La giusta respirazione qual è?

Tutti sanno ormai che per nutrirsi bene non basta riempire lo stomaco con la maggior quantità possibile di cibo; occorre invece che gli elementi nutritivi del cibo – mangiato in quantità giusta- passino nel sangue e da questo nei vari tessuti dell’organismo. Se qualcosa in questi meccanismi di assimilazione non funziona, si può morire di fame pur mangiando in quantità. E’ questo ad esempio quello che accadeva ai diabetici prima della scoperta dell’insulina. Il loro sangue era pieno di zucchero ma mancava la chiave d’accesso (l’insulina) che consentiva allo zucchero di passare dal sangue ai tessuti, che morivano di fame.
Stranamente invece, per quanto riguarda la respirazione, quasi tutti pensano che per godere delle proprietà vivificanti dell’ ossigeno (O2), sia sufficiente introdurlo in grandi quantità nei polmoni con la respirazione.

Cosa succede una volta Introdotto l’O2 nei Polmoni

Innanzitutto, con dei meccanismi sui quali non ci si sofferma l’O2 deve passare dai polmoni al sangue (e, salvo in caso di malattie polmonari o bronchiali, questo passaggio quasi sempre funziona bene). Dal sangue, l’ossigeno deve poi essere assimilato dalle cellule dei tessuti dei vari organi (cervello, cuore ecc.). E qui invece si verificano molto spesso dei problemi. Cosa succede? Succede che le particelle di ossiemoglobina del sangue (e cioè l’emoglobina che, dopo avere assimilato l’ossigeno, si è appunto trasformata in ossiemoglobina) trattengono strettamente l’ossigeno, rifiutando di cederlo e lasciarlo passare nei tessuti. Succede quindi che i vari organi soffrono di carenza di ossigeno, pur in presenza di un sangue saturo di ossigeno, esattamente come gli organi dei diabetici soffrono di mancanza di zucchero pur in presenza di un sangue saturo di zucchero! Come mai? Perché per consentire il passaggio dell’ossigeno dal sangue ai tessuti è necessaria la presenza di anidride carbonica in quantità sufficiente. In assenza di CO2 nella giusta concentrazione, l’ossiemoglobina nel sangue non può liberare l’ossigeno e lasciarlo passare nei tessuti in misura sufficiente.

Ruolo dell’Anidride Carbonica e sua Importanza nella Respirazione interna

La necessità della CO2 per il passaggio dell’O2 dal sangue ai tessuti non è una teoria di qualche stravagante scienziato “alternativo”; si tratta invece di una circostanza già scoperta all’inizio del 1900 e comunemente ammessa e conosciuta da tutti gli esperti del settore sotto il nome di “effetto Verigo -Bohr”. Stranamente però questo effetto Verigo- Bohr, che pure è descritto in tutti i testi di fisiologia usati nelle università, non era mai stato approfondito e studiato a fondo nelle sue conseguenze, finché, nel 1950, il medico russo K.P. Buteyko non vi si è soffermato, effettuando- con tutti i crismi del rigore scientifico, delle scoperte stupefacenti quanto al ruolo della CO2 nell’organismo umano.

L’atmosfera che ci circonda contiene una concentrazione di ossigeno del 21%, mentre alle nostre cellule ne basta una pari al 13%; le nostre cellule hanno invece bisogno di una concentrazione di anidride carbonica al 6,5% e l’atmosfera ne contiene una pari solamente allo 0,03%. In ambienti chiusi magari si arriva allo 0,05% ma siamo ancora molto lontani dal 6,5% presente nell’organismo dei bambini nel grembo materno e all’interno delle nostre cellule da adulti. Contrariamente alla pubblica percezione, la CO2 che espiriamo non era contenuta nell’aria che inspiriamo ma è prodotta all’interno dell’organismo. Nel processo di produzione di energia, le sostanze nutritive contenute nei cibi che abbiamo mangiato sono bruciate dall’ ossigeno inspirato e producono energia (ADN adenosin-trifosfato) insieme ad acqua ed anidride carbonica.

L’anidride carbonica (CO2) non è soltanto un gas di scarto (come non lo è l’acqua prodotta in questo processo) ma è indispensabile per molte funzioni nell’organismo umano; è tra l’altro indispensabile per consentire il passaggio dell’ossigeno dal sangue alle cellule dei tessuti; in assenza di CO2 questo passaggio non avviene (effetto Verigo- Bohr scoperto fin dal 1900). E’ indispensabile quindi che nell’organismo vi sia la quantità giusta di CO2. Una respirazione eccessiva, profonda e rapida, provoca, con l’espirazione, una perdita eccessiva di CO2, e questa perdita provoca a sua volta degli scompensi nell’organismo. Alla perdita eccessiva di anidride carbonica segue una serie di meccanismi difensivi con i quali l’organismo cerca di impedire che la perdita di CO2 arrivi a livelli incompatibili con la vita. Questi meccanismi difensivi sono erroneamente scambiati per malattie da combattere e contro di essi, anziché sulla causa originaria dello squilibrio (e cioè la perdita eccessiva di CO2) viene concentrata la lotta.

Queste scoperte del medico K.P.Buteyko sono ormai conosciute ed applicate nei paesi dell’ex Unione Sovietica ed in Australia (dove sono state confermate da sperimentazioni effettuate nell’Università del Queensland) e si stanno ora diffondendo anche in Inghilterra, Stati Uniti e Canada. Da noi sono ancora  poco note. (Finora ne hanno parlato solo i libri “Vivere di più respirando di meno” e “Attacco all’asma” di Rosa Maria Chicco, pubblicati da BLU INTERNATIONAL STUDIO nel 2000 , le due edizioni del libro “Attacco all’Asma…e non solo” (Bisedizioni/Macrolibri), e numerosi articoli pubblicati dalla Dr.ssa Ferraro su vari periodici, come “Scienza e Conoscenza”   (anche nel numero dell’ agosto 2013 , dedicato interamente al respiro) ed altri.