es. citare  l’ MRSA -stafilococco aureo resistente alla meticillina), contro i quali spesso  anche le terapie con massicce dosi di antibiotici risultano inefficaci. Che fare in questi casi?  Chi/cosa potrebbe venire in aiuto? Alcuni virus!

Mentre è ormai noto a tutti che vi sono dei batteri benefici e indispensabili, per quanto riguarda i virus siamo invece portati a pensare che   i virus (contro i quali non funziona nemmeno l’arma degli antibiotici) siano tutti quanti dannosi. Ed invece, a quanto pare, vi sono alcuni ceppi di virus benefici, che penetrano non nelle cellule umane ma in alcuni batteri dannosi, si replicano all’interno di questi batteri e li distruggono, li “mangiano”. Le ricerche/scoperte su questi virus, chiamati “virus batteriofagi” non sono in realtà recenti ma risalgono alla prima metà del secolo scorso. Le mie ricerche sul prof. Buteyko (che, come i lettori sanno , era nato in Ucraina) mi hanno portata ad approfondire le ricerche  su terapie portate avanti in vari paesi dell’ex Unione Sovietica, e 7-8 anni fa avevo letto con molto interesse  gli studi effettuati   in Georgia in relazione a questi virus “batteriofagi”.

In realtà il primo a praticare  questa terapia per le infezioni batteriche è stato il francese Felix d’Herelle nei primi decenni del 1900, arenandosi peraltro a causa dello scarso interesse mostrato in Occidente (soprattutto dopo la scoperta degli antibiotici) verso questo approccio. All’iniziale  scetticismo occidentale verso questo tipo di terapia sta tuttavia ora facendo seguito un vivo interesse, anche a causa dell’emergere di   numerosi batteri resistenti agli antibiotici. Gli sforzi sono quindi tesi sia alla ricerca di nuovi antibiotici o  di nuovi strumenti, tra i quali appunto anche quello dei “virus batteriofagi”  Il centro medico in cui questa terapia è stata praticata da più lungo tempo è a Tbilisi,  capitale della Georgia (ved. www.phagetherapycenter.com  per l’elenco dei numerosi studi effettuati, anche negli Stati Uniti e Giappone)

Oltre alla categoria dei “virus batteriofagi”, vanno citati, tra i  “virus amici” anche i “virus oncolitici”, in grado cioè di fornire un supporto contro i tumori. Anche su questa funzione (sulla quale stanno ora lavorando i due scienziati svizzeri sopra citati) sono in corso ricerche e lavori da decenni e l’approccio più promettente sembra quello, chiamato Rigvir, già applicato fin dal 2004 in un paese dell’Unione Europea, la Lettonia, dove questa terapia, che ha superato le varie fasi di sperimentazione su 2000 pazienti, è tra quelle approvate dal locale sistema sanitario pubblico, ed ha anche    ottenuto nel 2016 una sovvenzione nell’ambito del programma “Horizon 2020” della Commissione Europea, diretto al sostegno di biotecnologie per lo sviluppo di nuovi prodotti, con lo scopo di arrivare all’inclusione del Rigvir  nel registro europeo dei prodotti medici (EMEA) .
Il Rigvir è stato sintetizzato dal virus ECHO-7, che si trova  in genere  nell’intestino dei bambini    in tenera età. Questo virus sembra colpire selettivamente solo le cellule maligne, nelle quali entra prima che esse si moltiplichino . Per saperne di più anche sulle sperimentazioni effettuate ved. www.rigvir.com

-UN NUOVO EVENTO-CORSO:  BUTEYKO, SPORT E LUOGHI COMUNI
Sull’argomento  ved.anche l’articolo riportato da Scienza e Conoscenza a questo link: http://www.scienzaeconoscenza.it/blog/medicina-non_convenzionale/sei-uno-sportivo-migliora-la-tua-respirazione-con-il-metodo-buteyko
Nel Notiziario di  marzo ed aprile ho  preannunciato e descritto il programma di questo corso di perfezionamento sulla respirazione Buteyko, dedicato in particolare agli sportivi, che il 1 luglio prossimo terrò, a Milano, insieme ad un grande esperto in questa tematica, il Prof. Lucio Ongaro, (docente in allenamento respiratorio e posture funzionali alle tecniche sportive presso l’Università degli Studi di Milano), Tra gli argomenti elencati nel programma vi è anche l’HRV (heart rate variability-variabilità della frequenza  cardiaca di cui parlo a lungo nel mio libro “Attacco all’Asma e non solo”. Anche  questa tematica, (così come il metodo Buteyko, all’epoca del tutto sconosciuto  al di fuori dei paesi di lingua russa ed inglese), era stata introdotta quasi 20 anni  fa in  Italia da mia madre Rosa Maria Chicco ( forse – ma non è sicuro- interverrà anche lei al corso del 1 luglio)   che  20 anni, nelle sue permanenze professionali in giro per il mondo, aveva approfondito e scritto il primo libro in lingua non russa o inglese sul  metodo Buteyko,  ed in questo suo libro su Buteyko aveva dedicato un breve accenno ai lavori del Prof. Smetankin, di San Pietroburgo, che per primo aveva scoperto ed approfondito il significato di questo fenomeno (e cioè la differenza, di frazioni di secondi, nel tempo che trascorre tra un battito del cuore e l’altro: più questa differenza è elevata  meglio è). La tematica è poi stata ripresa ed approfondita negli Stati Uniti con il nome di Heartmath (ormai ben noto anche in Europa) e sull’argomento dell’HRV è stato effettuato un elevato numero di studi clinici, elencati nel mio libro citato, che   provano l’efficacia, per molti problemi di salute, dell’approccio consistente nel cercare di far aumentare la differenza in questione.,
Oltre alle tematiche già elencate introdurrò, nella parte dedicata alla “pausa-controllo” dei commenti su “due nuove mode”.
Inoltre, visto l’elevato numero di iscritti ed interessati, il termine per chi desideri iscriversi è prolungato fino al 20 giugno.

 

APRILE 2017

-Buongiorno a tutti. Inizio questa breve edizione “Pasquale” del Notiziario  menzionando alcuni nuovi, recenti studi che confermano l’efficacia del metodo Buteyko  .
1)  Uno di questi studi è stato effettuato in Brasile, presso l’Università Federale del Rio Grande del Nord. In questo studio 35 bambini asmatici di età tra  i 7 ed i 12 anni sono stati divisi in due gruppi , (gruppo Buteyko e gruppo di controllo) I 20 bambini del gruppo Buteyko   per 3 settimane, 2 volte alla settimana, hanno ricevuto un training di respirazione con il metodo Buteyko, mentre i 15 bambini del gruppo di controllo hanno effettuato esercizi di un altro tipo.
La conclusione dello studio è stata che  “il training con il metodo Buteyko ha consentito di ottenere miglioramenti nei disturbi del sonno e nella funzione polmonare e nel numero di assenze dalla scuola”  (ved. https://repositorio.ufrn.br/jspui/handle/123456789/22537 )

2) Il secondo di questi studi, (pubblicato sull’ International Journal of Current Research Vol. 8, Issue, 07, pp.35058-35064, July, 2016) è stato effettuato in India,  presso l’Istituto di Fisioterapia Ashok & Rita Patel . (ved.  www.journalcra.com/site s/default/files/16028.pdf  ). L’obiettivo di questo studio, condotto su 50 bambini obesi che soffrivano di asma indotta  in particolare da ginnastica/movimento fisico, era quello di paragonare l’efficacia, nel ridurre i sintomi dell’asma,   da una parte da una respirazione con le labbra strette/arricciate (pursed  lips: una posizione simile a  quella in cui le labbra si trovano quando si cerca di fischiare) e dall’altra da una respirazione in base alla tecnica Buteyko. La conclusione dello studio è stata che “…sono stati riscontrati miglioramenti in entrambi i gruppi ma da un punto di vista clinico  nel gruppo  trattato con la tecnica respiratoria Buteyko vi sono stati miglioramenti superiori a quelli riscontrati nel gruppo  trattato con la respirazione a labbra strette”.
Questo risultato, per i lettori che conoscono la respirazione con il metodo Buteyko, appare del tutto ovvio: infatti, anche quando si respira con le labbra arricciate, vien comunque ridotto il flusso dell’aria che entra ed esce dalla bocca e quindi vi è un miglioramento rispetto a quando si respira dalla bocca, in posizione “normale” ma il miglioramento è più spiccato se, come raccomandato da Buteyko, si respira solo dal naso anche quando si fa movimento!

 Efficacia del resveratrolo (una sostanza naturale contenuta nella buccia degli acini dell’uva rossa ed altre piante) per il benessere delle vie respiratorie (e non solo).
Fin dal mio Notiziario del maggio 2009 ( http://www.buteyko.it/?p=713  ) avevo messo in rilievo le proprietà del resveratrolo   scrivendo “…Vi sono inoltre anche molte sostanze utili in via generale per prevenire il contagio dell’influenza, o comunque nell’attenuarne i sintomi se la si dovesse contrarre. …Alle sostanze già note e consigliate vorrei aggiungerne una: si tratta del resveratrolo, sostanza naturale ben nota, contenuta ad es. nella buccia degli acini di uva rossa e in numerose altre piante, ed usata in molti integratori naturali, in genere per le sue proprietà antiossidanti. Uno studio pubblicato su J Infect Dis. 2005 May 15;191(10):1719-29 ha messo in rilievo che in questo caso, ad agire contro il contagio influenzale non sono le sue proprietà antiossidanti, ma dei meccanismi cellulari, stimolati appunto dal resveratrolo, che ostacolano il processo di riproduzione del virus responsabile dell’influenza di tipo A, ed il virus dell’influenza suina H1N1, è appunto di tipo A ….Il resveratrolo si trova in numerosi integratori naturali e per prevenire contagi influenzali è bene prenderne 200-300 mg al giorno.

” Ero tornata sulle proprietà del resveratrolo 4 anni dopo, nel mio Notiziario del maggio 2013  (ved. http://www.buteyko.it/?s=resveratrolo&post_type=post ): …“Sono noti, a seguito di numerosi studi, gli effetti benefici del resveratrolo (che in un certo senso produce effetti analoghi a quelli della restrizione calorica del “mangiare di meno”) per numerosi problemi di salute ed in genere per il prolungamento della vita. In Inghilterra, studi in vitro (ved. ad es. Culpitt S. V. et al. Inhibition by red wine extract, resveratrol, of cytokine release by alveolar macrophages in COPD, Thorax, 2003 Nov. ; 58(11) : 592-6) hanno dimostrato la capacita del resveratrolo (contenuto non solo in numerosi integratori ma anche nel vino rosso, da bere però in quantità moderata perché se si eccede entrano in gioco altri fattori, come l’alcool ed i solfiti, e gli effetti non sono più benefici ma dannosi) di far diminuire anche l’infiammazione della broncopneumopatia cronica ostruttiva (COPD)….   I ricercatori britannici hanno …condotto uno studio sui macrofagi in campioni di fluidi polmonari di 15 fumatori relativamente sani, e di 15 altri pazienti con COPD. L’introduzione del resveratrolo nei campioni ha interrotto la produzione di interleuchine al 94% nei macrofagi dei fumatori e all’88% in quelli dei pazienti con COPD.Il resveratrolo inibisce il rilascio di citochine infiammatorie e quindi sembra essere un trattamento efficace nelle sindromi ostruttive delle vie respiratorie.

– Questo effetto favorevole sulla broncopneumopatia cronica ostruttiva è ora confermato ancche in un recente articolo, pubblicato su Nature (ved. https://www.nature.com/articles/srep34445   ) che riporta le osservazioni di ricercatori della Georgia State University che hanno anch’essi accertato  (molti anni dopo lo studio sopra citato) l’effetto benefico del resveratrolo per   le broncopatie croniche ostruttive e varie infiammazioni delle vie respiratorie.
In realtà, questo effetto favorevole del resveratrolo è confermato,  da decenni, in tanti studi; cito solo, tra i più recenti, ancora  il seguente sugli effetti anti-infiammatori ed antifibrotici del resveratrolo nei polmoni  (Histol Histopathol. 2015 May;30(5):523-9. doi: 10.14670/HH-30.523. Epub 2014 Dec 16. Anti-inflammatory and antifibrotic effects of resveratrol in the lung.Conte E1Fagone E2Fruciano M2Gili E2Iemmolo M2Vancheri C2), in cui si conclude che “il resveratrolo ed i suoi derivati possono agire come fattori terapeutici nelle malattie respiratorie” e che “dovrebbero essere effettuati studi clinici sull’’argomento”.
L’osservazione che a questo punto sorge spontanea  è che, trattandosi di una sostanza alimentare che comunque non fa male , invece di concludere che sono necessari ulteriori studi, non sarebbe invece preferibile suggerire   che il resveratrolo (sotto forma di alimenti che ne sono ricchi e di integratori), venga comunque assunto in dosaggi consistenti a titolo preventivo da chi ha un apparato respiratorio in condizioni non ottimali, e comunque in aggiunta (non in sostituzione!) delle terapie farmacologiche eventualmente necessarie in caso di malattie dell’apparato respiratorio?

UN NUOVO EVENTO-CORSO:  BUTEYKO, SPORT E LUOGHI COMUNI
Sull’argomento  ved.anche l’articolo riportato da Scienza e Conoscenza a questo link: http://www.scienzaeconoscenza.it/blog/medicina-non_convenzionale/sei-uno-sportivo-migliora-la-tua-respirazione-con-il-metodo-buteyko
Nel Notiziario di marzo avevo preannunciato questo corso di perfezionamento sulla respirazione Buteyko, dedicato in particolare agli sportivi che il 1 luglio prossimo terrò, a Milano, insieme ad un grande esperto in questa tematica, il Prof. Lucio Ongaro, (docente in allenamento respiratorio e posture funzionali alle tecniche sportive presso l’Università degli Studi di Milano). E’ qui appresso nuovamente riportato il mio annuncio di marzo, con il programma del corso:
“Durante i miei lunghi anni di diffusione ed insegnamento in Italia del metodo Buteyko, ho constatato che vi è un particolare interesse per un respiro ottimale da parte degli sportivi, che giustamente intendono, respirando “bene”, migliorare le  loro prestazioni, e nel contempo migliorare la loro salute anziché danneggiarla con una respirazione eccessiva persino rispetto alle esigenze di un’ intensa attività fisica.  Sono pertanto lieta di annunciare che il 1 luglio prossimo terrò, a Milano, insieme ad un grande esperto in questa tematica, il Prof. Lucio Ongaro, (docente in allenamento respiratorio e posture funzionali alle tecniche sportive presso l’Università degli Studi di Milano), un corso di perfezionamento sulla respirazione Buteyko, dedicato in particolare agli sportivi.

Il corso  è aperto a tutti coloro che hanno già frequentato un corso Buteyko (per istruttori o per uso proprio) e che hanno un interesse particolare per lo sport ed una pausa controllo superiore ai 25 secondi. Il corso sarà sia teorico che pratico, con numerosi riferimenti scientifici.

Programma del corso BUTEYKO, SPORT E LUOGHI COMUNI  Sabato 1 luglio 2017-Via Guglielmo Silva 39,  MILANO
–PROF. LUCIO ONGARO: 9.30-12.30
L’UTILIZZO DEL DIAFRAMMA NELLO SPORTIVO: Le differenti dinamiche respiratorie per una respirazione di recupero e per una respirazione in una prestazione sportiva di forza/potenza e di endurance
L’IMPORTANZA DELLA POSTURA NELLO SPORT e l’utilizzo dei muscoli profondi dell’addome come fattore fondamentale della Stabilità della sezione centrale.
— DR.SSA FIAMMA FERRARO: 13.30-18.30
CAPNOGRAFIA E SPORT
CORRELAZIONE TRA BUTEYKO E: HRV (heart rate variability)
SOGLIA AEROBICA E ANAEROBICA
ATTIVITA’ AEROBICHE ED ANAEROBICHE
SPORT E COLESTEROLO: “L’attività fisica abbassa il colesterolo”, vero o falso? Ruolo del respiro.
SPORT ED INFIAMMAZIONE, TEST DELL’AZOTO. Test gratuito.
“NUOVI” ESERCIZI PER LO SPORTIVO CON PC SUPERIORE A 25-30
SPORT E BICARBONATO, una corretta assunzione correlata ad una corretta respirazione.
SPORT ED ALIMENTAZIONE: AMINO ACIDI, ACIDI GRASSI A CATENA MEDIA
E’UTILE  RINFORZARE I MUSCOLI ACCESSORI DELLA RESPIRAZIONE? Valutazione dei vari apparecchi in commercio.
BUTEYKO, ALTA E BASSA QUOTA d’altitudine.
“NUOVI” ESERCIZI RESPIRATORI DI  NOTEVOLE  DIFFICOLTA’: per i coraggiosi!
ORE 18.30-20.30: Riservato agli istruttori Buteyko
CASI CLINICI. I partecipanti sono invitati a presentare dei casi clinici.
DISCUSSIONE
—CURRICULUM del PROF. LUCIO ONGARO
Laurea in STAPS (Scienze e Tecniche delle Attività Fisico Sportive) all’ Universitàdi Borgogna (Francia); docente   di Allenamento respiratorio e posture funzionali alle tecniche sportive presso l’Università degli Studi di Milano. Chinesiologo, esperto di Tecniche integrate di educazione e rieducazione posturale: Mézières, Feldenkrais, F.M. Alexander; esperto di Educazione vocale e respiratoria secondo il Metodo di Serge Wilfart.

In alcuni corsi e consulenze mediche   i partecipanti che lo desiderino potranno, su preavviso, effettuare anche un test Oligoscan che consente, in base alla spettrofotometria, di valutare la quantità di metalli tossici depositata nei tessuti.

 

MARZO 2017

Il nuoto: uno sport sano per i bambini asmatici.
In vari passati numeri del notiziario ho messo in evidenza come il nuoto sia uno degli sport più sani, in particolare per i bambini asmatici. Un  recente  articolo pubblicato da specialisti   in medicina pediatrica polmonare presso prestigiosi istituti medici americani  lo  conferma .
Il Dr. Ted Olin è  specialista per le malattie polmonari presso  l’istituto ospedaliero  NJHEALTH a Denver  (Colorado- USA), istituto fondato oltre 100 anni fa, che è considerato come    di primaria importanza in particolare per problemi respiratori.  Presso questo ospedale vi è anche la Morgridge Academy, una scuola dedicata specificamente ai bambini affetti da malattie cronichi, che  hanno bisogno di cure quotidiane e che durante le ore in cui si trovano a scuola possono aver bisogo di cure mediche. In questa scuola il nuoto in piscina per i bambini fa parte del curriculum quotidiano.

Come afferma il Dr. Olin a questo proposito, vi sarebbe un’attività sportiva che i genitori di bambini asmatici dovrebbero prendere in considerazione, e cioè “il nuoto che, in particolare in piscine  coperte, è altamente raccomandato!”  Perché in piscine coperte e non all’aperto? Perché, osserva il Dr. Olin, nelle stanze con piscine l’aria è  calda- umida , e  quest’ aria umida, per chi svolge attività fisica e soffre di asma, è da preferire rispetto all’aria  fredda e secca che si trova all’aperto.
Il Dr. Olin prosegue poi osservando che  i bambini “quando nuotano in piscina divengono molto più coscienti del loro respiro. Sono indotti a controllare il loro modo di respirare ed è molto meno probabile che inizino ad iperventilare  o che siano soggetti ad un attacco d’asma….. Con il tempo, gli scolari e studenti che nuotano e giocano regolarmente nella piscina coperta hanno ottenuto un miglior controllo della loro asma e migliorato la loro salute ….. Controlliamo i progressi di ognuno ed abbiamo constatato che nuotare nella piscine, insieme ad un’adeguata gestione della  condizione asmatica, ha ridotto i sintomi, così come le visite d’emergenza e soggiorni ospedlaieri….. Credo che, come società, abbiamo finora raccomandato ai  bambini   asmatici, di limitare l’attività fisica ma,  più recentemente, abbiamo cambiato il nostro approccio. Incoraggiamo ora i bambini a fare movimento fisico………inizando con il nuoto, che può aiutare a fortificare le loro funzioni polmonari, e passando poi anche ad altri sport che li divertono,  offriremo loro migliori probabilità di diventare degli adulti sani”. Il Dr. Olin conclude poi raccomandando ovviamente di  seguire e non trascurare le consuete precauzioni e misure mediche, compreso l’uso dei broncodilatatori, se necessari,  nel corso dell’attività sportiva.

Che cosa vi ha colpiti maggiormente  nel leggere le osservazioni del Dr. Olin? Probabilmente, come accaduto a me, la frase che ho messo in evidenza, e cioè che, nuotando, i bambini  “Sono indotti a controllare il loro modo di respirare ed è molto meno probabile che inizino ad iperventilare  o che siano soggetti ad un attacco d’asma”. Come vedete il Dr. Olin, pur non parlando del Dr. Buteyko e probabilmente senza averne mai sentito parlare, dà per   scontato  ed assodato il fatto che l’iperventilazione ( e la conseguente perdita eccessiva di CO2, fattore non menzionato ma ovviamente bene noto al Dr. Olin, poiché è menzionato in tutti i libri di fisiologia medica) può spesso scatenare attacchi d’asma.  Peccato dunque che   sia in genere dedicata  poca attenzione a questo fattore e non sempre si raccomandi agli asmatici  (ed anche alle persone sane!) di effettuare esercizi respiratori diretti ad eliminare o perlomeno attenuare la tendenza ad iperventilare!

-Le persone che dormono troppo hanno il doppio delle probabilità di sviluppare, con l’età, una demenza senile.
Coloro che hanno già letto il mio libro “Attacco all’asma… e non solo” sono probabilmente già al corrente di quanto osservato da Buteyko circa gli effetti non sempre favorevoli prodotti da una durata di sonno in  eccesso rispetto alle giuste esigenze. Buteyko ha infatti ripetutamente osservato che è naturale che  neonati e bambini dormano molto, ma che con l’avanzare dell’età le esigenze di sonno diminuiscono costantemente e  che, soprattutto quando si è anziani, è del tutto normale ed anzi più sano dormire  piuttosto poco.

Egli ha inoltre spesso messo in guardia quanto all’importanza di alcuni fattori che rendono  meno benefico  il sonno (prolungato o meno): molti infatti, che da svegli fanno attenzione a respirare dal naso, quando dormono respirano spesso dalla bocca, in particolare se dormono sdraiati sulla schiena.
Queste osservazioni effettuate da Buteyko oltre 50 anni fa, appaiono confermate da una  ricerca  su larga scala, condotta dalla Boston University School of Medicine (BUSM),  i cui  risultati sono stati pubblicati sull’ultimo numero di Neurology  (ved.www.neurology.org/content/early/2017/02/22/WNL.0000000000003732.short?sid=cad0a489-1dcc-4fcd-9000-ac6c2e193603 ).

I ricercatori hanno esaminato tutti i dati derivanti dal Framingham Heart Study: uno studio   su larghissima scala iniziato nel 1948 (su ben 5.209 uomini e donne dai 30 ai 62 anni  abitanti nella città di Framingham) con lo scopo originario di identificare i fattori di rischio di malattie cardiovascolari. In questo studio, ad una gran parte dei partecipanti è stato chiesto di comunicare per quante ore circa dormivano abitualmente ogni notte. Questi partecipanti sono poi stati seguiti per 10 anni, allo scopo di accertare quanti di loro avevano sviluppato l’Alzheimer o altre forme di demenza senile. Il risultato ricavato dall’esame dei dati è stato che le persone che durante questi 10 anni avevano abitualmente dormito   9 ore o più,avevano una probabilità doppia di sviluppare l’Alzheimer rispetto a quelli che avevanno abitualmente dormito meno di 9 ore.
Peccato che nello studio sia stato preso in esame solo il numero delle ore di sonno, e non si sia cercato di individuare anche la posizione abituale   e la modalità prevalente del respiro (dal naso o dalla bocca) durante il sonno!

UN NUOVO EVENTO-CORSO:  BUTEYKO, SPORT E LUOGHI COMUNI
Durante i miei lunghi anni di diffusione ed insegnamento in Italia del metodo Buteyko, ho constatato che vi è un particolare interesse per un respiro ottimale da parte degli sportivi, che giustamente intendono, respirando “bene”, migliorare le  loro prestazioni, e nel contempo migliorare la loro salute anziché danneggiarla con una respirazione eccessiva persino rispetto alle esigenze di un’ intensa attività fisica.  Sono pertanto lieta di annunciare che il 1 luglio prossimo terrò, a Milano, insieme ad un grande esperto in questa tematica, il Prof. Lucio Ongaro, (docente in allenamento respiratorio e posture funzionali alle tecniche sportive presso l’Università degli Studi di Milano), un corso di perfezionamento sulla respirazione Buteyko, dedicato in particolare agli sportivi.
Il corso  è aperto a tutti coloro che hanno già frequentato un corso Buteyko (per istruttori o per uso proprio) e che hanno un interesse particolare per lo sport ed una pausa controllo superiore ai 25 secondi. Il corso sarà sia teorico che pratico, con numerosi riferimenti scientifici.
Programma del corso BUTEYKO, SPORT E LUOGHI COMUNI  Sabato 1 luglio 2017-Via Guglielmo Silva 39,  MILANO
–PROF. LUCIO ONGARO: 9.30-12.30
L’UTILIZZO DEL DIAFRAMMA NELLO SPORTIVO: Le differenti dinamiche respiratorie per una respirazione di recupero e per una respirazione in una prestazione sportiva di forza/potenza e di endurance
L’IMPORTANZA DELLA POSTURA NELLO SPORT e l’utilizzo dei muscoli profondi dell’addome come fattore fondamentale della Stabilità della sezione centrale.
— DR.SSA FIAMMA FERRARO: 13.30-18.30
CAPNOGRAFIA E SPORT
CORRELAZIONE TRA BUTEYKO E: HRV (heart rate variability)
SOGLIA AEROBICA E ANAEROBICA
ATTIVITA’ AEROBICHE ED ANAEROBICHE
SPORT E COLESTEROLO: “L’attività fisica abbassa il colesterolo”, vero o falso? Ruolo del respiro.
SPORT ED INFIAMMAZIONE, TEST DELL’AZOTO. Test gratuito.
“NUOVI” ESERCIZI PER LO SPORTIVO CON PC SUPERIORE A 25-30
SPORT E BICARBONATO, una corretta assunzione correlata ad una corretta respirazione.
SPORT ED ALIMENTAZIONE: AMINO ACIDI, ACIDI GRASSI A CATENA MEDIA
E’UTILE  RINFORZARE I MUSCOLI ACCESSORI DELLA RESPIRAZIONE? Valutazione dei vari apparecchi in commercio.
BUTEYKO, ALTA E BASSA QUOTA d’altitudine.
“NUOVI” ESERCIZI RESPIRATORI DI  NOTEVOLE  DIFFICOLTA’: per i coraggiosi!
ORE 18.30-20.30: Riservato agli istruttori Buteyko
CASI CLINICI. I partecipanti sono invitati a presentare dei casi clinici.
DISCUSSIONE
—CURRICULUM del PROF. LUCIO ONGARO
Laurea in STAPS (Scienze e Tecniche delle Attività Fisico Sportive) all’ Universitàdi Borgogna (Francia); docente   di Allenamento respiratorio e posture funzionali alle tecniche sportive presso l’Università degli Studi di Milano. Chinesiologo, esperto di Tecniche integrate di educazione e rieducazione posturale: Mézières, Feldenkrais, F.M. Alexander; esperto di Educazione vocale e respiratoria secondo il Metodo di Serge Wilfart.

 

Febbraio 2017

Una diagnosi di asma su tre è errata (?!)
Questa è la conclusione di un recente studio condotto da ricercatori dell’Università di Ottawa (Canada). E se, invece di una diagnosi iniziale errata, si trattasse di una “guarigione” dall’asma?
In base all’ultimo rapporto, del 2014, del Global Asthma Network, 330 milioni di persone nel mondo soffrono di asma  ma, in base a quest’ultimo studio, una diagnosi di asma su 3 sarebbe errata poiché, appunto, si era constatato che una buona parte degli  “ asmatici” , dopo un certo periodo, non aveva più bisogno delle consuete medicine contro l’asma e stava bene. A quanto pare  i medici ricercatori continuano ad essere  convinti che  -a parte casi molto limitati che si riscontrano soprattutto nei bambini- dall’asma non si può guarire ed occorre continuare a prendere medicine vita natural durante. Pertanto, quando vedono che  qualcuno   non ha più   di medicine e non soffre più di attacchi asmatici, allora ne traggono la conclusione che la diagnosi iniziale di asma fosse sbagliata, e che si fosse trattato non di asma ma di problemi di rinite allergica,  reflusso gastroesofageo od altro.

Le conclusioni da trarre sono invece del tutto diverse se si parte dal modello dell’asma, (ovviamente del tutto  sconosciuto ai ricercatori) fornito da K.Buteyko. Egli infatti mette in rilievo come l’asma, (nella maggioranza dei casi ed in assenza di altri tipi di problemi delle vie respiratorie) più che una malattia, sia una reazione di difesa dell’organismo contro un’iperventilazione –e  conseguente perdita eccessiva di CO2- che, se proseguisse, farebbe scendere i livelli di CO2 nell’organismo a livelli incompatibili con la sopravvivenza. L’organismo mette pertanto in atto appunto il meccanismo difensivo –costituito dalla restrizione delle vie  respiratorie- che obbliga a “respirare di meno” e quindi a trattenere nell’organismo perlomeno la minima necessaria quantità di CO2 . Ovviamente, come si interviene per abbassare la febbre (che è anch’essa un meccanismo difensivo  contro i batteri e virus che non possono sopravvivere ad una temperatura corporea  elevate ma  che peraltro, se sale troppo, va un po’ abbassata per evitare “danni da fuoco amico”) ;  così pure, in attacchi di asma che provocano notevoli difficoltà respiratorie, occorre intervenire con broncodilatatori ad effetto rapido. Ciò non toglie tuttavia che il fattore principale sul quale in questi casi bisogna agire è l’iperventilazione e conseguente perdita di CO2.

Nei casi che nel rapporto sono considerati come “diagnosi errate” di asma, potrebbe quindi essere possibile che l’asma sia invece guarita perché è venuta meno l’iperventilaizone costante. Il riaddestramento respiratorio Buteyko è un metodo di provata efficacia per ottenere questo risultato ma  vi sono indubbiamente altri fattori (il venir meno di periodi di stress, un miglioramento dell’alimentazione, perdita di peso, maggiore movimento ecc.)che possono , perlomeno nei casi più lievi, portare a ristabilire una modo corretto di respirare,  facendo venir meno l’iperventilazione.   Pertanto, a mio avviso, in numerosi dei casi presi in esame dallo studio potrebbe quindi trattarsi non di una diagnosi iniziale errata di asma, ma di una  guarigione.

Il calcio
Come tutti sappiamo, il calcio è   necessario e di vitale importanza per la salute. Anche per questa sostanza tuttavia, (come avviene per altre sostanze essenziali,  come l’ossigeno, il ferro e daltre) non vale il principio del “tanto più tanto meglio”. Il calcio in eccesso può infatti essere dannoso, soprattutto in assenza o carenza di altre sostanze.   Mentre è difficile incorrere in eccessi dannosi quando il calcio viene assunto con gli alimenti, è invece molto più facile che un eccesso dannoso si verifichi quando il calcio viene assunto tramite integratori. Ciò è confermato da un recente studio effettuato presso la celeberrima  Mayo Clinic americana(ved. http://www.mayoclinic.org/healthy-lifestyle/nutrition-and-healthy-eating/in-depth/calcium-supplements/art-20047097 ), in cui i ricercatori hanno esaminato i dati relativi ai pazienti trattati negli ultimi 10 anni, traendone la conclusione che   integratori di calcio possono causare un aumento di placca e calcificazione nelle arterie poiché i pazienti che  avevano assunto in questo periodo  regolarmente integratori di calcio avevano una probabilità superiore, nella misura del 22%, di soffrire, negli anni successivi di problemi cardiocircolatori.

Non si tratta in realtà di una scoperta “nuova”; numerosi altri studi sono arrivati a conclusioni analoghe, formulando ipotesi più circostanziate quanto alle cause di questi effetti negativi del calcio e sull’argomento anch’io avevo alcuni anni fa scritto un articolo (ved. http://www.scienzaeconoscenza.it/blog/medicina-non_convenzionale/calcio-vitamina-k-invecchiamento )  in cui osservavo che “Come riportato nel British Medical Journal (336(7638):226-7), “in presenza di determinati stimoli, nella muscolatura vascolare liscia può verificarsi una deviazione in direzione di cellule di natura ossea, e in presenza di elevate quantità di calcio, queste possono provocare calcificazione vascolare”. Tradotto in linguaggio semplice, ciò significa che determinate circostanze (come ad es. la mancanza di vitamina K2, come riportato in nota ma non messo abbastanza in evidenza nel testo principale dell’articolo) possono indurre le cellule che rivestono le pareti dei vasi sanguigni a comportarsi come se fossero cellule delle ossa, e cioè ad assorbire calcio (Med Res Rev 2001 Jul;21(4):274-301).”

Proseguivo l’articolo  con varie altre considerazioni, soffermandomi in particolare sull’importanza della vitamina K e scrivendo  “…vorrei qui mettere in luce alcune conoscenze, relativamente nuove, emerse quanto al ruolo fondamentale della vitamina K per la solidità delle ossa e per la prevenzione dell’osteoporosi, ma anche, stranamente, per la flessibilità delle pareti vascolari. La vitamina K è in genere carente nella nostra alimentazione. ….La forma più efficace di vitamina K, la vitamina K2, è prodotta anche da una flora intestinale sana.” Aggiungo qui che questa vitamina K2 (fino a poco tempo fa  quasi sconosciuta), è stata oggetto di numerosi recenti studi che   hanno evidenziato il ruolo di questa vitamina per sì che il calcio (assunto con alimenti o integratori)  vada a finire  nei tessuti in cui    deve andare, e cioè  le ossa e i denti, e   non invece nei  tessuti  in cui  non dovrebbe essere presente, come le arterie e  tessuti molli.   Eliminandolo da questi tessuti, la vitamina K2 li protegge da ulteriori calcificazioni, e cioè dall’aterosclerosi.

Ulteriori recenti studi ne hanno evidenziato l’efficacia preventiva contro le infiammazioni croniche, e l’efficacia nel  sistema renale, in cui agisce ostacolando i calcoli renali causati dalla presenza di calcio.  Uno studio pubblicato sulla rivista “Modern Rheumatology”,  ne ha inoltre dimostrato la capacità di  migliorare i sintomi dell’artrite reumatoide,  di alleviare i disturbi legati alla malattia di Parkinson, nonché le  proprietà antidiabetiche. Ha inoltre un effetto anticoagulante.
La vitamina K2 viene prodotta da batteri presenti in una buona flora intestinale, e si trova anche  nei prodotti fermentati, come  in certi formaggi, e soprattutto nel natto, un alimento  tradizionale giapponese.
Studi effettuati dal dottor Rhéaume-Bleue , hanno evidenziato che l’80% degli americani presentava una carenza di vitamina K2, poiché è difficile assumerla a sufficienza con la nostra alimentazione corrente. Prima peraltro di pensare di assumerla con integratori occorre una consulenza esperta poiché in vari casi potrebbe essere controindicata (così ad es.  per chi già sta assumendo farmaci anticoagulanti) .

La “terapia elmintica”: potrebbe essere utile anche per l’asma?
Dopo alcuni studi che hanno indicato come questa terapia potrebbe  diventare utile per allergie, intolleranze alimentari e celiachia, un nuovo studio sembra indicare un potenziale benefico anche per l’asma. Ma cos’è la terapia elimintica?
In passate edizioni del Notiziario (ed anche nel mio libro “Attacco alle diete uguali per tutti”  Ved.  https://www.amazon.it/dp/B01N7E64HX/ref=sr_1_4/253-6126083-7389230?s=books&ie=UTF8&qid=1486550080&sr=1-4 )  ho accennato  alla teoria dell’ ”eccesso di igiene” quale concausa del grande aumento dei casi di asma, allergie e malattie autoimmuni. In base a questa teoria, per migliaia d’anni il sistema immunitario umano si è sviluppato in condizioni di stretto contatto con il terreno e le varie sostanze (  vermi, residui vari ecc.) in esso contenute. L’uomo moderno invece compra alimenti, lavati e disinfettati, nel supermercato; i bambini non giocano quasi più nei campi e  e nell’orto di casa); mancherebbe quindi al sistema immunitario umano, in base a questa teoria, la possibilità di   allenare il proprio sistema immunitario anche  tramite il contatto con la “sporcizia” naturale alla quale era abituato, e ciò porterebbe ad uno    sviluppo e funzionamento non ottimale del sistema immunitario.
Già in studi effettuati presso l’Università di Brisbane, in Australia, nel 2014, si erano notati degli effetti positivi , pubblicati sul Journal of Allergy and Clinical Immunology ,  prodotti da una  proteina emessa da larve del verme  Necator Americanus   per problemi di infiammazione intestinale,  ed anche per la tolleranza al glutine (tanto che un periodico popolare  aveva pubblicato un articolo dal titolo “Spaghetti for celiac patients? Just add worms”/ Spaghetti per pazienti celiaci? Basta aggiungere dei vermi)!
A seguito di questi risultati le ricerche   sono continuate (ved. http://stm.sciencemag.org/content/8/362/362ra143 )  e nell’ottobre 2016, ricercatori presso    la James Cook University (JCU) in Cairns , Australia, hanno identificato una proteina emessa da questi vermi (AIP-2) che ha soppresso l’asma nei topi e, in test in vitro su cellule tratte da  asmatici, questa proteina ha dimostrato qualità promettenti anche per il trattamento dell’asma.
In conclusione: la “terapia elmintica” sta progredendo ma, come osservavo anch’io nel Notiziario di alcuni anni fa,   occorrono ancora ulteriori ricerche e studi , per provarne l’efficacia e soprattutto l’innocuità.

 

 

GENNAIO 2017

“NOTIZIE SALUTARI”-scritte dalla Dr. Fiamma Ferraro   per Buteyko-Italia (www.buteyko.it   e www.buteykoitalia.homestead,com)

Gennaio 2017

Buongiorno.  Spero che il Nuovo Anno sia iniziato e prosegua bene per tutti!  A costo di diventare monotona ripeto  la raccomandazione di includere, tra i buoni propositi dell’Anno Nuovo, anche quello di cercare  di effettuare con  costanza gli esercizi diretti  ad ottimizzare il   proprio modo di respirare:  riuscire automaticamente a respirare “bene”  24 ore su 24, anche quando si dorme, è  infatti una delle cose più  utili  che si possano fare per la propria salute!

Depressioni stagionali.
Siamo alle prese non solo con il freddo invernale ma anche  con le giornate brevi ed il buio, che    rendono più vulnerabili ad episodi di depressione. La domanda che molti in questo periodo mi pongono è  “il riaddestramento della respirazione con il metodo Buteyko può essere utile per migliorare anche questo problema?  Sono noti gli effetti benefici del sole  anche per migliorare il nostro umore  (gli italiani  hanno all’estero la fama di avere un “carattere solare!”). Al giorno d’oggi tuttavia, anche in località soleggiate,  tendiamo   a restare  troppo tempo al chiuso,sia d’inverno che d’estate ( con l’aria condizionata anche quando il calore non è insopportabile)  e quindi a non goderci appieno nemmeno d’estate   gli effetti benefici dei raggi solari (ovviamente con le necessarie precauzioni per evitare scottature). Durante l’inverno gli effetti negativi della carenza d’ esposizione alla  luce del sole  si fanno sentire ancora di più, ed i raggi non possono essere integralmente  sostituiti dalla vitamina D in compresse (parlo estesamente di questa tematica nel mio nuovo libro “Attacco alle Diete Uguali per Tutti” ved. http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/medicina-e-salute/279434/attacco-alle-diete-uguali-per-tutti/   )..
Quanto alla domanda sui possibili effetti benefici del riaddestramento respiratorio Buteyko anche contro la depressione, la risposta è  che la migliore ossigenazione e  conseguente  migliore produzione di energia  apportate da questo riaddestramento  avrebbero indubbiamente  un effetto positivo sullo stato d’animo. Il problema tuttavia in questi casi è che  non raramente  le persone in fase di  spiccata depressione non riescono   a reperire l’energia, lo spirito d’iniziativa  ed ottimismo necessari per  iniziare e portare avanti  con perseveranza il necessario riaddestramento respiratorio che, pur non richiedendo molto tempo e fatica richiede un minimo  di buona volontà e costanza. Ci si trova quindi di fronte al classico problema del “cane che si morde la coda”:  Sentirsi più “energici” aiuterebbe ad uscire dalla depressione ma per   riuscire a produrre più energia occorrerebbe appunto  avere già a disposizione   l’energia (pur non eccessiva) necessaria per iniziare e portare avanti  quel programma di esercizi che aiuterebbe appunto a conseguire  una migliore energia!
In questi casi pertanto, per uscire da questo circolo vizioso ,  prima di intraprendere il riassestamento del proprio modo di respirare (riassestamento che rimane comunque  indispensabile per ottimizzare le propria salute e forma, sia fisica che mentale)  può essere utile ricorrere ad altre misure:   in  vari casi   potrebbe  essere necessario il ricorso a farmaci ,ma un effetto favorevole può essere svolto anche da fitoterapici, da rimedi omotossicologici, da alcuni amminoacidi e, in base ad un approccio molecolare, anche  da alcune vitamine e minerali   attualmente carenti nella nostra   alimentazione . Tra i minerali, un’attenzione particolare va dedicata al litio. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che nelle zone in cui i terreni e l’acqua sono ricchi di litio le depressioni sono  meno frequenti. Peraltro,  date  le attuali condizioni di coltivazione  ,  (ved. sull’argomento il mio  sopracitato  libro “Attacco alle diete uguali per tutti”)  il litio sta diventando sempre più raro nei terreni e carente nel nostro organismo.  Il litio è in effetti da tempo  alla base anche di alcuni farmaci specifici prescritti per  certe tipologie depressione.Tuttavia un problema  tipico  di questi farmaci è che la differenza  tra il dosaggio necessario per ottenere effetti positivi ed il dosaggio che può provocare dannosi effetti collaterali è scarsa e non è quindi agevole reperire il dosaggio appropriato per ognuno.
Un approccio più semplice è peraltro quello indicato dal Dr.  Hans Nieper (uno dei padri della medicina ortomolecolare) il quale già decenni fa aveva indicato come il litio, abbinato all’orotato (vit. B13)   possa  (entro certi limiti) essere assunto in dosaggi anche elevati senza causare problemi ma solo effetti benefici, provati in numerosi studi clinici purtroppo per molto tempo non presi in considerazione.
Su questo argomento  del litio orotato segnalo  in particolare quanto scritto  in America dal Dr Mark Millar il quale anni fa, sconvolto dalla notizia che tra i soldati reduci da operazioni militari in Vietnam, Afghanistan ed Irak il numero di suicidi per gravi depressioni collegate a problemi di PTSD  (disordine da stress post-traumatico, e cioè le gravi depressioni o altri problemi psicologici causati dal ricordo degli eventi traumatici, vissuti durante le operazioni militari)   era di gran lunga superiore a quello dei militari morti durante queste operazioni militari, e che i farmaci loro somministrati avevano a quanto pare avuto un ben scarso effetto nell’impedire questi suicidi, ha dedicato anni di studio all’argomento, riassumendo i risultati di questi nell’e-book  “Veteran Suicide Breakthrough”  (Suicidio dei reduci militari: un progresso  rivoluzionario) in cui riprende ed approfondisce   la tematica relativa agli effetti  del litio -nella composizione naturale (litio orotato)  elaborata appunto in origine dal Dr. Nieper-   in relazione a problemi come il PTSD, depressioni ed altri disturbi, esprimendo il suo sconcerto per il modo in cui   questi straordinari effetti benefici  sono stati troppo a lungo ignorati e non utilizzati.
(E’ peraltro assolutamente da sconsigliare, per chi si trova alle prese con questo tipo di problemi, l’approccio “fai da te”!)

Alzheimer.
Uno studio appena terminato  in Finlandia,  in cui sono state seguite per 20 anni oltre 2000 persone, ha dimostrato una diminuzione (pari al 66%) del rischio di sviluppare l’Alzheimer in coloro che  avevano seguito con maggiore frequenza una pratica piuttosto comune in Finlandia ,dii cui, nel mio libro “La Terapia Chelante”  ( ved. http://www.macrolibrarsi.it/search/?search3=ibri/__la-terapia-chelante-libro.3322php  ) ho approfondito l’utilità   per attenuare il carico di metalli tossici e delle altre tossine che tutti quanti accumuliamo nel nostro ambiente inquinato. per  leggere il seguito: www.buteyko.it/?page_id=1588
E’ noto come il numero di persone che soffrono  di  Alzheimer stia aumentando ogni anno. Sono stati sviluppati dei farmaci che   possono  peraltro solo rallentare il deterioramento .
Vi sono tuttavia  varie norme di comportamento che consentono di prevenire (o perlomeno di ritardare/ attenuare) l’insorgere di questo  problema, come un’alimentazione sana, il mantenere in esercizio il cervello  e la memoria continuando ad esplicare varie attività, l’assunzione di determinati rimedi naturali ed altro. Vi  è a questo proposito anche una notevole quantità di ricerche che dimostrano come  il movimento fisico faccia  bene anche per il cervello (mens sana in corpore sano! )   ritardando  o diminuendo il rischio di insorgenza di Alzheimer.
Ma cosa ha scoperto lo studio finlandese citato all’inizio? Ebbene è nota la tradizione finlandese di uso   frequente ed intenso della sauna.
In questo studio (https://www.uef.fi/web/nutritionepidemiologists/kuopio-ischaemic-heart-disease-risk-factor-study-kihd-1984 )   ventennale appena concluso,  effettuato dall’Università della Finlandia dell’Est  per esplorare principalmente  l’influenza della sauna sulla salute del sistema cardiovascolare, è stato  anche  accertaro che coloro che ricorrevano alla sauna da 4 a 7 volte  alla  settimana erano soggetti ad un rischio di sviluppare l’Azheimer in una misura del ben  66% inferiore rispetto a coloro che, nel ventennio dello studio, avevano fatto ricorso alla sauna “solo” una volta alla settimana!
Quanto ai motivi per cui la sauna consentirebbe di ottenere questi effetti benefici anche per l’efficienza della memoria e la buona forma mentale, lo studio non si esprime in modo univoco.  Viene ipotizzato che potrebbe trattarsi del fatto che stare in una sauna ha un benefico effetto rilassante e, poiché varie saune sono collocate in locali  pubblici (palestre ed altri), anche socializzante. Viene  inoltre menzionato il fatto che stare in una sauna  produrrebbe effetti analoghi a quelli di un moderato esercizio fisico, facendo temporaneamente aumentare del 30% la velocità del battito cardiaco.
Stranamente tuttavia nello studio non viene ipotizzata la possibilità che l’effetto benefico della sauna non solo per il sistema cardiovascolare ma anche per il mantenimento di buone capacità mentali possa avere qualcosa a che fare con quella che a mio avviso potrebbe essere   la causa principale degli effetti benefici provocati dalla sauna,  e cioè il fatto che con l’intensa sudorazione provocata  dallo stare nella sauna si verifica un’espulsione, appunto con il sudore, di varie tossine accumulate nel tessuto grasso del nostro corpo. Nel mio libro sopracitato sulla Terapia Chelante parlo  a lungo dell’argomento,  menzionando i danni causati dall’accumulo di metalli tossici anche per  le facoltà mentali (è stato ad es. constatato come vi siano notevoli quantità di alluminio accumulate nel tessuto cerebrale degli ammalati di ParkinsonI e mettendo tra l’altro in rilievo come un tipo particolare di sauna, e cioè  la sauna a raggi infrarossi lontani,  provochi una sudorazione (e conseguente espulsione di tossine) notevolmente superiore a quella ottenibile con le saune normali,  ed uno stress per l’organismo inferiore a quello proprio delle saune convenzionali.
Questo tipo di sauna (sul quale è stata effettuata una notevole quantità di studi che ne hanno provato gli effetti benefici)  è invece tra l’altro menzionato,  sempre in relazione a  malesseri psichici,   in uno studio sulla depressione effettuato in Giappone presso l’ ospedale universitario di Kagoscima  (“Repeated thermal therapy diminishes appetite loss and subjective complaints in mildly depressed patients”Masuda A, Nakazato M.Psychosomatic Medicine, Respiratory and Stress Care center, Kagoshima University Hospital, Kagoshima City, Japan.). In questo studio si è constatato  che nel gruppo di pazienti  sofferenti di problemi non gravi di depressione, stanchezza e perdita di appetito, sottoposti a questo dipo di far-infrared sauna per un totale di 20 sessioni ,  sono stati ottenuti  miglioramenti considerevolmente superiori rispetto a quelli rilevati nel gruppo di pazienti sottoposti ad un trattamento di diverso tipo. Valgono tuttavia anche per questo tipo di sauna far-infrared  le precauzioni in genere raccomandate e menzionate   anche nello studio finlandese, in particolare se si soffre di problemi cardiaci o pressione elevata.

Per concludere, una notizia “dolce”
E’ noto che  assumere troppi dolci e zuccheri non fa bene nè alla linea nè alla salute. Chi non riesce a rinunciare al gusto dolce ricorre spesso a dolcificanti artificiali , numerosi dei quali contengono tuttavia delle sostanze chimiche (come in particolare l’aspartame)   che  non fanno bene. Vi sono tuttavia alcuni dolcificanti   sostitutivi dello zucchero, di origine abbastanza naturale  che, pur avendo un’azione dolcificante uguale o notevolmente superiore a quella dello zucchero da tavola, hanno una quantità di calorie molto   inferiore e vengono assimilati senza produrre effetti sull a glicemia.       Questi dolcificanti,   che    consiglio a chi non riesce a fare a meno del gusto dolce nei cibi e bevande,     non fanno in genere  male,ed  anzi per certi aspetti possono far bene e, a quanto   emerso da  recenti studi, uno di questi sembra avere anche  un effetto preventivo per  le infezioni del tratto respiratorio, per sinusiti, rinofaringiti ed otiti .
Uno dei dolcificante sostitutivo dello zucchero che in genere raccomando è la stevia (tratta dalla pianta stevia rebaudiana, molto popolare in Giappone da oltre 40 anni),e  priva di effetti negativi. In vari casi consiglio invece lo xilitolo, un dolcificante un po’ meno “naturale” della stevia: proviene dal legno e corteccia di alcuni alberi ma per estrarlo  da questi ed elaborarlo vengono impiegate alcune sostanze  chimiche. Occorre pertanto, per lo xilitolo, una maggiore cautela poiché in determinate persone può avere un effetto negativo. Tuttavia proprio  in relazione allo  xilitolo  ( noto da tempo per  i  suoi buoni effetti     sulla salute di denti e gengive, e pertanto spesso raccomandato dai dentisti nella forma di quelle gomme americane che lo contengono) è emerso in studi più recenti l’effetto favorevole per infezioni del tratto respiratorio, sinusiti, rinofaringiti ed otiti. (ved ad es. Xylitol for preventing acute otitis media in children up to 12 years of age.Azarpazhooh A, Lawrence HP, Shah PS.Cochrane Database Syst Rev. 2016 Aug 3;(8):CD007095. doi: 10.1002/14651858.CD007095.pub3.
Ameliorating Effect of Dietary Xylitol on Human Respiratory Syncytial Virus (hRSV) Infection. Xu ML, Wi GR, Kim HJ, Kim HJ.Biol Pharm Bull. 2016;39(4):540- A quanto pare infatti lo xilitolo interferisce con la capacità dei batteri di aderire al certe mucose e superfici   (in particolare  all’interno della bocca e nelle vie nasali) ed ostacola  soprattutto tre specie di batteri che si trovano nel tratto nasale ( Streptococcus pneumoniae, Haemophilus influenzae, e Moraxella catarrhalis, responsabili della maggior parte delle infezioni respiratorie), e diminuisce      la   capacità  dei batteri di circondarsi  con pellicole (biofilm batterici)   che li rendono più difficilmente accessibil e resistenti agli   antibiotici ed alle difese naturali del nostro sistema immunitario .  Lo xilitolo sembra poi  benefico,, come si sta esplorando in una serie di studi in corso, anche per altri problemi, come  dermatite atopica, glaucoma (ved. su questo problema www.agopunturaocchi.it)  ulcerazioni ed altro. Occorre tuttavia aggiungere,  in particolare se si intende assumere lo xilitolo per via orale, un monito di precauzione   e l’invito ad evitare anche qui il “fai da te”. Così ad es. per problemi del setto nasale, otiti e rinofaringiti lo xilitolo va  assunto  non per via orale ma soprattutto  con spray a base  di xilitolo . Se infatti lo xilitolo viene assunto per via orale  in dosaggi elevati può provocare dei problemi di fegato ed altro.