Buon Anno: spero che abbiate tutti trascorso dei bei giorni di festa ed auguro a tutti un 2013 felice e sereno! Avevo chiuso l’anno trascorso con un breve articolo su ansia e stress: ho ripreso l’argomento con alcune ulteriori considerazioni, in un articolo più lungo, pubblicato da “Scienza e Conoscenza” a questo link: http://http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/curare-ansia-depressione-attacchi-di-panico.php . Uno dei buoni propositi, più utili anche per la salute, che possiamo prendere per l’Anno Nuovo è quello di non “stressarci” e preoccuparci troppo per dei problemi spesso superficiali. “E’ facile dirlo, ma non farlo!”, sarà ora la reazione di numerosi lettori. E non posso che essere d’accordo. Ci sono indubbiamente varie efficaci tecniche di biofeedback, rilassamento, meditazione ed altro ma per chi, magari nonostante queste tecniche, si trova in uno stato di ansia e stress è molto difficile costringersi, con la volontà, ad eliminare questi stati d’animo e darsi l’ordine “devi essere tranquillo e sereno”. In genere non ci si riesce e si rischia quindi di agitarsi ancora di più; è invece in genere più facile intervenire direttamente sul fattore respiro che, entro certi limiti, “obbedisce agli ordini” della volontà cosciente. Pertanto, dato il legame provato tra modo di respirare e stato d’animo, sul quale mi soffermo nell’articolo sopra menzionato, se si torna a respirare in modo “tranquillo” si riesce in genere a calmarsi subito. E se si riesce, con un addestramento Buteyko, a tranquillizzare permanentemente la propria respirazione inconscia, allora in linea generale si riesce magari a rendere più tranquillo e sereno anche il proprio stato d’animo.

-Flauto e BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva)– Iniziamo con una notizia “musicale”: uno dei siti americani che riportano notizie ed aggiornamenti nel campo della medicina convenzionale (www.ivanhoe.com/channels/p_channelstory.cfm?storyid=30532 ) apre l’anno con questo titolo : “Musical Medicine: A Flute for COPD” (medicina musicale, un flauto per la BPCO). Nell’articolo si riferisce sui benefici ottenibili suonando un “flauto per i polmoni” che, come osserva il dr. Sethi, capo del reparto polmonare dell’Università di Buffalo, “aiuta a liberare le vie respiratorie dal muco”, poiché “quando i pazienti soffiano nel flauto, le onde sonore che attraversano le vie respiratorie mobilitano il muco, e gli studi dimostrano che, usando il flauto due volte al giorno si ottiene un miglioramento della congestione polmonare e di altri sintomi della BPCO”. Sull’argomento vorrei brevemente ribadire quanto avevo scritto nel mio Notiziario del marzo 2012, (ved. www.prosalutaris.com/ultimonotiziario.html ) e cioè: “I risultati di alcuni studi condotti tempo fa in Germania presso l’Università di Heidelberg sembrano indicare che il suonare strumenti a fiato migliora le condizioni, sia fisiche che mentali, di bambini e ragazzi che soffrono di asma. Il direttore delle ricerche, Dr. Michael Krater, osserva :” Numerosi genitori temono che suonare strumenti a fiato sia faticoso per le vie respiratorie e possa peggiorare l’asma, ma una serie di studi dimostra il contrario.” L’effetto positivo si ottiene con tutti gli strumenti a fiato….ma l’effetto più rimarcato si ottiene suonando tonalità alte… La Società di Pneumologia tedesca raccomanda pertanto di insegnare a suonare strumenti a fiato ai giovani asmatici. Quanto alle cause che produrrebbero questi effetti, i ricercatori sono abbastanza vaghi: parlano in generale di “un rinforzamento della muscolatura delle labbra e dei muscoli della respirazione”. Ovviamente i ricercatori non hanno “ricercato” i cambiamenti nel modo di respirare che si verificano mentre si suonano questi strumenti.” In realtà, se il flauto viene suonato bene , si cerca di far durare il fiato a lungo, e (purché gli insegnanti facciano attenzione a che i bambini tra una frase musicale e l’altra non facciano una grossa, affannosa inspirazione) nel complesso la quantità di aria inspirata-espirata in un minuto diminuisce. Potrebbe quindi essere proprio questo “respirare di meno” il fattore che provoca l’effetto favorevole constatato negli studi tedeschi.

Criptopirroluria (e ADHD) Uno dei problemi la cui frequenza nei bambini sta aumentando ad un ritmo esponenzionale è il disordine di deficit d’attenzione ed iperattività (ADHD). Ne ho parlato in vari precedenti numeri del Notiziario (ad es. in quello del 12/2011 (www.prosalutaris.com/ultimonotiziario.html) in cui mi sono soffermata sul collegamento tra questo problema e la mancanza di movimento dei bambini. Vorrei invece ora riprospettare il collegamento, non raro, tra ADHD-vari disturbi comportamentali e la criptopirroluria. Cos’è la pirroluria (o criptopirruluria, come viene da alcuni chiamata)? SI tratta di una disfunzione metabolica scoperta circa 50 anni fa dal medico americano C. Pfeiffer, ma che pochi, anche tra gli addetti ai lavori, conoscono . Nell’organismo, la presenza di quest’affezione, di per sé asintomatica, comporta la produzione di sostanze chimiche, i pirroli, e la perdita di elementi essenziali, tra cui la vitamina B6 e lo zinco. E’ semplice diagnosticare la criptopirroluria, in quanto i pirroli vengono escreti nelle urine. Il tasso di pirroli nelle urine nella popolazione normale si aggira sull’11% mentre nei casi di pirrolurici è notevolmente più elevato. Si tratta di un esame diagnostico di cui pertanto parlo anche nel sito del mio studio medico (www.saluteglobale.com/accertamenti.html) Avevo attirato l’attenzione sulla criptopirroluria in un mio “vecchio” notiziario del gennaio 2005, (www.buteykoitalia.homestead.com/Untitled1.html ) in cui scrivevo che “A quanto messo in luce da recenti ricerche vi sarebbe, in numerosi bambini iperattivi, una cronica carenza di vitamina B6 e di zinco. Questa carenza sarebbe causata da un difetto metabolico, del nome di “pirroluria”, che porta questi bambini ad eliminare gran parte della vitamina B6 nell’urina, finché le riserve sono esaurite e di conseguenza si verifica anche una grave carenza di zinco. La carenza di queste due sostanze provoca appunto i problemi psichici e comportamentali sopracitati. Inoltre la mancanza di vit. B6 provoca una mancanza di serotonina che a sua volta può provocare un appetito eccessivo per i dolciumi. In particolare nei bambini asmatici ed allergici la somministrazione di antistaminici e nei casi più gravi del cortisone, aggrava la carenza di vit. B6. Un’alimentazione normale, pur sana, non è sufficiente per ricostituire e mantenere nei bambini che soffrono di “pirroluria” le quantità necessarie di vit. B6 e di zinco ed occorre intervenire con integratori (ovviamente non in base al principio del “fai da te” ma attirando l’attenzione del proprio medico su tale possibilità affinché siano prescritte le analisi del caso.” Avevo poi aggiunto (su un Forum del quale ora non ritrovo il link) che secondo il prof. Kamsteeg (uno dei maggiori esperti in materia) la criptopirroluria fa parte del gruppo delle porfirinopatie, e cioè di disturbi del metabolismo delle porfirine, conosciuti da quasi un secolo. A seguito dello sviluppo, da parte della famosa Mayo Clinic americana (fin dal 1995!) di un test enzimatico particolarmente sensibile per la misurazione delle porfirine nel sangue e non solo nell’urina, si è constatato che non si tratta, come si riteneva in precedenza, di una malattia rara (1:10.000) ma di una condizione abbastanza frequente (1:20 tra gli uomini e 1:10 tra le donne) che, diversamente da come si credeva, può in moltissimi casi avere un decorso lieve e quasi impercettibile; magari non si manifesta proprio oppure, quando si manifesta, non viene diagnosticata e viene confusa con altre malattie. Uno dei centri che in Europa hanno approfondito meglio l’argomento delle porfirinopatie è in Germania, ( www.doss-porphyrie.de/kompetenzengl.html ). Vi sono ovviamente anche siti italiani (ad es.http://www.amapo.it ) che però continuano in genere a presentare la porfiria come una malattia rara. E’ importante a mio avviso accertare se sia presente una porfirinopatia anche perchè per questo problema vi sono dei fattori che possono aggravare una situazione latente e scatenare un attacco acuto: tra questi fattori vi sono innanzitutto numerose medicine. Altri fattori aggravanti sono lo stress, diete drastiche, attività sportiva eccessiva, il sole in alcuni casi, ed altro. Quanto alle misure da prendere per mettere riparo alla carenza di vit. B6 e zinco alla quale accenno sopra, occorre considerare che in caso di pirroluria vi è un difetto nell’assimilazione della vit. B6, che l’organismo non riesce a trasformare nella sua forma finale (P5P, piridox-5-fosfato) e quindi la B6 va somministrata direttamente in questa forma (sempre evitando il “fai da te”, anche perché in caso di pirroluria vi sono molte sostanze, anche benefiche e naturali, alle quali i pirrolurici reagiscono male). Concludo riportando sull’argomento alcune osservazioni interessanti di uno dei maggiori esperti, il medico tedesco Bodo Kuklinski, il quale osserva che la pirroluria stessa presenta anche dei vantaggi. Il quoziente d’intelligenza nei bambini che ne soffrano si aggira di regola sul 130. Inoltre essi hanno anche talenti artistici. Se una pirroluria viene riconosciuta per tempo e se si adotta la linea d’azione necessaria, questi bambini sono in grado di sviluppare pienamente i loro vantaggi; sono in grado di riconoscere immediatamente, da una prospettiva più allargata, le correlazioni tra argomenti e sono molto creativi e innovativi. Hanno una spiccata esigenza di sincerità e verità, e quindi spesso devono affrontare attriti con colleghi e superiori. La cosa più grave nel non riconoscimento e non trattamento dei criptopirrolurici consiste nel fatto che cade così attraverso le maglie del sistema sanitario proprio la parte più intelligente di una popolazione, che non riesce a dispiegare in pieno le sue attitudini perchè deve spesso combattere con problemi di salute. I pirrolurici sono sempre in anticipo rispetto ai tempi, hanno intuizioni, capacità di innovazione e creatività. Nei casi in cui la causa di patologie che pure interessano vari organi consiste solo nella pirroluria, il trattamento può essere molto rapido. Certo non basta tuttavia aprire la bocca ed ingoiare vitamine a chili. Il medico curante deve conoscere tutto il raggio d’interazione delle vitamine, degli elementi in traccia e degli aminoacidi. Dei pirrolurici trattati bene sono in grado, dopo circa tre mesi, di correggere da soli i loro deficit biochimici. La conseguenza è che il medico non rivede più i suoi pazienti. E con queste considerazioni e questo bell’auspicio del collega Kuklinski concludo il primo numero del Notiziario di quest’anno! :-)

 

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