“Buteyko, la terapia naturale più efficace per l’asma” scrive la rivista “Good Health”
La conoscenza dei benefici del metodo Buteyko per l’asma si sta diffondendo sempre di più negli ambienti medici di lingua inglese. In particolare in Australia, dove fin dal 1994 è stato effettuato uno studio in doppio cieco che ha provato questi effetti benefici, il metodo Buteyko sta diventando sempre più conosciuto. Per fare un esempio: nella rivista di salute popolare più diffusa in Australia, dal nome “Good Health” (buona salute), nell’edizione di questo aprile, nella rubrica “Chiedete ai nostri esperti”, il Dr Ross Walker, cardiologo e autore di sei libri, rispondendo
alla domanda di un lettore sul trattamento dell’asma, dopo aver parlato dei vari trattamenti, convenzionali ed alternativi, osserva ”… . ma probabilmente la terapia naturale più efficace è la tecnica di respirazione Buteyko, se insegnata da un istruttore ben preparato”.

Asma e muri umidi
Mi sembra interessante, in questo periodo in cui siamo alle prese con un aumento di piogge/umidità/esondazioni, attirare l’attenzione su questo articolo: http://www.abc.net.au/worldtoday/content/2004/s1126379.htm , pur non nuovissimo, scritto anche questo in Australia dove, come noto, la percentuale di asmatici è straordinariamente alta. L’articolo riporta come, a seguito di controlli fatti su oltre 65.000 edifici, si sia constatato un chiaro nesso tra il livello di umidità negli edifici e la presenaza di asmatici in questi edifici.
E in effetti è noto come sui muri umidi possano prolificare muffe, milbe ed organismi vari che non fanno certamente bene, in particolare a chi già tende ad allergie ed asma. Qualcuno potrebbe osservare che i problemi di umidità nei muri nei secoli scorsi ci sono sempre stati; anzi le case erano costruite con materiali meno resistenti all’umidità e meno riscaldate, eppure l’asma non era così diffusa come oggi. Questo è indubbiamente vero, e probabilmente ci sono molte altre cause responsabili (tra cui soprattutto le abitudini respiratorie errate).
Va tuttavia osservato che un tempo nelle abitazioni non vi erano le doppie finestre e tutte le misure che, per realizzare un risparmio energetico, finiscono oggi con il sigillare quasi ermeticamente le case, in cui ormai l’aria circola solo attraverso impianti di condizionamento, sia per riscaldare che per raffreddare. Può quindi valere la pena di dedicare attenzione all’edificio in cui si vive e, se del caso, di mettere in atto delle misure di risanamento dei muri, di aprire ogni tanto le finestre per arieggare e di fare attenzione alle condizioni degli impianti condizionatori, cambiando spesso i filtri.

Asma ed antibiotici
In una recente ricerca condotta presso la celebre Università di Yale, negli Stati Uniti, si è accertato che il somministrare ai bambini, prima dei sei mesi di età, un ciclo di antibiotici, fa aumentare il loro rischio di diventare asmatici nella misura del 40%. L’aumento del rischio raggiunge il 70 % se il ciclo di antibiotici viene ripetuto.
Indubbiamente, vi sono delle situazioni in cui il ricorso agli antibiotici può essere inevitabile ma, come osservato nel commentare i risultati della ricerca dal Dr George Kassianos, portavoce del Royal College dei medici di medicina generale: “Dobbiamo fare molta attenzione nel prescrivere antibiotici ai bambini e, citando studi come questo, dovrebbe divenire più facile per i medici convincere i genitori dell’esigenza di evitare gli antibiotici se non assolutamente necessari”.

Sindrome di stanchezza cronica ed iperventilazione
La sindrome di stanchezza cronica, spesso unita alla fibromialgia, è un problema che si sta diffondendo con grande velocità. Le cause non sono state ancora del tutto chiarite, anche se si fanno varie ipotesi, così come purtroppo non si è ancora trovato un rimedio efficace. Quel che appare sicuro è tuttavia che in chi soffre di sindrome di stanchezza cronica vi è molto spesso una situazione di iperventilazione (eccesso di respiro rispetto all’attività svolta). Ciò è provato da numerosi studi, ma la conclusione che la medicina ufficiale ne trae è che l’iperventilazione sia una conseguenza, più che una causa, della sindrome di stanchezza cronica. In parte ciò è probabilmente vero, poiché quando ogni minima attività costa un grande sforzo e dispendio di energia, allora per fare pochi passi occorre a volte respirare come se si corresse la finale dei cento metri. Tuttavia, non raramente l’iperventilazione può essere non solo una conseguenza, ma anche una causa della sindrome di stanchezza cronica, in cui si realizza un circolo vizioso tra eccesso di respiro e scarsa ossigenazione dei tessuti e quindi produzione difettosa di energia, che a sua volta porta a respirare sempre di più per compiere ogni minima attività.
Cito qui solo alcuni degli studi che approfondiscono il rapporto tra da una parte iperventilazione ed ipocapnia (basso livello di CO2 causato dall’iperventilazione) e dall’altra la stanchezza cronica, studi ai quali, a mio avviso, andrebbe dedicata un’attenzione molto maggiore:
1) Q J Med. 1994 Jan ;87(1):63-7. Hyperventilation and chronic fatigue syndrome.
Saisch SG, Deale A, Gardner WN, Wessely S. -Department of Thoracic Medicine, Kings College School of Medicine and Dentistry, London , UK
2 ) Behav Res Ther. 2007 Nov; 45(11): p. 2679-2690. Epub 2007 Jul 20.
Hyperventilation in patients with chronic fatigue syndrome: the role of coping strategies. Bogaerts K, Hubin M, Van Diest I, De Peuter S, Van Houdenhove B, Van Wambeke P, Crombez G, Van den Bergh O.Research Group on Health Psychology, Department of Psychology, University of Leuven, Tiensestraat 102, 3000 Leuven, Belgium.
3) Dyn Med. 2007 Jan 30; 6: p.2. Hypocapnia is a biological marker for orthostatic intolerance in some patients with chronic fatigue syndrome.
Natelson BH, Intriligator R , Cherniack NS , Chandler HK, Stewart JM.
Department of Neurosciences, UMDNJ-New Jersey Medical School , Newark NJ , USA . natelson@njneuromed.org
4)Am J Med Sci. 2006 Jun;331(6): p. 295-303.Patterns of hypocapnia on tilt in patients with fibromyalgia, chronic fatigue syndrome, nonspecific dizziness, and neurally mediated syncope.-Naschitz JE, Mussafia-Priselac R, Kovalev Y, Zaigraykin N, Slobodin G, Elias N, Rosner I.-Department of Internal Medicine A, the Bnai-Zion Medical Center and Bruce Rappaport Faculty of Medicine, Technion-Israel Institute of Technology, Haifa, Israel. Naschitz@tx.technion.ac.il
Vi sarebbe indubbiamente ancora molto da scrivere sull’argomento, sul quale intendo tornare in una delle prossime puntate.

 

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